Sabato 23 febbraio, a Milano, presso la Gelateria Caffè letterario ARTIS, si è tenuta l’iniziativa organizzata dall’ANPI Niguarda della presentazione del libro “LA BESTIA” con l’autore ex magistrato Carlo Palermo. Magistrato, ricordiamo, scampato ad un vile attentato organizzato da chi non voleva fargli concludere le importanti indagini che aveva in corso e che si sono rivelate molto attendibili e… attuali.
Saloni pieni per assistere all’iniziativa.
Lo staff di iskra.eu
2 Comments
Ci scrive Marco V il 25 feb 2019, 18:54
Gent.issimi,
a rileggere gli eventi dell’aprile 1986 appare fin troppo chiaro perché si voleva eliminare Carlo Palermo. Semplicemente, trovandosi ad indagare sui traffici di armi e di droga nel nostro paese, l’ex magistrato si è imbattuto in soggetti legati a certi apparati molto speciali e intoccabili. Infatti e difatti all’epoca il transito di merci scottanti come le armi o gli stupefacenti – anche personaggi ricercati per fatti di terrorismo e criminalità – era quasi sicuramente controllato dai servizi segreti e dagli apparati militari perché, non dimentichiamocelo, l’Italia rimane sempre la grande portaerei degli USA e della NATO nel Mediterraneo contando su un numero spropositato di basi ed installazioni militari. E’ logico ritenere che tutto ciò comporti una costante osservazione di quanto entra ed esce nel paese che è anche crocevia dei traffici criminali del Mediterraneo, gestendo e autorizzando quelli che convengono e neutralizzando gli altri. Il succo profondo di quanto sta dietro alla strage di Pizzolungo dovrebbe essere tutto qui come pure per quanto è accaduto a Falcone che, cercando di contrastare Cosa Nostra, ha dovuto disturbare anche gli alleati dei mafiosi nel riciclaggio di denaro sporco e nei traffici illeciti.
Non sono sicuro che il dott. Palermo abbia compreso pienamente le motivazioni che spingevano per la sua eliminazione: da una parte ha perfettamente ragione quando asserisce che l’Italia è stato un paese coloniale o a sovranità limitata (a beneficio USA e NATO) ma lo schema della contrapposizione fra “filoatlantici” e “filoarabi” non funziona molto se si applica ai casi della storia. Si può accettare se tutto fa parte di un tentativo di costruzione del “nemico” (l’arabo e il musulmano) fatto apposta per mantenere viva, vitale e proficua l’industria bellica però l’atteggiamento di occidentali e atlantici rispetto agli arabi è molto ambiguo come molti fatti storici si sono incaricati di dimostrare (vedi ad esempio la guerra per procura contro l’URSS in Afghanistan). Di fatto i servizi occidentali – compreso il nostro – hanno avvicinato e cooptato elementi arabi per metterli contro altri arabi… Se proprio si vuole applicare uno schema, allora io contrapporrei americani, filoamericani, filoccidentali e filoatlantici e sionisti (neoliberisti ?) agli “altri”, ossia chi si pone fuori da questo sistema con ambizioni di egemonia globale. E’, insomma, il vero Impero… Tutto questo valeva anche in epoca di Guerra Fredda perché, nonostante si volesse presentare l’URSS come l’esatta superpotenza speculare e avversaria degli States, già questi ultimi dominavano la scena internazionale fin dal Dopoguerra. Basti pensare ai grandi enti sovranazionali e internazionali e a come sono influenzati e indirizzati dagli USA.
In questo senso è possibile che abbiate ragione quando dipingete la massoneria come il grande partito “extraistituzionale” ed internazionale del capitalismo neoliberista e neoconservatore.
Per il resto non sono mancate le cose interessanti ma, a me che ho letto il libro, qualcosa mi lascia molto perplesso. A parte il discorso ingenuo sulla trasversalità dei servizi segreti che, per chi conosce l’argomento, è qualcosa di pacifico e riconosciuto senza scomodare per forza il “Governo del Mondo” dove tutto e tutti si tengono.
Quello che fa pensare è la concezione offerta da Palermo – non all’incontro ma nel libro – sulla massoneria: una sorta di consorteria satanica o pagana intenta a demolire e distruggere i fondamenti della civiltà. L’autore ci arriva anche con l’aiuto delle “coincidenze” e altre astrusità che appartengono un po’ a certo repertorio “complottista”. Quello che si spreca nel presentare le realtà malefiche più disparate: UFO, alieni, sette sataniche, massoneria pagana…
Così facendo ci si avventura in territori astrusi e contorti dimenticando l’essenziale come il potere, il profitto, la volontà di potenza, le pulsioni egemoniche, ecc…
E dico tutto questo con tutto il rispetto per l’ex giudice Palermo e per chi, come lui, ha rischiato la pelle per la verità.
Comunque sia, al netto di ciò che deve essere accolto e approfondito, fatico a seguire le persone che si avventurano sulla strada che ho indicato… Anzi, direi di non seguirle proprio semplicemente perché non è la via della verità.
Buona serata
Marco V
Ci scrive, il 3 marzo alle ore 17:13, Marco V.
