Tentativo del governo ucraino di assumere il controllo dei media inseguendo più il modello russo-putiniano che quello occidentale a cui dice di ispirarsi. Il nuovo disegno di legge, definito da più parti antidemocratico e pericoloso, subordina tutti i media ad un unico ente statale che ha il potere di ammonire, multare e, in ultima analisi, chiudere qualsiasi canale, denuncia Serhiy Guz, giornalista ucraino, su OpenDemocracy.
Se non basta l’autocensura patriottica
Molti giornalisti ucraini hanno scambiato i loro dittafoni con i fucili e sono andati a prestare servizio in prima linea contro l’esercito russo. Altre migliaia stanno rischiando la vita per fare reportage dai campi di battaglia e dalle aree colpite dai conflitti. Nel frattempo, il partito di governo ‘Servitore del popolo’ ha deciso di servire se stesso e il suo potere rafforzando il controllo sulla stampa.
Fino ad ora, l’Ucraina non ha creato alcun organo ufficiale di censura durante l’invasione russa grazie agli alti livelli di autocensura tra i giornalisti, che a torto o a ragione hanno rispettato (volontariamente o forse sotto costrizione) molte restrizioni da parte di funzionari militari e civili.
Ora, però, il nuovo disegno di legge subordina tutti i media ad un unico ente statale che ha il potere di ammonire, multare e, in ultima analisi, chiudere qualsiasi canale.
Grande Fratello all’ucraina
In base ai poteri del disegno di legge, il Consiglio nazionale ucraino per le trasmissioni televisive e radiofoniche acquisirà poteri di regolamentazione su giornali, media online o piattaforme digitali che forniscono servizi di media, in aggiunta all’autorità già esistente su TV e radio.
Se firmato dal presidente Volodymyr Zelenskyi, il decreto conferirà al governo poteri di controllo senza precedenti sulla stampa ucraina. E non è neppure la prima volta che lo stesso presidente ci prova. Una legge simile è apparsa quasi tre anni fa, all’inizio del governo Zelenskyi.
Allora, la maggior parte delle organizzazioni giornalistiche ucraine si oppose categoricamente. La legge era considerata troppo severa e i poteri assegnati al Consiglio nazionale troppo estremi. Di conseguenza, nel maggio 2020, il parlamento ucraino ha bocciato il disegno di legge. «Ora, tuttavia, dopo nove mesi di guerra della Russia contro l’Ucraina, stiamo assistendo al ripetersi di uno scenario familiare a chiunque abbia osservato i recenti radicali cambiamenti alle leggi sul lavoro» scrive Serhiy Guz.
Per approvare la nuova legge sui media, il governo ucraino e i suoi alleati parlamentari stanno usando la retorica sulla necessità delle riforme (a sostegno dell’adesione all’UE, nientemeno) e sugli effetti dell’invasione russa. Bugie vergogna.
In realtà, è una questione di controllo.
I poteri che verrebbero delegati al ‘Consiglio nazionale ucraino per le trasmissioni televisive e radiofoniche’ non hanno precedenti. «Mai nella storia dell’indipendenza del paese un singolo ente statale ha avuto questo tipo di poteri, né sotto la presidenza di Leonid Kuchma (1994-2005, momento di forte pressione sui giornalisti) né durante il governo di Viktor Yanukovych (2010-2014, quando fuggì dal paese dopo la rivoluzione di Maidan)».
Quando Yanukovich aveva introdotto le cosiddette ‘leggi della dittatura’ per reprimere le proteste di massa nel gennaio 2014, i giornalisti ucraini si erano indignati. Queste leggi cercavano di limitare il lavoro delle agenzie di stampa non ufficialmente registrate (come molte all’epoca) e di bloccare i siti web che contenevano informazioni “illegali”.
L’attuale disegno di legge sui media contiene proposte simili, oltre a ulteriori disposizioni più rigorose. Queste potrebbero distruggere il fragile equilibrio di potere tra i media e il governo, che in passato ha impedito all’Ucraina di scivolare nella dittatura.
Si stava meglio quando si stava peggio?
Ad esempio, durante gli anni di Kuchma e Yanukovich, la mancanza di controllo statale sui siti web ha fatto sì che il popolo ucraino avesse accesso a migliaia di pubblicazioni online in opposizione al governo. Ciò ha creato una base per la resistenza della società ucraina ai tentativi di usurpare sia il potere che il diritto alla verità.
Per quanto riguarda la carta stampata, scopriamo che molte organizzazioni pubbliche ucraine pubblicano giornali e opuscoli senza alcuna registrazione ufficiale: la legislazione ucraina lo consente, il nuovo disegno di legge lo vieta.
