da Angelo Ruggeri
ALLARME ! PER LA PRIMA SOVVERSIONE DEI PRINCIPI COSTITUZIONALI (COME AUSPICAVA LA P2), FINO AD OGGI MAI TOCCATI DALLA PENNA DEI NEMICI DELLA COSTITUZIONE, ATTUATA IN NOME DELL’AMBIENTALISMO REAZIONARIO, “AMBIENTALISMO” CHE IN TAL MODO SVELA LE SUE RADICI E ORIGINI DI DESTRA REAZIONARIA CON LA PIU GRAVE SOVVERSIONE DELLA COSTITUZIONE MAI AVVENUTA SINO AD ORA.
Smascherare la pratica semplificatoria – ispirata dalla UE del capitalismo finanziario -, dei cosiddetti ambientalisti(sic) che travestono e pretendono che le loro enunciazioni, che sono luoghi comuni da social media, siano intesi come valori in sé e degni di diventare principi giuridici, replicando i riduttivi bla-bla-bla dell’ambientalismo mediatico, proclamatorio di simboli e apodittico, facilmente usabile e strumentalizzabile dai nemici da sempre della democrazia sociale e della Costituzione
Premessa.
TORNA L’AMBIENTALISMO REAZIONARIO IMPOSTATO DA NIXON E DALLA DESTRA FANFANIANA, COL PIU’ GRAVE ATTACCO ALLA COSTITUZIONE E AI PRINCIPI FONDAMENTALI AUSPICATO DALLA P2 E CHE MAI NESSUNO AVEVA SIN QUI OSATO.
CON TALE PRECEDENTE L’AMBIENTALISMO SI DIMOSTRA ESSERE LO STRUMENTO SU CUI TANTE VOLTE SI ERA MESSO IN GUARDIA, E GLI AMBIENTALISTI SI ALLEANO O SI ASSERVISCONO ALLE FORZE REAZIONARIE E NEREGGIANTI CHE PUNTANO A DELEGITTIMARE LA COSTITUZIONE FIN DALLA SUA APPROVAZIONE, E APRONO LA STRADA ALLA SOVVERSIONE ANCHE DEI PRINCIPI E ALLA CANCELLAZIONE DELLA LA STRATEGIA DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICA DEMOCRATICA E SOCIALE DELLA COSTITUZIONE: PER QUESTO LE FORZE DELLA DESTRA POLITICA ED ECONOMICA DEL CAPITALE HANNO SOVVERTITO L’ART.9 E 41 C. , OPERATO IN NOME DELL’AMBIENTALISMO.
CHE STORICAMENTE L’AMBIENTALISIMO PROVIENE DA DESTRA e HA SEMBIANZE DI DESTRA, ERA ED E’ RISAPUTO. LANCIATO PER PRIMO DA NIXON E INTRODOTTO DALLA DESTRA ITALIANA E FANFANIANA (MA RIPRESO DA PINOCHET E REGIMI FASCISTOIDI VARI, PER COPRIRE LA VIOLENZA REPRESSIVA), E MINISTERI DELL’ECOLOGIA GESTITI DAI LIBERALI (Biondi, Zanone, Di Lorenzo, ecc:), PER CONTRASTARE LA PROGRAMMAZIONE DEMOCRATICA DELL’ECONOMIA E LE LOTTE DEL MOVIMENTO OPERAIO E DEMOCRATICO DI MASSA.
