Vignetta di Malagòn
Il costituzionale diritto alla salute diventerà presto un dritto a “gettoni”!?
Una questione squisitamente di classe, si cancella di fatto il diritto alla salute per tutti, riservandolo solo a chi può pagare; ai poveri sarà garantito, dal residuale Servizio Sanitario Nazionale, solamente il diritto alle cure strettamente necessarie. Tutto ciò viene “sperimentato”, con estrema rapidità, in Toscana.
di mommorosso comunista
Tempo addietro lessi questo articolo, di MOWA, pubblicato su iskrae.it e mi fece riflettere.
La Toscana è stata premiata dall’O.M.S. per il proprio sistema sanitario, in effetti riconosciuto in Italia essere tra i migliori e, secondo me, frutto ereditato dalla Toscana rossa (non di Rossi) di un po’ di tempo fa, quella buona, di quando c’era il P.C.I .come forza preponderante e, spesso, al governo.
La Toscana di oggi, quella del governatore Rossi, invece sembra essere, soprattutto in materia sanitaria (legge regionale n. 28 del 16 marzo 2015) , decisamente sottomessa ai voleri del governo Renzi.
Dunque di quale sanità toscana al “top” si sta parlando, in questo comunicato della Regione stessa, immancabilmente di parte?
Se si legge bene, dentro tale comunicato riportato nell’articolo si parla apertamente di servizio sanitario toscano che deve stare all’interno del “mercato sanitario” e con questo competere, ma soprattutto si parla di “turismo sanitario” come volano, udite udite, di tutto l’ecosistema circostante, privato ovviamente, ed in crescita esponenziale:
“Federsanità Anci e Regione Toscana sono consapevoli che la qualità dei servizi sanitari, unitamente alle risorse del territorio, possano essere fonte di attrazione per coloro che intendono spostarsi dal loro paese di origine, abbinando alla necessità di prestazioni sanitarie un soggiorno in località turistiche, che il turismo sanitario può rappresentare un utile fattore di crescita per le strutture sanitarie e del sistema regionale considerando, anche, le importanti ricadute sul piano economico e delle relazioni internazionali.”
Più chiaro di così….
Nel “sogno sanitario”, della regione Toscana a guida PD (oramai chiaramente un Partito di stampo liberale, ossia di Destra) vi è un consistente sistema imprenditoriale (alberghi, ostelli, alloggi vari, ristoranti, strutture assistenziali, sanitarie private) che ruota attorno al “diritto” alla salute e che da questo, in termini di profitto ovviamente, ne trae sommo beneficio. Il paragrafo di cui sopra, letto attentamente, rivela il sistema “toscano” di privatizzazione della sanità.
Se considerate che in Toscana vi sono parecchie specialistiche di eccellenza (es. la lotta ai tumori, i trapianti, etc.) in strutture di eccellenza (anche sotto il profilo logistico), distribuite nei vari ospedali e cliniche universitarie, allora capite bene che, chi è costretto a venirci, inevitabilmente darà alla Toscana molti altri soldi in alloggio proprio e dei familiari, vitto, etc; e perché no, tra una “sofferenza e l’altra”, quando le visite in ospedale non sono consentite, si può visitare qualche museo, monumento per distrarci dalla sofferenza, e finanziare così anche l’aspetto squisitamente turistico.
Ma, se si parla di diritto alla salute (e non solo del più semplice e circoscritto diritto ad esser curati), l’art. 32 della Costituzione Italiana1 è veramente perseguito? Quando io sono costretto a spostarmi di regione per alcune malattie (la regionalizzazione del Sistema Sanitario ha inevitabilmente potenziato questa differenziazione) e, anche se ho diritto ad avere le necessarie cure gratuite, devo inevitabilmente spendere in quell’ecosistema economico di cui sopra (es. se la moglie è malata, il marito che la accompagna dovrà, alloggiare, mangiare e spostarsi pagando tutto il dovuto), allora il diritto non è uguale per tutti, varia a seconda della possibilità economiche. Diventa anche e soprattutto una questione di classe; in quanto posso avere cure più scadenti nella mia regione di appartenenza ma, per tutelare meglio il mio diritto alla salute devo spostarmi per avere cure di maggior qualità e copertura, allora devo poterlo fare, me lo devo poter permettere!
Per non parlare delle lunghe, lunghissime liste di attesa, a volte anche chiuse, di cui si sente sempre più spesso parlare in Toscana, se sto male e ho i soldi andrò inevitabilmente a farmi alcuni accertamenti dal privato; dei sempre più stringenti protocolli ospedalieri: ti ricoverano oramai per il numero di giorni strettamente necessario (un posto letto pesa in un bilancio e la sanità pubblica italiana oramai ragiona solo aziendalmente tramite le Aziende Ospedaliere Locali), sempre meno giorni, decisi sul filo del “rasoio” contabile e, se si riducono al minimo necessario le degenze ospedaliere, inevitabilmente diminuiscono i relativi controlli sanitari sul paziente, con conseguente aumento di ricadute, ritorni in ospedale, complicazioni, e\o costose cure aggiuntive a casa.
Altro reale impedimento ad un benessere effettivo sono i ticket sanitari, tra i più alti in Toscana, che costringono, chi per vivere deve lavorare, a destinare una quota consistente e crescente del proprio salario alla salute, togliendolo al altre necessità. Non è un caso che in Toscana stanno aumentando le strutture sanitarie private di vario genere.
