Francesco Ciotti
Il prossimo pacchetto di aiuti conterrà una partita di missili Storm Shadow con gittata da 300 km
“L’applicazione dell’articolo 11 della nostra Costituzione ci impone dei caveat rispetto all’utilizzo delle armi che diamo all’Ucraina: devono essere necessariamente usate per la difesa dell’Ucraina, che significa anche colpire i russi in Ucraina, ma non possono essere utilizzate nel territorio di un altro Paese”. Così si esprimeva il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenendo al convegno nazionale dei Giovani imprenditori di Confindustria lo scorso 31 maggio, in risposta al recente avvallo della Nato a fornire armamenti da consegnare a Kiev per colpire obiettivi militari in Russia.
“Le armi italiane possono essere usate soltanto all’interno del territorio ucraino per impedire l’avanzata dei russi e quindi per garantire la libertà dell’Ucraina”, aveva ribadito il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani, ospite a Cinque Mattino su Canale 5.
Belle promesse, forse utili a raccogliere il consenso della maggioranza pacifista italiana in vista delle elezioni europee. Un cinico bluff che si sta via via smascherando in tutta la sua distanza siderale dalla realtà…
Il prossimo pacchetto di armi a Kiev che il ministro Crosetto presenterà al Copasir entro fine mese, il nono per la precisione, non contemplerà solo la consegna dei sistemi di difesa aerea Samp-T, bensì anche una partita di missili a lungo raggio Storm Shadow, in grado, potenzialmente, di colpire all’interno del territorio russo.
È quanto riferiscono al Fatto Quotidiano fonti autorevoli a conoscenza della questione, precisando che la decisione sarà messa nero su bianco nel decreto interministeriale che il governo italiano firmerà entro il vertice Nato di Washington del 9-11 luglio.
La nuova postura bellicista post-elezioni si era già avvertita con le esternazioni del presidente del consiglio Giorgia Meloni. Domenica, alla conferenza di pace in Svizzera, aveva riferito al presidente ucraino Volodymyr Zelensky che la “pace non è una resa” di Kiev.
La notizia sull’invio dei sistemi a lungo raggio era già trapelata il mese scorso dalle dichiarazioni del ministro della Difesa britannico Grant Shapps, citato da The Times, secondo cui avevamo già consegnato missili da crociera Storm Shadow/SCALP EG, imbarcati sui velivoli da combattimento Sukhoi Su-24M, per colpire obiettivi strategici in profondità, nelle retrovie delle forze russe in Crimea e nei territori ucraini sotto il controllo di Mosca. Tutto a spregio, ovviamente, dell’articolo 11 della nostra costituzione tanto difeso da Crosetto.
Gli Storm Shadow, infatti, non sono affatto sistemi difensivi. Questa tipologia di missile da crociera stealth a lungo raggio, presenta un’autonomia variabile da 300 a 560 km, a seconda della quota di lancio. Lungo 5,1 metri e pesante 1300 kg, è equipaggiato con un motore a turbogetto che gli consente di raggiungere Mach 0,8-0,95. Programmato prima del lancio, diventa autonomo e utilizza un sistema INS-GPS e TERPROM per la navigazione. È dotato di un sensore IIR che può individuare bersagli da 15-20 km e attaccarli con precisione. I missili sono progettati per non essere rilevati dalle difese aeree nemiche, possono eseguire manovre evasive nelle fasi finali del volo e sono dotati di una doppia carica: una cava perforante e una esplosiva che entra in azione dopo la perforazione.
Nel 1999, l’Italia ne ha acquistati 200 per armare i suoi aerei Tornado IDS e nel 2023 ha aderito ufficialmente al programma franco-britannico Future Cruise/Anti-Ship Weapons (FC/ASW), che mira a sostituirli con unità di nuova generazione.
Il 12 giugno dello scorso anno, uno Storm Shadow ha colpito un quartier generale nella provincia di Zaporizhzhia, provocando la morte del generale russo Sergei Goryachev, capo della 35° Armata di Mosca. In un altro attacco del 29 luglio lo stesso modello di missile, ha colpito il ponte ferroviario di Chongar.
Si tratta dunque di armamenti che pongono il nostro Paese ancora più pericolosamente coinvolto nella guerra con la Russia
19 Giugno 2024