SICCHE’ OCCORRE TORNARE A CONSIDERARE CHE NON SI PUO ASSUMERE ACRITICAMENTE L’AMBIENTALISMO MA OCCORRE DARSI DA FARE – COME ABBIAMO FATTO IN PASSATO AD ES. SUL NUCLEARE MA NON SOLO E COME HA FATTO LA CLASSE OPERAIA IN NOME DELLA COSITUZIONE – PER MUTARE LA RADICE, L’ASCENDENZA E LA NATURA REAZIONARIA DELL’AMBIENTALISMO; PER MUTARNE E IL SUO INTRINSECO SIGNIFICATO E USO ANTISOCIALE E REAZIONARIO, SERVE UNA LOTTA ANCHE CULTURALE PER BATTERE CHI SI PRESTA SENZA INTELLIGENZA NE CONOSCENZA A FARE DELLA TIFOSERIA IDIOTA PER L’AMBIENTALISMO – IDIOTI CHE PENSANON CHE PENSANO POSSIBILI L’AMBIENTALISMO SENZA ROVESCIARE LO SFRUTTAMENTO CAPITALISTICO – E PER RENDERLO USABILE E DARGLI CONTENUTI DI SEGNO DEMOCRATICO E NON PIU’ ANTISOCIALE, COLLEGANDOLO ( COME SIAMO RIUSCITI A FARE DURANTE LA VICENDA CONTRO IL NUCLEARE) AL SUPERAMENTE DEL SISTEMA DI PRODUZIONE STORICO E DETERMINATO, INELUTTIBILMENTE BASATO E DESTINATO ALLO SFRUTTAMENTO ILLIMITATO DELLA NATURA, ALLA PERENNE TRASFORMAZIONE DELLA NATURA IN NATURA UMANIZZATA CIOE’ IN MERCE DESTINATO ALLO SCAMBIO, PER ACCUMULARE DENARO E CAPITALE.
PER CUI NON SI PUO CONCEPIRE “L’AMBIENTALISMO” SE NON COME PARTE DELLA QUESTIONE SOCIALE E DEL SOCIALE COME E’ NELLA NOSTRA COSITUZIONE. SICCHE’ L’INTRODUZIONE DELLA PAROLA “AMBIENTE” NELL’ART. 9 DEI PRINCIPI, SVELA UN AMBIENTALISMO CONCEPITO COME “ALTRO” E SEPARATO DAL SOCIALE, QUINDI COME CORPORATIVO, LOBBYSTICO, CAPITALISTICO, SEPARATO E CONTRAPPOSTO AL SOCIALE.
LA SOVVERSIONE AMBIENTALISTA DEI PRINCIPI DELLA COSTITUZIONE E GRAVEMENTE DANNOSA OLTRE CHE INUTILE, ESSENDO L’AMBIENTE AMPRIAMENTE COMPRESO NELLA COSTITUZIONE
Agli inintelligenti “ambientalisti” cosiddetti, va ricordato e insegnato che il territorio è il luogo del sociale, di tutto il sociale compresa la natura, sicché “l’ambiente” non è “ambientalismo“, perché se inteso scientificamente l’ambiente è sociale, é ambiente sociale del territorio che comprende tutto: la natura e i luoghi di lavoro, i luoghi di studio e i luoghi di vita, il territorio in cui si trova la natura e l’ambiente è sociale per eccellenza!
La questione ambientale é parte integrante della questione sociale e l’ambientalismo in quanto sociale è già iscritto e rientra nel sociale delle nostra Costituzione e anche e in particolare nei fini di utilità sociale a cui deve sottostare l’attività economia privata e nella determinazione dei programmi e dei controlli per realizzare la programmazione economica democratica la programmazione democratica dell’economia pubblica e privata indirizzata e coordinata a fini sociali come recita l’Art 41.
Ogni specificazione o formula o parola che si definisce come “ambientalismo” equivale ad una separazione dell’ambientalismo dal sociale e per di più si contrappone alla NATURA come corpo inorganico dell’uomo ed è antiscientifico in quanto l’ambiente è il luogo del territorio e il territorio è il luogo dell’ambiente sociale, del sociale per eccellenza ed anzi il luogo che comprende tutto quello che si dice e si chiama sociale. Nella misura in cui si fa prevalere l’ambiente come logo in se, si separa dal sociale e come tale si presta ad un uso strumentale e antisociale dell’ambientalismo, che compre nella costituzione come sociale diventa anche anticostituzionale, prestandosi ad un uso strumentale e contrapposto al sociale e alle autonomia sociali anche sindacali e anche, dunque, contrapposto alle lotte operaie e alla programmazione economica democratica. E’ cosi infatti che nasce ed origina l’ambientalismo sin dalla sua introduzione che è stata realizzata da destra sia internazionale e nazionale, dalla destra americana di Nixon e dalla destra italiana di Fanfani, che ha così inficiato la concezione scientifica dell’ambiente.
