Le aziende brindano, i lavoratori e i precari no! Il 28 febbraio a Milano per dire al Jobs Act No al precariato No all’EXPO!
Il consiglio dei ministri ha trasformato in norme di legge i primi provvedimenti contenuti nel Jobs Act.
Con queste si toglie ogni vincolo alle imprese sia in materia di assunzioni, con il contratto cosiddetto a tutele crescenti che di fatto consegna, mani e piedi legati, i nuovi assunti ai loro padroni, che in materia di licenziamenti, con l’abolizione totale dell’art.18 già fortemente ridimensionato dalla Fornero d’infausta memoria!
Arrivando ad abolire anche i diritti minimi dei lavoratori – non dimentichiamo che viene approvato anche il demansionamento, ora chiamato rimansionamento, concedendo alle aziende poteri unilaterali che vanno anche oltre quanto disposto dalla legge delega – si vorrebbe far passare l’idea che sono stati i troppi vincoli a favore di chi lavora a mandare l’Italia in declino.
Come se non fosse arcinoto che da quando è cominciato l’attacco ai contratti nazionali, allo Statuto dei lavoratori, a tutta la legislazione in materia di lavoro l’occupazione è drasticamente diminuita, oltre 1.509.000 licenziamenti da Giugno 2012 a dicembre 2013, con un saldo negativo per l’occupazione di 1.201.747 unità, l’insicurezza sui posti di lavoro ha continuato a mietere vittime, la povertà ha investito anche i ceti medi: solo i profitti sono aumentati, non certo gli investimenti!
Renzi, che oggi esulta, dovrebbe ricordare di una delle sue tante esternazioni, quella con cui declamava l’obiettivo di ridurre drasticamente le tipologie dei contratti precari, ora da 47 sono diventate ben 45! avendo abolito solo l’associazione in partecipazione e il job sharing, cioè il lavoro condiviso, meno di 300 attivati in questi anni!
Sai che sollievo per i precari!
Anzi,poiché tutto questo non bastava a soddisfare le brame dei nostri capitalisti, hanno introdotto il lavoro gratuito, di cui si fa e si farà grande uso in quel caravan serraglio che è l’EXPO.
Altro che lavoro volontario, a tanto giunge l’ipocrisia di Confindustria , di Renzi e Poletti, di quanti speculano sulla fame di lavoro e di reddito dei giovani, salvo poi esportare capitali in svizzera o in qualcuno dei tanti paradisi of shore.
Siamo stanchi di tutto ciò, dei piagnistei di CGIL CISL UIL che hanno concesso tutto ai governi passati (e anche a questo per la verità) lasciando soli i lavoratori di fronte ai padroni.
Per questo saremo a Milano il 28 Febbraio con una manifestazione nazionale a dire un NO ancora più forte al Jobs Act, alla grande mistificazione dell’EXPO e all’idea di lavoro gratuito che porta con sé.
Unione Sindacale di Base