Qualche giorno fa riflettevo sulle considerazioni del dott. Palermo riguardo al PSI e a Craxi e ai suoi “errori” di valutazione…
Mi è venuto in mente – e credo di non sbagliarmi – che qualche anno fa una voce piuttosto autorevole come quella dell’ex Ministro degli Esteri socialista Gianni De Michelis – “craxiano di ferro” – rivelò che la CIA aveva finanziato il PSI versando consistenti somme sul famoso conto Protezione dell’UBS di Ginevra almeno fino alla caduta del Muro di Berlino e cioè precisamente quando gli antichi referenti politici non erano più utili e furono “scaricati” dagli americani. Significativamente, sullo stesso conto Protezione erano stati depositati i finanziamenti piduisti in qualche modo provenienti dal Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. Tutto questo lo sappiamo perché è agli atti di un “troncone” del filone giudiziario milanese sul crac dell’Ambrosiano, Dunque la CIA e la P2 utilizzavano lo stesso canale per finanziare il PSI craxiano ? Non mi pare un dettaglio di poco conto e, a parer mio, quando si parla di CIA e di P2 il riferimento è sempre il medesimo e quei soldi servivano a sostenere un partito alternativo e in competizione con il PCI. In buona sostanza la CIA e la P2 erano impegnate ad appoggiare le attività anticomuniste e antisovietiche come quella del sindacato polacco Solidarnosc che, infatti, all’epoca è stato foraggiato anche attraverso la banca vaticana – lo IOR – e il Banco Ambrosiano. Chi ben si ricorda, all’epoca il Vaticano – al pari del PSI – appoggiava apertamente l’opposizione polacca come quella degli altri paesi dell’Est europeo e forse anche grazie a questa brillante operazione il segretario del PSI e Presidente del Consiglio Bettino Craxi incassò la revisione dei Patti Lateranensi. Era il 1984…
Chi verosimilmente gestiva il conto corrente riservato del PSI ? Il pupillo prediletto del segretario, Claudio Martelli che era probabilmente una delle menti politiche più brillanti della sua generazione. Il nome del “delfino” di Craxi ricorre agli atti della Commissione Anselmi e, significativamente, quando Martelli decise si dare pieno appoggio al Direttore degli Affari Penali Giovanni Falcone, Gelli rincarò la dose di polemiche sul Conto Protezione. Successivamente il Venerabile avrebbe menzionato Martelli a proposito di un presunto “tradimento” , mettendo insieme i pezzi, si capiscono parecchie cose…
Non è un mistero che, fra la fine degli anni Settanta e gli inizi degli anni Ottanta, Gelli coltivava il sogno di conciliare i due “eterni rivali” Craxi ed Andreotti – referenti politici anche del rampante Tycoon Berlusconi – e di mettere in piedi un’alleanza governativa che facesse perno sull’accordo fra destra democristiana e socialisti craxiani, ovvero le forze politiche più affidabili sotto il profilo “anticomunista”. Tale progetto si traduce nel pentapartito e nel CAF anche se poi qualcosa si rompe…
Dalle dichiarazioni di De Michelis emergono anche due indirizzi degli americani, anche in conflitto e in contraddizione fra loro perché, a differenza della CIA – e, aggiungerei, dell’intelligence del Pentagono – l’FBI persegue Cosa Nostra, il narcotraffico e la corruzione. Quando Falcone si recò a Roma per ricoprire un incarico ministeriale, volle creare un organismo investigativo specializzato in tema di antimafia sul modello dell’FBI, infatti il giudice palermitano era in ottimo rapporti con i magistrati newyorkesi e con i federali. A quel punto – e forse per guadagnare punti e consensi – il Presidente del Consiglio Andreotti e il Guardasigilli Martelli garantirono pieno sostegno alle iniziative di Falcone suscitando anche l’irritazione di “vecchi amici”.
A differenza dell’FBI, la CIA si era impelagata nei traffici di stupefacenti e, soprattutto, con quelli di eroina e cocaina soprattutto nel Triangolo d’oro indocinese e in America Latina (Colombia) ove i proventi di questi commerci illeciti servivano a finanziare la guerriglia controrivoluzionaria dei cosiddetti contras nicaraguensi. I traffici di droga rendevano e rendono bene e i loro proventi vengono spartiti fra le associazioni mafiose, i narcos, i signori della guerra e altri gruppi criminali. La Compagnia se ne serviva per alimentate i fondi neri per quelle operazioni speciali che non potevano certo essere autorizzate dal Congresso. A questo punto si inserisce l’inchiesta del giudice Palermo sui traffici di armi e di droga e che può accadere in un territorio in cui sono installati innumerevoli siti militari USA e NATO, con gli occhi delle varie intelligence che sorvegliano i confini ? Quello che succede quando determinate merci scottanti entrano ed escono senza che nessuno di questi soggetti se ne accorga almeno apparentemente.
Certo, la linea della CIA e degli apparati legati al Pentagono non può che essere diversa da quella dell’FBI, tuttavia difficilmente si può immaginare che la polizia federale avrebbe disturbato le attività illecite dei cugini…
Tutto questo può parzialmente spiegare perché in genere mafiosi, gangster e trafficanti vengono arrestati mentre nessuno si prende la briga di perseguire gli uomini dei servizi e di certi apparati speciali. E chi si azzarda a farlo corre seri rischi, molto seri…
A presto
Marco V
PS: le rivelazioni dell’ex Ministro De Michelis dimostrano almeno quanto sia azzardato contrapporre “filoamericanismo” e filoatlantismo” al “filoarabismo” perché, contrariamente a quello che ha asserito il dott Palermo, Craxi era “atlantista” e forse per questa ragione si sentiva in una botte di ferro…