Dunque oltre che inutile la modifica degli articoli della costituzione che si è voluta attuare non è solo inutile ma pesino gravemente dannosa. Con tale modifica viene rilanciata la concezione reazionaria dell’ambientalismo, non a caso anche dalle dittature di estrema destra e anche del Cile di Pinochet usata e invocata come copertura della violenza e della repressione antisociale anche militare.
Inutile e dannosa, sia perché per la prima volta si introduce una revisione costituzionale dei PRINCIPI che la Corte Costituzionale aveva al tempo dichiarato essere immodificabili. Con ciò tale modifica si equipara e diventa il precedente di cui possono avvalersi le destre conservatrici e reazionarie, sia palesi che occulte, che fin da sempre puntano alla delegittimazione della Costituzione della Repubblica delle autonomie locali e sociali, fin dalla sua approvazione.
E si presta a rovesciare la strategia costituzionale della programmazione democratica dell’economia, sostituendola con una programmazione non più democratica cioè dal basso e partecipata dal territorio, ma una programmazione dall’alto degli esecutivi del governo e delle regioni come è quella del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (sic!) che a sua volta sottostà alla programmazione economica del capitale finanziario euro-internazionale, tanto più e ancora peggio in quanto riferita alla c.d. transizione ecologica, dove per ecologia non si intende l’ecologia integrale e quella tanti ecologisti come B. Commoner hanno scientificamente definito essere “la prima legge dell’ecologia” che – scrisse – è “Ogni cosa è legata a tutte le altre” che è esattamente la stessa legge del sociale e della programmazione democratica dell’economia, di programmazione e controllo democratico dell’economia e della produzione, che è di per sé controllo sociale, come è stato perseguito nelle lotte operaie e forze politiche e sociali di quella detta “sinistra estrema”, cioè comunista.
A tacere che la modifica del Principio dell’art. 9, banalizza il principio fondamentale di tutela del paesaggio del paesaggio, che fa parte della storia e della cultura, così radicato ed essenziale per la percezione del significato storico e culturale del Bel Paese; con ciò procurando una dannosità contro il mirabile e delicato prezioso sistema di tutela del paesaggio affinato dalla accurata sapienza giuridica e costituzionale di un intero secolo. E a tacere che nella vigente Costituzione già esiste la competenza legislativa affidata all’esclusiva dello Stato la «tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali».
