di MOWA
“Tutto è pieno, esistenza dappertutto, densa e pesante e dolce. Ma al di là di tutta questa dolcezza, inaccessibile, vicinissimo, e, ahimè, così lontano, giovane, spietato e sereno c’è… questo rigore.”
(Jean Paul Sartre, La nausea, pag. 130 )
In un paese sovvertito nella sua normalità funzionale, un po’ dovuto alle varie restrizioni causate dalla pandemia virale, ci si chiede quali siano state le motivazioni che hanno spinto al “consenso” nei sondaggi la popolazione verso Mario Draghi. Quale sia stata la moral suasion che ha fatto perdere l’orientamento razionale delle persone indirizzandole verso costui.
Ricordiamo che quella stessa persona (Mario Draghi) fu – con molte altre del mainstream politico – una delle figure che più furono acerrime nemiche dei diversi Stati europei quando presiedeva la BCE come ben descritto nel voluminoso libro di Yanis Varoufakis Adulti nella stanza (ed. La nave di Teseo) come, ad esempio, a pag. 206:
“Intervistato da una televisione commerciale, una mattina dichiarai: ”Non ha senso vincere le elezioni se Syriza non risponderà con fermezza alla minaccia di Mario Draghi di chiudere le banche e i bancomat mettendo giù il telefono e ricordandogli che la sua aggressione viola i trattati e lo spirito dell’Unione Europea. Il popolo greco deve essere preparato a questa minaccia da parte della BCE, che si è già comportata in questo modo con gli irlandesi e i ciprioti.”
Una figura (Mario Draghi) spietata, censurabile… che arrivò a pianificare contro il popolo greco (sempre dal citato libro – pag 152):
“…aveva lavorato sul Piano Z della BCE – la strategia per escludere la Grecia dall’eurozona con il minimo danno per gli altri paesi membri…”
Un cinico tapino che, nel contempo, si prefissava l’indebolimento della forza politica popolare di Syriza come ben spiegato, a pag. 161, da Varoufakis:
“Dopo aver passato la notizia bomba della BCE chiesi ad Alexis, Pappas, Dragasakis, Euclid e Stathakis: “Capite dove vogliono arrivare? Il giorno dopo la vostra vittoria Mario Draghi vi chiamerà per avvertirvi che, come annunciato in precedenza, la BCE non fornirà più la liquidità alle banche della Grecia, disposizione immediatamente esecutiva.” La BCE stava creando le condizioni per la chiusura delle banche greche senza avviso né motivazione, proprio mentre Syriza andava al potere.”
Una pianificata discriminazione politica della massoborghesia, che tramite le funzioni del responsabile della BCE, Draghi, esercitava pressioni sul popolo greco (in questo caso) come si evince dalle parole di Varoufakis a pag. 255:
“Per far fronte ai massicci prelievi le banche hanno dovuto far ricorso alla BCE per una cifra superiore ai 60 miliardi di euro. La minaccia di Mario Draghi di chiudere le banche stava proprio determinando le condizioni necessarie per giustificarla.[…]
[nota 21, ndr] Non c’era nessun’altra ragione per farlo. La situazione critica delle banche greche non era molto diversa, per esempio, da quella delle banche italiane. Solo pochi mesi prima infatti la stessa BCE aveva dichiarato che le banche greche avevano superato lo stress test che era stato imposto dalla BCE stessa. A differenza delle banche di Cipro nel 2013 e di quelle irlandesi nel 2009, che invece non lo avevano superato.”
Qualcuno ricorda le scene passate in televisione di miseria, disperazione, impedimento dei prelievi dei propri risparmi dalle banche o delle pensioni del popolo greco che portarono molte persone anche a suicidarsi?
Immagini da far arrabbiare chiunque sia in grado di comprendere che non eravamo più nella fase immediatamente dopo la guerra ma nel pieno dello sviluppo di una opulenta civiltà occidentale. Una civiltà occidentale che ha illuso gli ingenui che tali scene fossero superate e lontane perché l’economia capitalistica era solida e che, quindi, tali immagini fossero afferibili, solo, a quei paesi con residuità delle colonizzazioni e, invece… venire a scoprire di essere le “nuove” e perenni “colonie” della massoborghesia mai dichiarate ufficialmente.
