Articolo di qualche mese fa ma che alla luce di nuovi scenari (in diversi paesi del mondo) mette in evidenza la pianificata volontà del capitalismo di usare tutti i suoi “agenti” per modificare lo status quo… non ultima l’Ucraina.
MOWA
Guerra e verità
Ci sono le prove: un celebre attivista globale ha collaborato strettamente con la società d’intelligence Stratfor, la “CIA ombra”.
di Carl Gibson e Steve Horn.
Il serbo Srdja Popovic è conosciuto da molti come uno dei principali architetti dei cambiamenti di regime in Europa orientale, e in qualunque altro paese, avvenuti dalla fine degli anni ’90, oltre che come uno dei fondatori di Otpor!, il gruppo di attivisti serbi finanziato dagli Stati Uniti d’America che portò al rovesciamento di Slobodan Milosević nel 2000. È meno noto che, come rivela un’inchiesta esclusiva di Occupy.com, Popovic e l’organizzazione – germogliata da Otpor! – CANVAS (Centre for Applied Nonviolent Action and Strategies) hanno anche mantenuto una stretta relazione con un dirigente della Goldman Sachs e con la società privata di intelligence Stratfor (Strategic Forecasting Inc.), oltre che con il Governo americano. Tra l’altro, la moglie di Popovic ha lavorato alla Stratfor per un anno.
Queste rivelazioni sono venute alla luce a seguito della diffusione di migliaia di nuovi messaggi di posta elettronica da parte di Wikileaks nella sua campagna denominata “Global Intelligence Files“. I messaggi di posta elettronica rivelano come Popovic abbia lavorato a stretto contatto con Stratfor, un’azienda privata di Austin, nel Texas, che lavora nel settore dell’intelligence e della sicurezza, e che raccoglie informazioni di intelligence su eventi geopolitici e su gruppi di attivisti politici per conto di clienti che vanno dall’American Petroleum Institute, ad Archer Daniels Midland, a Dow Chemical, Duke Energy, Northrop Grumman, Intel, Coca-Cola.
Indicato nelle e-mail con l’appellativo di “SR501“, Popovic è entrato in contatto con Stratfor per la prima volta nel 2007, quando gli fu chiesto di tenere una conferenza presso la sede della compagnia sul tema degli eventi in corso in Europa orientale, secondo quanto dichiara una fonte di Stratfor che ha chiesto di parlare con la garanzia dell’anonimato.
In uno dei messaggi email, Popovic ha inviato informazioni relative ad attivisti politici feriti o uccisi dal Governo filo-americano del Bahrain, informazioni ottenute dal Bahrain Center for Human Rights durante la forte repressione degli attivisti che manifestavano per la democrazia nell’autunno del 2011. Popovic è stato inoltre l’estensore di un documento relativo a un piano di rovesciamento del da poco deceduto leader venezuelano Hugo Chávez, nel settembre del 2010.
Il collegamento globale di Stratfor con i gruppi di attivisti
Utilizzando il suo status di attivista noto in tutto il mondo, Popovic è riuscito ad aprire molte porte, consentendo a Stratfor di incontrarsi con esponenti di gruppi di attivisti politici di tutto il mondo. E ogni volta, le informazioni che Stratfor – che si è autodefinita “una CIA ombra” – voleva ottenere dai contatti di Popovic finiva per servire come “actionable intelligence“[1] per le corporation sue clienti.
Popovic ha passato informazioni a Stratfor in merito alle attività politiche di gruppi di attivisti di molti paesi di tutti i continenti, dalle Filippine alla Libia, alla Tunisia, Vietnam, Iran, Azerbaigian, Egitto, Tibet, Zimbabwe, Polonia, Bielorussia, Georgia, Bahrein, Venezuela e Malesia. Spesso – rivelano i messaggi di posta elettronica – Popovic ha passato a Stratfor le informazioni senza aver ottenuto il consenso da parte degli attivisti, e persino senza che essi fossero neppure a conoscenza che i loro messaggi di posta venivano dirottati verso una compagnia privata del settore della sicurezza. Negli U.S.A., uno dei co-autori di questa inchiesta, Carl Gibson (che fa parte di “US Uncut”), ed Andy Bichlbaum, del gruppo “TheYesMen”, ha avuto un incontro con Popovic poco tempo dopo che le due rispettive organizzazioni avevano organizzato uno scherzo mediatico ai danni della General Electric, che era stata messa in ridicolo per non aver pagato le tasse.