A tutte queste negatività e pericolosità va aggiunto che CON TALE MODIFICA AMBIENTALISTA CI SI CONTRAPPONE ALL’EPERIENZA STORICA DELLE LOTTE DEL MOVIMENTO DEMOCRATICO E OPERAIO ITALIANO, RINNEGANDO ANZICHE’ RIPRENDERE E RILANCIARE LA PROGRAMMATICA STRATEGIA DI CONTROLLO SOCIALE E DEMOCRATICO DELL’ECONOMIA LA SOLA CHE PUO PERMETERE DI COMPRENDERE I FINI DI INTERESSE SOCIALE E QUINDI ANCHE AMBIENTALE.,
Il territorio è l’ambiente sociale, che unitamente al rapporto tra scienza e organizzazione del lavoro doveva essere affrontato ed è stato affronto, sotto il PROFILO SCIENTIFICO DEL RAPPORTO UOMO-NATURA-SOCIETA’ , dei RAPPORTI SOCIALI, dei rapporti TRA ECOLOGIA E RAPPORTI SOCIALI: donde una straordinaria esperienza di lotte e di conquiste – non di chiacchiere ambientaliste, di separazione/contrapposizione tra lavoro e salute, fabbrica e territorio come si è fatto con l’ILVA – non già con la imbelle rivendicazione di diritti ma con la rivendicazione di di potere, di un potere sociale e dal basso democraticamente organizzato in fabbrica e nel territorio. Un potere sociale e di massa dei lavoratori-cittadini che piegando il potere d’impresa lo costrinse a rispondere e a modificare – tendenzialmente e potenzialmente – il come produrre senza inquinare ne i luoghi di lavoro ne il territorio sul quale vegliava un potere sociale organizzato, che correndo dalla fabbrica al territorio e nella unita del sociale territoriale (di fabbrica e società) costringeva i poteri locali e le assemblee elettive locali ad essere strumento di un intervento e di una programmazione che dal basso e dal territorio sociale e arrivava al nazionale – passando per le Province (che non vanno abolite se intese come anello sovra territoriale del territorio sociale) e le Regioni – e portava a legiferare in modo coerente con la sovranità popolare. Addivenendo in tal modo finanche a ratificare la prima e unica riforma amministrativa e democratica dello stato, la legge 833/70 di riforma sanitaria che rappresentava un inizio della modifica di un modello sociale e di una vera e propria rivoluzione sociale (la sanità è la cosa più sociale che esista) fondata sulla prevenzione ambientale e della salute.
DAI CONSIGLI OPERAI DI GRMSCI AI CONSIGLIE OPERAI E CITTADINI DEGLI ANNI 70.
Una prevenzione della salute e dell’ambiente con cui la legge era la ratifica legislativa di quanto già esisteva e si praticava nel territorio, ad opera della “ordinovista” DEMOCRAZIA DEI CONSIGLI: dei Consigli di Fabbrica, dei Consigli di Zona, dei Consigli di Quartiere, e quindi dei Consigli comunali, dei Comuni che dai Consigli di fabbrica e territorio ricevevano l’investitura di autorità sanitaria territoriale.
Tutto questo avveniva grazie e in forza del dominio del potere sociale dei lavoratori-cittadini e dei cittadini-lavoratori, esercitato contemporaneamente nel territorio e nelle fabbriche, come base e punto di partenza dal basso verso l’alto, della programmazione democratica/sociale dell’economia . Ovvero partendo anche dal controllo sociale della produzione e dell’impresa, del cosa e come produrre in funzione dei fini sociali della programmazione democratica nazionale sia dell’economia che degli Enti e delle funzioni pubbliche. Donde anche i famosi “libretti sanitaria” gestiti dai Consigli di Fabbrica (oggi abrogati con le RSU espressioni poste al servizio dei vertici sindacali più che dei lavoratori) e i Registri sanitari di territorio, gestiti dai Consigli di zona e di fabbrica, dai Comuni, dalle assemblee elettive, con la partecipazione diretta dei movimenti e delle forze sociali e politiche del territorio. Insomma, l’attuazione della democrazia di base organizzata per i fini della programmazione economica, e per garantire l’intervento del popolo dal basso e dal territorio sulle scelte nazionali, anzitutto quelle economiche (come da art. 49 C.) e non solo sulle scelte locali, a cui si riducono le funzioni locali, sui giardinetti e suoi parchi, il c.d. arredo urbano e sui servizi (subalterni alle risorse controllate dal nazionale), con esclusione dalle scelte dell’economia e quindi anche dal controllo e l’uso delle risorse, in quanto col “federalismo” viene, soppresso il ruolo costituzionale delle autonomie locali nella programmazione economica nazionale, che il “federalismo” riserva solo ed esclusivamente al potere centrale nazionale, ovvero, anzi, di fatto solo all’esecutivo di governo.
