Il presidente Volodymyr Zelensky ha accusato Mosca di ricorrere al “terrore nucleare” e di voler “ripetere” il disastro di Chernobyl. “Un disastro alla centrale nucleare sarebbe sei volte peggiore di Chernobyl”, ha detto, secondo quanto riporta il Kyiv Independent. Il leader ucraino ha incassato ancora una volta la solidarietà internazionale dopo l’incendio nei pressi della centrale di Zaporizhzhia, pur essendo chiarissimo che non c’era stato in realtà nessun rischio, anche perchè il rogo era scoppiato all’esterno della centrale. Anche secondo il Servizio statale di emergenza dell’Ucraina l’incendio alla centrale nucleare è scoppiato fuori dal perimetro e le radiazioni sono nella norma. Un’unità è stata scollegata dalla rete elettrica, ma un’altra è ancora in funzione. Secondo il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleksandr Starukh i vigili del fuoco sono riusciti a raggiungere la centrale dopo essere stati tenuti lontani da colpi d’arma da fuoco.
A quanto ricostruito dai media locali, tre militari ucraini sono rimasti uccisi e due sono stati feriti durante l’attacco. Media governativi russi, tra cui Russia Today, sostengono invece che le forze di Mosca abbiano preso il controllo della centrale nucleare.
“Nessun reattore della centrale nucleare di Zaporizhzhia è stato coinvolto o colpito”, ha detto il direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Nucleare, Rafael Mariano Grossi, dopo l’incendio alla centrale nucleare nella città ucraina di Energodar. Grossi, dopo aver riferito che non si sono registrati danni ai reattori, ha proposto a russi ed ucraini di recarsi a Chernobyl per assicurare che tutte le parti concordino di preservare gli impianti nucleari: “Ho indicato sia alla Federazione russa che all’Ucraina la mia disponibilità a viaggiare a Chenrobyl il prima possibile in modo che i sette pilastri cruciali non siano mai compromessi”.
Secondo la ricostruzione della controparte, invece, l’attacco all’impianto nucleare sarebbe stato opera di “gruppi di sabotaggio ucraini“, come ha detto l’ambasciatore russo all’Onu, Vazily Nebenzya, intervenendo alla riunione d’emergenza alle Nazioni Unite chiesta da sei Paesi. Il diplomatico di Mosca ha denunciato “un’altra serie di bugie”, e puntato il dito sul ruolo del “terrorismo interno” e del “nazionalismo ucraino” che starebbe usando i civili come scudi umani per far ricadere la colpa sui soldati russi.
Il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi però non è stato sfiorato da nessun dubbio e ha condannato come “scellerato” l’attacco definendolo “contro la sicurezza di tutti”. “L’Unione Europea deve continuare a reagire unita e con la massima fermezza, insieme agli alleati, per sostenere l’Ucraina e proteggere i cittadini europei”, ha affermato. Sulla stessa linea Boris Johnson che ha accusato Putin di mettere in pericolo l’intera Europa e ha fatto sapere che chiederà una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nelle prossime ore.
Anche il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha condannato i bombardamenti delle forze russe intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhya definendoli “irresponsabili” e ha chiesto la fine della guerra. “L’attacco a una centrale nucleare dimostra la natura irresponsabile di questa guerra e la necessità di porvi fine”, ha affermato Stoltenberg prima di una riunione di emergenza dei ministri degli Esteri dell’alleanza.
“Questa è la peggiore aggressione militare da decenni, con città, scuole, ospedali, edifici residenziali bombardati, attacchi alle centrali nucleari. I giorni che verranno probabilmente saranno peggiori, con più morti e più distruzione. C’è ampio accordo sul fatto che dobbiamo fare di più per sostenere la Georgia, la Bosnia e la Moldavia aggiungendo potenzialmente più attività a loro sostegno, perché potrebbero essere a rischio, esposte a ulteriori interventi, sovversione e potenzialmente anche ad attacchi da parte delle forze armate russe”.
“Gli Alleati danno il loro supporto all’Ucraina, lo stiamo aumentando sotto differenti aspetti. E’ cruciale, è un momento critico per Kiev. La no fly-zone è stata menzionata, ma non ci sono piani per operare nello spazio aereo ucraino o per inviare nostre truppe” ha aggiunto in conferenza stampa.
“Come ha detto il Segretario Generale, la nostra è un’Alleanza difensiva. Non cerchiamo il conflitto ma se il conflitto arriva da noi, siamo pronti. Difenderemo ogni centimetro del territorio della Nato”, ha dichiarato il segretario di Stato americano, Antony Blinken all’avvio del Consiglio Nato a Bruxelles.
“Sul tema dei corridoi umanitari abbiamo aperto una linea rossa con la Russia per l’evacuazione dei civili dall’Ucraina. E’ un lavoro che faremo dal punto divista umanitario con l’Unità di Crisi e l’intelligence, voglio ringraziare tutti gli apparati dello Stato italiano che coinvolgeremo per evacuare bambini dalle bombe, famiglie che non hanno più una casa. Perché l’esercito russo ha colpito anche obiettivi civili”, ha commentato dopo la riunione il ministro degli Esteri Luigi Di Maio al termine del summit dei ministri degli Esteri Nato.
La situazione sul campo
Mariupol è in condizioni drammatiche, è rimasta senz’acqua, riscaldamento, elettricità e sta finendo anche il cibo. Lo denuncia il sindaco della città portuale nel sud-est dell’Ucraina in televisione, facendo un appello all’apertura di un corridoio umanitario per evacuare i civili. “Siamo semplicemente distrutti”, ha detto Vadym Boychenko, secondo quanto riportato dal Guardian. Un alto funzionario statunitense ha riferito ai giornalisti che Mariupol rimane sotto il controllo ucraino, anche se le truppe russe continuano ad avanzare e bombardare la città, causando interruzioni dei servizi essenziali.
Un attacco aereo russo ha distrutto la centrale elettrica di Okhtyrka, lasciando la città ucraina senza riscaldamento o elettricità. “Stiamo cercando di capire come portare le persone fuori dalla città con urgenza perché nel giro di un giorno i condomini si trasformeranno in una fredda trappola di pietra senza acqua, luce ed elettricità”, ha detto il presidente della regione Dmytro Zhyvytsky.
Le truppe russe sono entrate per la prima volta nella città portuale ucraina di Mykolayiv, sul Mar Nero, a metà strada tra Kherson, caduta nei giorni scorsi, e Odessa, hanno affermato le autorità regionali secondo il Telegraph.
L’ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha affermato che almeno 331 civili sono stati uccisi e 675 sono rimasti feriti dall’inizio delle ostilità. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba ha denunciato casi di donne violentate nei territori occupati dall’esercito russo.
Maria Anna Goni
4/03/2022