Paesi occidentali che passano, da quando hanno eliminato dalla scena politica il più grande partito comunista europeo (il P.C.I. di Togliatti, Longo e Berlinguer), in modo continuativo dalla padella alla brace con personaggi di infimo ordine che arrivano a vomitare bestemmie del tipo:
“È un grande piacere e un grande onore essere qui con il grande principe Mohammad bin Salman. Per me è un privilegio poter parlare con te di Rinascimento. Credo che l’Arabia Saudita possa essere il luogo per un nuovo Rinascimento. Vostra Altezza, grazie”
Per non dimenticare. https://t.co/7hZhIOzdUR
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) February 27, 2021
Ad un figlio “illegittimo” di una Repubblica democratica, nata dalla Resistenza al nazifascismo, che viene a dire cotante corbellerie in poche parole si può solo dare un unico premio che è quello che si mette, nei libri delle favole, sulla testa dei bimbi ignoranti: un vistoso cono con due orecchie da somaro.
Siamo in una Italia che vive tra i disconoscimenti ideologici, come nel caso della parlamentare Meloni che arriva a denunciare il vignettista Vauro Senesi (a cui rinnoviamo la solidarietà e vicinanza) per averle detto, testuale:
“Nessuna solidarietà a leader di un partito razzista”
Dove stanno gli estremi della denuncia? Oppure, la parlamentare vuole sfruttare la notorietà del vignettista per farsi altra propaganda senza sapere che, probabilmente, questa sua azione le tornerà – come un boomerang -, in non consensi perché molti suoi seguaci si chiederanno se seguirla ancora o non più con questa taratura? Si chiederanno, forse, i suoi sostenitori cosa sia cambiato da quando urlavano nelle piazze “via questo, via quello…”? E se si cambia così disinvoltamente vuol dire che c’è stato l’inganno e, pertanto…
Ma tornando a Draghi i primi effetti della sua iperbole economico-politica li si vedono già con i primi pronunciamenti per nulla popolari. Anzi, sta aprendo ulteriori contenziosi antipopolari che creeranno crudelmente altra disperazione nella povera gente, ed i primi segnali sono i nuovi corsi vedi la non concessa proroga del pagamento delle rate del 2020, relative alla rottamazione-ter e a quanto pare, per ogni sostegno si deve passare dalle multinazionali e dalle banche che, così, ne trarranno ulteriori guadagni. Nomen omen.
Il rignanese Matteo, che si è sempre pavoneggiato di “sinistra” (sinistra a che e a che cosa? Forse, non aveva detto che aveva scherzato e alludeva, solo, ad un punto cardinale dell’astronomia… il che direbbe: Occidente?), era troppo impegnato in salamelecchi al monarca saudita per non immaginare che le cose sarebbero finite in codesto modo per il paese Italia? O era, forse, distratto dai problemi giudiziari della parentela per non vedere l’ennesima catastrofe sociale alle porte?
Un sinistro figuro che si finge di sinistra per perseverare nell’opera di privatizzazioni iniziate tempo fa da soggetti che fanno gli interessi di pochi e, nel merito, ritorna attuale uno scritto di qualche tempo fa (10 marzo 2004) di Angelo Ruggeri, del Centro studi e di iniziativa “Il lavoratore”, il quale sosteneva che:
“Schiavi e servi fedeli del bipartisan unicum totemico di “europeizzazione, liberalizzazione, privatizzazione”, attorno al quale incita a danzare ogni giorno Ciampi.
Un unicum totemico di cui è esemplare il caso Terni. A misura dell’inveterata perversione ed enfasi sulla “fine dello Stato”, con cui la “sinistra” ha occultato una duplice svendita: l’interesse “nazionale” ad “Europa” e BCE ; e l’interesse “generale” ai “privati”, con privatizzazioni anche d’industrie strategiche, “concertate” dai governi Amato e Ciampi in poi, ma sempre sotto la cappella di Draghi officiante-capo del complotto Britannia-British, con protagonista, anche l’Iri di Prodi il templare che si è così conquistato il posto chierico-capo che occupa oggi nella UE… ”
Ma, purtroppo, ci si aspetta molto altro ancora di peggio da questi parvenu della politica, se non ci si riesce ad organizzare sul territorio con una risposta consapevole, contro coloro che si atteggiano a grandi camarlenghi di corte quando, invece, sono solo semplici pedoni di una scacchiera che sacrificherà anche loro in nome dei veri protagonisti di una tavola imbandita… solo per loro stessi.