I due hanno passato a Popovic delle informazioni che riguardavano i piani delle loro due organizzazioni per l’anno a venire, e in seguito all’incontro si è venuto a sapere che Stratfor aveva iniziato a monitorare attentamente le attività di “TheYesMen”. (la foto sotto, scattata da Bichlmaum ad aprile del 2011, mostra Popovic – a sinistra – insieme a Carl Gibson, di US Uncut).
Durante la “primavera araba”, in Egitto, nel gennaio del 2011, Popovic ha ricevuto un invito da parte della CNN per apparire in video ed essere intervistato. Le prime persone a cui si rivolse furono dipendenti della Stratfor, che gli fornirono una lista di cinque argomenti di cui avrebbe dovuto parlare. Stratfor ha affermato che la principale funzione di Popovic era quella di consentire l’utilizzo del suo vasto reticolo di contatti tra attivisti di base sparsi in tutto il mondo.
“Un breve promemoria circa il fatto che la principale utilità di questo contatto deriva dalla sua capacità di stabilire contatti con i piantagrane di tutto il mondo con cui è personalmente in contatto. La sua personale capacità di discernere le situazioni sul campo potrebbe essere considerata limitata, la sua linea di operazioni consiste nel prendere un contatto iniziale con un asset e lasciargli poi fare da sé”.
Così recita un messaggio di posta elettronica del maggio 2010, scritto da Marko Papic, un ex dipendente di Stratfor che aveva l’incarico di analista per l’area Eurasia. “Popovic, ogni tanto, ha effettivamente delle informazioni che possono essere utili.
Ma l’idea di fondo è di creare un network di contatti attraverso CANVAS, contatti che poi noi possiamo attivare indipendentemente”. Popovic è stato così ben accolto da Stratfor da riuscire a far ottenere un posto di lavoro anche per sua moglie, Marijah, che ha lavorato dal marzo 2010 al marzo 2011 a Stratfor come analista di intelligence delle fonti aperte disponibili durante i weekend. Anche l’altra candidata per quella posizione, Jelena Tancic, aveva lavorato per CANVAS.
“L’uomo di Canvas [Popovic] è un amico / fonte [per Stratfor], e ci ha raccomandato lei”,
scriveva in una e-mail del marzo 2010 Scott Stewart, Vice-Presidente del settore Analisi di Stratfor, tralasciando la circostanza che i due, all’epoca, avevano una relazione.
Popovic e sua moglie diventarono così inseriti in Stratfor, di fatto, che Popovic invitò numerosi colleghi dello staff di Stratfor a Belgrado, per il suo matrimonio.
Aiutare Stratfor a fabbricare rivoluzioni
Il vero valore di Popovic per Stratfor non era solo quello di costituire una pregiata fonte di informazioni di intelligence circa i movimenti globali rivoluzionari e di protesta, quanto quello di poter contribuire, se necessario, a rovesciare i leader di paesi ostili agli interessi geopolitici o finanziari degli Stati Uniti. Popovic – che in una e-mail di Stratfor viene definito “un’autentica fonte che come società utilizziamo costantemente” – si rivelò così utile per Stratfor che la società gli concesse un account per l’accesso gratuito alle analisi valido per ben cinque anni.
In un’altra e-mail del giugno del 2011, Papic si riferiva a Popovic come “un grande amico”, e lo descriveva come “un attivista serbo che viaggia per il mondo fomentando la rivoluzione”.
“Loro.. . fondamentalmente viaggiano per il mondo cercando di abbattere dittatori e regimi autocratici (quelli che non piacciono agli U.S.A. ;)”,
scrive Papic in una e-mail.
Nel prosieguo dello scambio di messaggi, afferma:
“Loro semplicemente vanno lì, mettono su bottega in un paese, e cercano di buttare giù il governo. Se utilizzati correttamente, sono più efficaci e potenti di un gruppo di incursori aviotrasportati”.
In risposta al messaggio in cui Papic parla di “incursori aviotrasportati”, il Vice Presidente a capo del settore Intelligence di Stratfor, Fred Burton, sardonicamente disse che forse sarebbe il caso di mandarli in Iran. Altre e-mail rivelano come Popovic abbia prestato servizio come fonte di informazioni che doveva mantenere i contatti con attivisti in Iran, dando a Stratfor informazioni relative alla difficile campagna per la raccolta di fondi per i “programmi per la democrazia”, nella fase in cui il Governo americano spingeva per una programma basato sull’influenza del “soft power”.
