Francesco Ciotti
Alla festa del Fatto, nel corso del dibattito, “A che punto è la guerra”, tenutosi alla Casa del Jazz di Roma, si è stilato il bilancio “dell’operazione militare speciale” in Ucraina, una guerra per procura alimentata da logiche ciniche e diaboliche, che alla fine hanno favorito la spinta egemonica statunitense contro la Russia. L’evento ha visto la partecipazione della scrittrice Elena Basile, del generale Fabio Mini, del docente di Sociologia del terrorismo internazionale Alessandro Orsini e della giornalista Barbara Spinelli.
È stato l’ex comandante NATO della missione KFOR in Kosovo, Fabio Mini, ad aprire l’incontro, descrivendo una situazione militare, dove l’esercito ucraino sta subendo perdite colossali e non più recuperabili.
“È una situazione che si sta stabilizzando verso una guerra di usura, quindi una guerra lunga, di grande dispendio di vite umane che andrà avanti così per parecchio tempo”, ha affermato Mini citando le analisi dell’ex colonnello dell’esercito statunitense Douglas McGregor, che recentemente ha stimato le perdite di Kiev in circa 400.000 soldati, di cui 40.000, solo nell’ultimo mese di controffensiva.
Accordi di Pace stracciati dall’Occidente
Una carneficina che poteva essere evitata, secondo l’ex deputata del parlamento europeo Barbara Spinelli, che ha posto l’accento sulle trattative di pace boicottate dall’occidente a Marzo 2022.
“Poche settimane dopo le trattative tra Kiev e Mosca vanno avanti e si concludono su una bozza di accordo, che prevede la neutralità dell’Ucraina e garanzie di sicurezza da parte di una serie di Paesi per l’Ucraina, quindi Zelensky era pronto a rinunciare all’ingresso alla Nato. Putin ha confermato questo, mostrando la bozza in un recente incontro con i dirigenti africani a Mosca. Questa occasione è stata completamente persa perché Boris Johnson si è precipitato a Kiev esortando affinché la guerra continuasse”, ha affermato la Spinelli, menzionando un retroscena che era stato rivelato dall’ex primo ministro israeliano Naftali Bennett, (presente alle trattative), secondo cui erano stati gli Stati Uniti a quel punto a bloccare clamorosamente il processo di pace.
Ma perché ciò è avvenuto? Perché l’occidente ha avallato il perpetrarsi di una guerra sanguinosa nel cuore dell’Europa? A dare risposte a questo quesito, è intervenuto il professor Alessandro Orsini, che ha spiegato come la vera strategia dell’Occidente consisteva nel realizzare un conflitto di lunga durata che evocasse una minaccia russa per tutto il tempo necessario a conseguire 3 condizioni: giustificare un ulteriore espansionismo della Nato, separare Mosca dall’Europa e preparare lo scenario a Taiwan contro la Cina.
La Guerra per espandere l’Alleanza
È certo che “un accordo nel 2022 avrebbe quasi sicuramente compromesso l’assorbimento della Svezia e della Finlandia della Nato”, che avrebbe portato l’Alleanza da 30 a 32 membri.
“La Nato aveva 2 strade per la sua espansione. La prima è quella che è stata tentata infruttuosamente, vale a dire l’assorbimento dell’Ucraina nella Nato per passare da 30 a 31 membri. Fallita questa strada, gli Stati Uniti hanno avuto la possibilità di raddoppiare sfruttando la guerra per assicurarsi un ingresso molto rapido della Svezia e della Finlandia, estendendo così impressionantemente il confine con la Russia che con la Finlandia supera i 1000 chilometri”, ha affermato Orsini, constatando che l’unica cosa che conta davvero per il presidente Joe Biden ed il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg non è l’Ucraina, bensì “l’Ucraina in funzione dell’espansione della Nato”.
Un riscontro di questa logica diabolica arriva dalle parole di Stian Jensen, capo dell’ufficio del segretario generale dell’Alleanza Atlantica, che poco dopo l’ingresso della Svezia e Finlandia ha proposto un accordo di pace che potrebbe comportare la rinuncia di Kiev a territori a favore della Russia in cambio della sua adesione alla NATO.
“Uno dei modi possibili per chiudere questa guerra è che l’Ucraina ceda territori alla Russia e non è soltanto Jensen che rilascia questa dichiarazione. Nella prospettiva cinica e disumana del blocco occidentale l’Ucraina sta perdendo importanza”, ha continuato Orsini.