AGLI IMMEORI E ININTELLIGENTI AMBIENTALISTI COSIDETTI VARICORDATO CHE:
dal caso ILVA al caso Farmoplant (a suo tempo) e del nucleare, tutti i casi motivano e giustificano la necessità dell’apertura di un fronte di intervento nuovo, generale e non solo puntuale, perché come ad es. gli effetti del voto popolare tenuto a suo tempo a Massa sulla Farmoplant poi anche contro il nucleare, dimostrano le varie alternative che sono in gioco; alternative in gioco su questioni rilevanti come i problemi dell’ambiente come potenzialità critica delle forme del potere dominante di cui , invece, L’AMBIENTALISMO E’ SPESSO CONSERVATORISMO ANTIPOPOLARE E REGRESSIONE SOCIALE.
Come a suo tempo fu palesato nella lotta della Farmoplant ed altre simili, l’ambiente (che comprende luoghi di lavoro e di vita del territorio) può essere potenzialità critica delle forme di potere dominante solo nella misura in cui non viene antiscientificamente separato dal territorio, quindi da fabbriche, scuole, abitazioni, ecc.; insomma da tutto ciò che si trova e sta sul territorio che é il sociale: il luogo del sociale per eccellenza ed anzi unico ( il sociale non vive e non esiste nel “nazionale” o nel “regionale” ne nel “sovranazionale” ma sta sul terreno è solo e unicamente territorio); dunque nella misura in cui ambiente ed ecologia siano intesi e assunti come come parte integrante e non estraibile dalla QUESTIONE SOCIALE quale storicamente, da sempre é nella realtà del sistema di produzione e di profitto del capitalismo d’impresa come sistema di sfruttamento dell’ambiente, della salute e del lavoro operaio, ed è su tale base e concezione che si svilupparono le grandi lotte operaie di massa dentro e fuori la fabbrica per la difesa della salute e dell’ambiente naturale.
Questo avveniva prima che l’ambientalismo e l’ecologismo fossero introdotti in Italia e non per caso da destra e dalla destra democristiana e fanfaniana, appositamente per contrapporre l’ambientalismo alle lotte operaie per la programmazione democratica dell’economia ed alle lotte per il controllo sociale del potere d’impresa per il ”come” e il “cosa” produrre e per l’organizzazione del lavoro, dell’ambiente e della salute IN FABBRICA E NEL TERITTORIO.
Questo, dando attuazione alla Costituzione, sapeva fare il movimento operaio e quello democratico e sociale, essendo in possesso di una cultura politica autonoma che permetteva di realizzare una unità non tanto o solo organizzativa ma una unità politica e sociale, una unità vera perché unità culturale e teorica, l’unica che diventando prassi permette di tradursi in una azione di lotta efficace in quanto egemone culturalmente e non subalterna – come avviene oggi, anche per l’atteggiamento subalterno dell’ambientalismo – al potere d’impresa .
Potere d’impresa dalla cui forma di potere autoritario e verticistico dentro e fuori i luoghi di lavoro, nella società e nello stato, derivano tutte le negative conseguenze quotidiane sulla vita delle persone, sulla salute e sull’ambiente territoriale : perché il territorio è il luogo del sociale, di tutto il sociale natura compresa, dove “l’ambiente” non è “ambientalismo” perché se inteso scientificamente è sociale, é ambiente sociale, comprensivo di tutto: fabbrica e abitazioni, scuole e ospedali, luoghi di lavoro e luoghi della vita sociale di tutto e di tutti; anche della politica e delle istituzioni, delle comunità dei Comuni che non è il Palazzo comunale, ma è la comunità civile e sociale!!! del TERRITORIO CHE IL SISTEMA DI PRODUZIONE CAPITALISTICO INQUINA E DISTRUGGE LA NATURA E L’AMBIENTE IN MODO INCONTROLLATO E SENZA LIMITI .
Angelo Ruggeri