In un’altra e-mail del marzo 2010, inviata da Stewart a Burton, si parla del fatto che CANVAS stava “tentando di liberarsi di Chávez“, con riferimento all’allora Presidente venezuelano. Nel 2007, CANVAS aveva addestrato attivisti politici il cui programma era quello di rovesciare Chávez.
“Se ricordo bene, usavamo il sistema di posta cifrata Hushmail per contattarlo a proposito del Venezuela, data la delicatezza del fatto che stavamo utilizzando una organizzazione non governativa rivoluzionaria come fonte di informazioni, e considerando che abbiamo clienti che operano in quel paese”, scrive Papic in un messaggio di posta elettronica del gennaio 2011, parlando di Popovic. Stratfor rimase così affascinata dall’abilità di CANVAS di fomentare cambiamenti di regime all’estero, che invitò Popovic al suo quartier generale di Austin, nel 2010, affinché conducesse dei seminari su questo argomento, pagandogli le sue spese di viaggio.
CANVAS e i soldi di Goldman Sachs
Uno dei maggiori alleati di CANVAS è Muneer Satter, un ex dirigente di Goldman Sachs che ha lasciato la banca d’affari nel giugno del 2012 e che oggi gestisce la Satter Investment Management L.L.C. Il Direttore Esecutivo di Stratfor, Shea Morenz, ha lavorato anch’egli per dieci anni presso Goldman Sachs, come Direttore Generale della Divisione Gestione Investimenti, nonché come Responsabile per le Gestioni Private per l’area sud-occidentale. Satter è, tra l’altro, uno dei maggiori finanziatori del Partito Repubblicano, avendo contribuito con più di 300mila dollari alla campagna di Karl Rove prima delle elezioni del 2012, e con altri 100mila dollari all’associazione dei governatori repubblicani, nella prima metà del 2013. Muneer, che vive in una enorme casa del valore di 9,5 milioni di dollari nel distretto sub-urbano del Lago Michigan, a nord di Chicago, ha contribuito anche con una somma di 50mila dollari alla campagna di finanziamento del Presidente Obama, nel 2009.
Quando si è trattato di mettere in contatto Muneer con la compagnia privata di intelligence, Popovic ha fatto da tramite, presentando Satter al Presidente di Stratfor George Friedman. “Quando voglio comprendere i dettagli che stanno dietro gli eventi mondiali, mi rivolgo a Stratfor”, recita una dichiarazione di endorsement di Satter sul sito di Stratfor. “Dispongono delle più dettagliate ed approfondite analisi degli affari del mondo, e sono miglia avanti rispetto ai media del mainstream”.
Otpor!: l’altra versione della storia
Per poter comprendere come è potuto accadere che Popovic si sia trovato ad aiutare Stratfor nei suoi sforzi di raccolta di informazioni di intelligence, è cruciale esaminare Otpor! e CANVAS con un’analisi critica. Una attenta analisi dimostra che Popovic rappresentava la scelta naturale per Stratfor, come informatore e fidato consulente. Anche se spesso enfatizzata dagli attivisti di base e dai media occidentali, la “Rivoluzione dei Bulldozer” da sola non sarebbe bastata a portare alla caduta del regime di Milosevic ed ai successivi rivolgimenti politici dell’Europa orientale. C’è molto più di quanto non sia apparso agli occhi di tutti.
“All’inizio, l’operazione Serbia è stata un’operazione alla luce del sole, finanziata da uno stanziamento del Congresso USA di circa 10 milioni di dollari per l’anno fiscale 1999, e di 31 milioni per l’anno 2000. Alcuni cittadini americani coinvolti nelle azioni anti-Milosevic hanno affermato di essere stati a conoscenza, all’epoca dei fatti, di attività della CIA condotte ai margini della campagna, ma di non essere stati in grado di capire cosa effettivamente stesse facendo l’agenzia”, spiega un articolo di un’inchiesta pubblicata nel 2000 dal Washington Post.
“Il ruolo di guida fu assunto dal Dipartimento di Stato e dall’Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale, un’agenzia che supporta le azioni di politica estera del Governo degli Stati Uniti, e che ha svolto le operazioni di canalizzazione dei fondi attraverso imprese commerciali che lavoravano su contratti di appalto e gruppi no-profit come la NDI e il suo omologo repubblicano, l’International Republican Institute”.