Paragrafo a parte merita il sistema sanitario privato, rigoglioso in Toscana, in regime di intramoenia (https://it.wikipedia.org/wiki/Intra_moenia), termite il quale lo stesso medico del S.S.N., può, oltre il normale orario di servizio, effettuare visite ed analisi, dentro l’ospedale stesso, in aree appositamente attrezzate, lasciando quota parte della prestazione alla struttura pubblica ospitante. Questo genera una distorsione evidente della finalità pubblica dell’ospedale, minando ulteriormente il diritto alla salute: chi può pagare oltre il normale ticket, può anche scegliersi lo specialista curante di fiducia, se effettuare la visita di pomeriggio (importante per chi lavora di mattina) quando in genere le visite in regime esclusivamente pubblico vengono date prevalentemente di mattina, per non parlare del conflitto di interessi che avrà un medico che esercita in doppio regime, le visite in intramoenia saranno più redditizie (aumenterà a dismisura i propri guadagni e i relativi appetiti) e avrà meno interesse a prestare quelle solo pubbliche.
E’ opinione di chi scrive che l’intramoenia è scandalosa e non dovrebbe esistere; il medico ospedaliero dovrebbe esercitare esclusivamente attività in regime pubblico.
Tutto questo è, per caso, sono caratteristiche che deve avere un sistema sanitario al “top” nella tutela del vero diritto alla salute? Assolutamente no, è la risposta da dare!
Dunque che tu sia un toscano, o un ammalato costretto a venire da altra regione, vedrai il tuo reddito da lavoro dipendente decurtarsi improvvisamente a causa di un bisogno necessario come la salute, il tuo salario sociale di sfruttato dal capitale viene drasticamente decurtato a favore del profitto borghese. Quota di salario sociale dei proletari si trasforma in profitto, ossia in salario rubato ai proletari: i poveri diventano sempre più poveri, i ricchi sempre più ricchi.
Date queste condizioni è del tutto scontato che il’ANCI, o chi al suo posto, non si batterà mai a fondo per una piena attuazione dell’art. 32 della Costituzione, né tanto meno per una difesa reale ed integrale della Costituzione del 1948.
Con il Documento economico finanziario (DEF) dello scorso aprile, recentemente approvato dal Parlamento, il governo Renzi ha tagliato brutalmente prestazioni e servizi sanitari, arrivando addirittura a decidere, al posto del medico e per “decreto”, quali diagnostiche, esami, etc. sono “necessarie” per un paziente (decurtandone parecchie necessarie per un’ampia platea) :
Dai test genetici alle Tac, la lista nera degli esami che lo stato non pagherà più
e
Leggendo quanto approvato si ha la certezza che il diritto alla salute in Italia è stato drasticamente ridimensionato, in alcuni casi e per gli strati più poveri della classe sfruttata si può parlare della sua fine (ripeto: non parlo del più limitato diritto ad esser curati, a volte pure seriamente compromesso).
La Toscana di Rossi, ex-regione rossa, proprio per dimostrare che è non è più rossa, neanche di un rosa pallido, ma è una perfetta apripista delle selvagge politiche liberiste dell’attuale governo, vara la legge regionale n. 28 del 16 marzo 2015, anticipando largamente la “macelleria sociale” annunciata, dal governo nazionale, con i tagli sanitari lineari.
Questa legge regionale prevede, tra l’altro la riduzione da 12 a 3 delle A.S.L. (per una semplice risonanza potrebbero mandare un paziente a centinaia di km. nella stessa A.S.L.), riduzione del personale mediante esuberi tramite ”pensionamenti”, ed una più generale riorganizzazione volta quasi esclusivamente alla riduzione dei costi e non alla tutela del diritto alla salute (se io devo fare molta strada per un semplice esame, magari molto in la’ nel tempo, allora rinuncio e, se posso, vado nel privato più vicino); di fatto si produrrà una ulteriore privatizzazione del servizio sanitario in generale.
Per questo si veda:
Esiste ancora in Italia il diritto alla salute?
e questo documento che parla anche del referendum abrogativo della legge regionale:
Interessantissimo è il dibattito che si è svolto alla Festa Rossa di Lari il 14/08/2015, dal titolo “Il diritto (negato) alla salute”, riepiloga quanto accennato nell’articolo: definizione di diritto alla salute e diritto alle cure, i tagli effettuati nella sanità dal governo Renzi, l’ulteriore stretta data dalla regione Toscana in merito, introduce il referendum abrogativo e fa anche un appropriato paragone con l’attuale situazione sanitaria in Grecia, assolutamente da non perdere, vale la pena guardarlo ed ascoltarlo attentamente, di seguito il video su YouTube.
Da evidenziare è il referendum abrogativo della legge regionale n. 28 del 16 marzo 2015, per il quale si stanno raccogliendo le firme in Toscana; si invitano tutti gli interessati ad informarsi e partecipare.
Saluti comunisti
1 Comment
Riguardo gli effetti dell’austerità imposta crudelmente alla sanità greca (uno degli argomenti del dibattito a video qui collegato), volevo segnalare anche questo interessante contributo informativo dei compagni di Clash City Workers:
http://clashcityworkers.org/documenti/articoli/2049-austerity-sanita-gracia.html
Saluti comunisti