Il disegno di legge Zelensky sui media organizza la sua guerra con ben 282 pagine e va a modificare dozzine di leggi. Una massa normativa illiberale e poderosa, contro cui, dal momento in cui il disegno di legge sarà stato adottato, al cittadino ucraino sono concessi solo 21 giorni per sollevare obiezioni e ricorsi.
Pericolo di monopolio statale dei media
Oggi, solo l’Unione nazionale dei giornalisti dell’Ucraina (NUJU), sostenuta dalla Federazione europea dei giornalisti, si oppone apertamente a questo disegno di legge. Tuttavia, il governo ucraino sta abilmente usando la guerra per spostare l’attenzione pubblica dall’eccessiva regolamentazione dei media ucraini verso questioni che sono diventate solo più controverse durante la guerra, come l’uso della lingua russa su TV e radio ucraine. Di fatto il pericolo principale resta nella creazione di un monopolio statale di controllo sui media.
«Arriva in un momento difficile per i media del Paese, che hanno subito interferenze da parte delle autorità ucraine dall’inizio dell’invasione russa. La televisione ucraina è stata praticamente monopolizzata dallo stato, con un programma trasmesso su tutti i canali di notizie centrali, la United Marathon».
Le eccezioni sono state i canali Pryamyi, Espresso e Channel 5 legati all’ex presidente Petro Poroshenko, che hanno trasmesso la loro ‘maratona informativa’ fino a quando un decreto presidenziale li ha costretti a passare alla United Marathon. Va notato che Poroshenko, che ha perso contro Zelenskyi nelle elezioni del 2019, è ampiamente visto come un possibile concorrente dell’attuale presidente.
Poroshenko il nemico che ritorna
Ad aprile, i canali collegati a Poroshenko sono stati rimossi dal pacchetto di televisione digitale più economico del paese. I canali associati all’ex presidente sono stati ritirati dalle trasmissioni online con il pretesto del ‘narcisismo eccessivo di Poroshenko’, mentre Zelensky imperversa su tutti i canali possibili dell’universo televisivo. Tuttavia, per quanto le autorità ucraine lo desiderino, i canali televisivi e i siti Web associati a Poroshenko non possono essere completamente chiusi: è impossibile accusarli di essere filo-russi.
‘Filo russo’, l’accusa del tradimento
Non è accaduto lo stesso per altri canali ucraini che sono stati spesso accusati di linea filo-russa. Alcuni sono stati chiusi, ma queste decisioni sono state prese senza procedimenti giudiziari a confermare accuse di ‘politica editoriale filo-russa’ o dipendenza dai finanziamenti russi. Prima della guerra Oleksandr Tkachenko, attuale ministro della Cultura e della Politica dell’informazione, collegava la nuova legislazione sui media alla necessità di chiudere i canali filo-russi. Oggi nessuno sta nemmeno cercando di dimostrare tali accuse, citando la mancanza di tempo e risorse durante la guerra.
Tra propaganda, etica e legalità
«Per regolamentare le azioni dei giornalisti ucraini, il disegno di legge impone loro di seguire un codice etico. Questo può sembrare un intento nobile, ma l’introduzione di obblighi etici nella regolamentazione legale del giornalismo può diventare un’altra scappatoia per fare pressione sui giornalisti», ammonisce Serhiy Guz. «Finora l’adesione al codice etico era volontaria. Il codice è stato scritto e regolato dalla Commissione ucraina di etica giornalistica, un organo di autogoverno di giornalisti di cui faccio parte».
«La nuova legislazione creerà anche “organi di co-regolamentazione” per approvare vari standard di settore, inclusa l’etica, e regolamentare eventuali violazioni». Il Consiglio nazionale per la TV e la radio si riserva il diritto finale sia di approvare le regole etiche sia gli esperti che esamineranno i reclami per le violazioni dei codici e delle norme da parte dei media. E la reazione del Consiglio nazionale e dei suoi poteri può andare dall’ammonizione alla multa o alla totale chiusura dell’organo di informazione.
Gli standard etici non sono norme legali
E l’introduzione della responsabilità legale per violazione degli standard etici professionali può minare i fondamenti della libertà di parola e mettere a rischio tutti i giornalisti che criticano autorità o funzionari ucraini. E ciò significa minare i fondamenti del ruolo della stampa in una società democratica, dietro la clamorosa bugia che questa legge scopertamente liberticida farebbe parte delle riforme chieste dall’Unione per un futuro accesso dell’Ucraina.
22 Novembre 2022