Le affermazioni di Papic a proposito del fatto che CANVAS era “più efficace di un gruppo di incursori aviotrasportati” erano qualcosa di più di una semplice iperbole, ma si basavano sulle precedenti esperienze condotte in Serbia da Otpor! verso la fine degli anni ’90. “Di fatto, tra il 1997 e il 2000, il National Endowment for Democracy e il Governo USA potrebbero essere stati in grado di conseguire quell’obiettivo che 37mila missioni di bombardamento aereo della NATO non erano riuscite a garantire: cacciare Milosevic, sostituirlo con il loro candidato preferito, Vojislav Kostunica, e promuovere una visione neo-liberale per la Serbia”, ha scritto il ricercatore indipendente Michael Barker per Z Magazine.
“Molto similmente a come i gruppi di costruttori di consenso delle grandi corporation reclutano i propri sostenitori sulla base di spontanee e genuine adesioni alle loro campagne, allo stesso modo, movimenti sociali strategicamente utili possono potenzialmente riuscire a dominare la società civile, se forniti delle risorse appropriate (molto denaro e supporto professionale)”.
Otpor! ha avuto un tale successo che è stata “replicata” in Ucraina per aiutare a fabbricare il cambiamento di regime, nel 2004, usando lo stesso schema applicato originariamente in Serbia, con denaro fresco del Governo USA per 65 milioni di dollari.
“Li abbiamo addestrati insegnandogli come mettere in piedi un’organizzazione, come aprire le sezioni locali, come creare “un”marchio”, come creare un logo, dei simboli, dei messaggi-chiave”, ha dichiarato un attivista di Otpor! al network finanziato dagli U.S.A. di Radio Free Europe – Radio Liberty.
“Li abbiamo addestrati affinché imparassero a identificare i punti chiave di debolezza nella struttura sociale e a riconoscere quali fossero i problemi maggiormente pressanti per il popolo – quali potessero essere i fattori motivanti per la gente, soprattutto per i giovani, al momento di andare in cabina elettorale e dare forma in questo modo al loro stesso destino.”
La cacciata di Milosević fu accompagnata da un massiccio finanziamento americano per la creazione di un solido apparato mediatico in Serbia, e la moglie di Popovic ha lavorato ad una delle organizzazioni mediatiche finanziate dagli Stati Uniti, B92, come giornalista e conduttrice, dal 2004 al 2009.
“Aiutando Radio B92 e mettendola in collegamento con un nework di emittenti radio – l’ANEM – questa assistenza internazionale ha indebolito il controllo diretto e indiretto del regime sul sistema della stampa e dell’informazione”, ha spiegato un documento del gennaio 2004 diffuso da USAID.
“In Serbia, i media indipendenti sostenuti da USAID e da altri donatori internazionali hanno facilitato il cambio di regime”. Chi manifiesta posizioni critiche su questo argomento, sostiene che ciò che ha avuto luogo in Europa orientale è stato solo un cambio di regime, e non una vera rivoluzione, nel senso proprio del termine.
“Non c’è stata, per la verità, alcuna rivoluzione. Si è trattato di niente di più che piccoli trasferimenti di quote di potere all’interno dell’élite” ha spiegato il Professore Gerald Sussman, docente di Studi Urbani e Pianificazione presso l’Università Statale di Portland, nel suo libro “Democrazia griffata: i cambiamenti di regime nell’Europa orientale post-sovietica“. “Moderne tattiche di propaganda sono state utilizzate al fine di dare ai cambi di regime un’immagine populistica, prendendo vantaggio dall’instabilità e vulnerabilità delle situazioni che si presentavano in quelle regioni che avevano vissuto il crollo dell’Unione Sovietica”, ha scritto Sussman.
Considerando i legami tra Otpor! e le potenti fazioni in seno al Governo degli Stati Uniti, forse non è poi così soprendente il fatto che Popovic non abbia avuto alcun problema nel tenere una conferenza presso l’Accademia dell’Aeronautica degli Stati Uniti nel maggio del 2010, né che abbia partecipato ad una riunione del Consiglio Nazionale di Sicurezza nel dicembre del 2009. Una persona molto potente che ha fatto lobbying presso il Governo degli Stati Uniti nel tentativo di far ottenere finanziamenti a CANVAS è Michael McFaul, l’attuale Ambasciatore USA in Russia, e uomo che ha “lavorato a stretto contatto” con Popovic quando ha lavorato all’Università di Stanford come professore associato.
