Dopo le polemiche per la gestione del dossier siriano la CIA rispolvera la guerriglia all’Unione Sovietica
Valutazioni strategiche sempre più simili a sondaggi. Un centro studi britannico molto apprezzato negli Usa dice che i bombardamenti della Coalizione non servono a nulla. E i russi colpiscono solo i ribelli ‘buoni’. E la Cia riarma altri ribelli con datati missili anticarro Tow dal lontano Vietnam
di Ennio Remondino
Un’analisi di IHS Jane’s, centro studi britannico editore del ‘Jane’s defence weekly’. Secondo lo studio gli attacchi Isis sarebbero aumentati del 42%: dagli 8,3 tra aprile e giungo agli 11,8 al giorno tra luglio e settembre. Il numero delle vittime è cresciuto del 65,3% rispetto ai tre mesi precedenti, e dell’81% rispetto ad un anno prima. Strane statistiche.
I raid della Coalizione non avrebbero indebolito l’organizzazione, secondo il centro anti-terrorismo di Ihs Jane’s. Così come accade per i raid russi che -versione Pentagono- colpiscono principalmente i ribelli anti Assad. Valutazione curiosa dal momento che i raid russi sono iniziati da troppo poco tempo per trarne già un bilancio in termini strategici.
Sempre secondo IHS Jane’s, nelle scorse settimane l’Isis avrebbe guadagnato terreno nella zona di Aleppo grazie al fatto che a essere colpiti dai raid russi sono i gruppo ribelli rivali”. Una versione del tutto simile a quella della Cia che, dopo le polemiche per la cattiva gestione del dossier siriano, la CIA ricompare in Siria con ‘novità’ che sanno d’antico.
Antiche tecniche di guerriglia dei tempi dell’Unione Sovietica. Dopo l’intervento russo in Siria, Washington ha ripreso ad armare i ribelli anti-Assad attraverso il canale saudita. Secondo il New York Times, la guerra per procura americana ha rifornito gli oppositori paracadutando centinaia di casse di munizioni, armi e materiale bellico definito “da guerriglia”.
Una delle tattiche per fronteggiare adeguatamente le forze armate di Damasco ad Hama, Aleppo e Idlib, i principali fronti caldi di questa nuova offensiva autunnale, consiste nell’opporre alle armate e ai tank russi pilotati dall’esercito siriano i potenti missili anticarro “Tow”. Armi datate, anni Settanta, impiegate dall’esercito americano in Vietnam.
I Tow -acronimo di Tube-launched Optically-tracked Wire-guided- sono lanciatori che sparano missili guidati via cavo, capaci di penetrare nelle armature dei carri armati e di far arrivare in pochi secondi la temperatura all’interno del carro nemico a migliaia di gradi, cosa che provoca lo scoppio delle munizioni e del veicolo. Come i lanciarazzi Milan in Afghanistan.
Il trasferimento dei missili ai ribelli è un’operazione coordinata dalla CIA e non dal Pentagono. Una scelta tattica che la Casa Bianca spera abbia più successo di quella varata dal ministero della Difesa, che stenta perché troppo costosa, 9,9 milioni di dollari al giorno dei raid aerei. Ecco spiegate le strambe statistiche del servizievole centro studi britannico IHS Jane’s.
26 ottobre 2015