di MOWA
«Per rendere la verità più verosimile, bisogna assolutamente mescolarvi un po’ di menzogna» (Fëdor Dostoevskij)
Mai visti così tanti clacchisti (claque) come al meeting di Rimini [1] quando ha parlato Mario Draghi.
Infatti, le immagini in diretta televisiva, del citato meeting, smentivano l’effetto sonoro e facevano vedere quanti fossero, realmente, coloro che applaudivano il discorso di Draghi.
Un modo truffaldino di presentare, mediaticamente, quello che è uno stampellato banchiere facendosi supportare da “truppe cammellate” per non fare la figura del furbacchione in economia.
Il “tapino” banchiere ha disteso all’aria, con la classica enfasi di un padre-padrone, dati su dati, ma non dicendo, ad esempio quando parlava dell’aumento degli occupati, che l’Istat conteggia anche chi lavora solo un’ora alla settimana come impiegato nel lavoro. Oppure, non considerando le “ore di lavoro” con il il parametro dell’Unità di lavoro equivalente (= tempo medio di lavoro dei lavoratori del proprio settore) perché in tal modo (corretto) si sarebbe scoperto che nel primo trimestre 2022, citato da Draghi, verrebbe a galla, invece, che ci sono state 24,1 milioni di ore lavorate e, cioè, 1,2 milioni in meno del 2019 benchè, allora, gli occupati fossero una decina di migliaia in più.
Il decantato dai politicanti “migliore”, da strapazzo, in quel consesso, non ha detto, neppure, che sono aumentati i lavoratori stagionali a scapito dei contratti a tempo indeterminato superando la soglia dei 403 mila mai avuta, persino, in tempo di Covid.
Che dire, poi, del debito pubblico nazionale cresciuto ai massimi storici (nonostante il “migliore”) che ha toccato il record di 2766 miliardi di euro a giugno (equivalente a 163 in più di gennaio 2021) quando “superMario” salì al Governo? Cresce il sospetto che l’azione speculativa dei banchieri sia quella di indebitare il Paese (ma si può dire senza alcun errore: tutti i paesi) con l’intento di acquisire fette importanti di buona produzione per indirizzarla verso i privati e lasciare il rimanente come debito da far pagare alla collettività. Non sono una novità il lavorio fatto dai detrattori del servizio pubblico robusto a tutto vantaggio dei privati messo in atto dai vari teorici delle liberalizzazioni, ovvero la cessione della quota pubblica, Prodi, Draghi, Dini, Amato, Monti, Ciampi, Berlusconi… che hanno piegato la stabilità e la solidità dell’Italia ai “mercati” internazionali, proprio quei mercati che, ora, presentano il conto da saldare. Una realtà già sperimentata, e realizzata, in Grecia ed esportabile [2], pronta cassa, in ogni dove.
Una crisi politico-economica proposta/voluta da banchieri mascherati da democratici che ha prodotto, in diverse aree geografiche, e grazie alla complicità di politicanti mercenari, conflitti (guerre) che hanno causato ulteriori danni alla popolazione mondiale che dovrà ribellarsi, quanto prima, a quei diktat imposti dall’alto se non vuole morire sotto le varie menzogne di questa ripugnante élite.
NOTE.
[2] https://www.money.it/Crisi-Grecia-spiegata-cause-conseguenze-sviluppi-Grexit
Foto di BLASfemia_Bernal / 65