Popovic risponde alle critiche
Maryam Alkhawaja, direttrice del Center for Human Rights of Bahrain, ha detto di aver conosciuto Popovic già da parecchi anni, come attivista politico, e che non aveva alcuna conoscenza delle frequentazioni di Popovic fino alla diffusione da parte di Wikileaks dei messaggi di posta di Stratfor. “Srdja è qualcuno con cui mi sono incontrata più di una volta. Era un acceso sostenitore della rivoluzione in Bahrein, e delle campagne di lotta per i diritti umani” ha detto Alkhawaja in un’intervista telefonica. “Quando mi ha fornito le loro informazioni, è stato il momento che mi ha sorpreso di più”: la Alkhawaja ha affermato che all’epoca dei fatti lei non era proprio a conoscenza di che tipo di azienda fosse la Stratfor, ma che era diventata ben presto sospettosa dopo aver letto delle domande che Stratfor intendeva porle. Non ha mai intrattenuto corrispondenza con Stratfor, perché sentiva che i messaggi che provenivano dalla compagnia avevano un che di sospetto. “I messaggi contenevano una serie di strane domande, molto nello stile di un’agenzia di intelligence, tenuto conto del fatto che loro sapevano che io stavo lavorando a favore di un gruppo per la difesa dei diritti umani. Mi chiedevano informazioni del tipo: “chi è che sta finanziando la coalizione di governo, quanti membri hanno ecc. Si trattava di domande a cui persino io non sapevo come rispondere esattamente”, ha spiegato.
“Il fatto che loro mi ponessero delle domande come quelle, mi spingeva a chiedermi perché dovesse essere mio destino ricevere tutta quella corrispondenza. Ecco perché non rispondevo mai”.
“Ogni volta che ricevevamo messaggi di posta elettronica come quelli, o che eravamo contattati da persone che sembravano molto interessate a porci domande tipiche da ‘agenzia di intelligence’, di solito bloccavamo queste persone, perchè sapevamo che probabilmente si trattava di gente che lavorava per il governo” prosegue Alkhawaja.
“I giornalisti sanno il tipo di lavoro che facciamo, e sono sicura che se fosse per noi non ci farebbero queste domande, tanto per cominciare. Io ho trovato i messaggi veramente strani e questo davvero è il motivo per cui di fatto non ho mai risposto.” In un’intervista via Skype, uno dei co-fondatori di Otpor!, che ha lasciato il movimento e chiesto di mantedere nascosta la sua identità, ha affermato che la sua principale preoccupazione, derivante dai messaggi diffusi da Wikileaks, consiste nel fatto che Popovic stava dando via informazioni sui propri attivisti, ma senza chiedere preventivamente il loro consenso. Un’intervista con Popovic ha consentito di avere un quadro molto diverso, a proposito di CANVAS. Popovic ha detto: “Decisamente, non metteremmo mai a rischio la vita o la sicurezza di uno solo dei nostri iscritti, così seguiamo sempre le loro indicazioni e non li esponiamo mai a nessuno senza il loro preventivo consenso”. Popovic ha anche affermato che CANVAS parla con chiunque – senza alcuna discriminazione – circa l’azione diretta non violenta. “CANVAS sarà presente ovunque – per tutti quelli coinvolti nell’attivismo politico e nella lotta non violenta, ma anche per chi ancora vive nell’era della guerra fredda e pensa che carri armati e aerei da guerra ed esplosioni nucleari siano le cose che danno forma al mondo, e non che siano le persone comuni che guidano i movimenti popolari” ha affermato.
“Se riusciremo a convincere ogni decision-maker al mondo, a Washington, al Cremlino, a Tel Aviv, o a Damasco, sul fatto che sarebbe la lotta nonviolenta a dover essere sostenuta e fatta propria – e non gli interventi militari dall’esterno, o l’oppressione delle proprie popolazioni – allora ce la potremo fare”.
Ma ancora, dato il percorso ed il curriculum di Popovic, e, specificamente, cercando di capire chi lo abbia foraggiato durante i lunghi anni di carriera professionale – i critici dicono che Popovic, a Stratfor, calza come un guanto. “Un gruppo di serbi non può guidare un movimento di protesta in nessun luogo al di fuori della Serbia, ma le sue tecniche sono comunque utili nell’aiutare a raggiungre certi obiettivi politici”, ha sostenuto il Professor Sussman durante un’intervista a proposito di Popovic. “Egli tra l’altro serve come collettore di intelligence, nel processo di utilizzo di agenzie private ed agencie statali di intelligence.Questo è quanto Stratfor ha visto nella possibilità di utilizzarlo a proprio beneficio”.
Exposed: Globally Renowned Activist Collaborated With Intelligence Firm Stratfor Mon, 12/2/2013 – by Carl Gibson and Steve Horn.
Traduzione per Megachip a cura di Giampiero Obiso e Pino Cabras.
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