Il direttore di ANTIMAFIADuemila: “Bisogna negoziare con Putin o sarà la fine dell’umanità”
Guerra in Ucraina, Putin, Zelensky, NATO, pacifismo e terza guerra mondiale. Questi e molti altri sono i temi affrontati nell’intervista che Giorgio Bongiovanni ha rilasciato a Margherita Furlan, fondatrice di Casa del Sole Tv. A quasi nove mesi dall’invasione delle truppe russe in territorio ucraino, il direttore ha illustrato quelli che ormai sono i suoi convincimenti su questa drammatica guerra, quindi la sua analisi sugli eventi e la linea editoriale del giornale che dirige da ventidue anni. La giornalista ha iniziato l’intervista – da oggi online sul canale di Casa del Sole – dopo la proiezione di un video-tributo dedicato a Giulietto Chiesa, lo storico fondatore di Pandora Tv scomparso nel 2020 di cui Furlan è stata spalla destra per lunghi anni. Un filmato toccante in cui sono stati ripresi alcuni dei momenti che hanno caratterizzato la vita dello storico giornalista.
“Ho conosciuto Giulietto negli anni ’90, a Mosca, ero solo un giovane ricercatore. E’ anche grazie a lui se sono diventato giornalista”, ha esordito Bongiovanni. “Per me, oltre che essere un maestro di giornalismo, Giulietto è stato un mentore”. Negli anni Bongiovanni ha intervistato più volte Chiesa con il quale, prima di ogni cosa, stringeva una forte amicizia. Una di queste interviste, che Giulietto gli rilasciò nel 2019 a casa sua a Roma, di recente ha sfondato il milione di click. In quell’occasione il direttore di Pandora Tv, rinomatissimo esperto di geopolitica e di Russia dove ha lavorato come inviato e vissuto per decenni, aveva avvertito che la crisi in Ucraina avrebbe scatenato la terza guerra mondiale. Chiesa sperava di sbagliarsi ma oggi, purtroppo, le sue previsioni si stanno rivelando esatte e i tanti che lo bollavano come “cospirazionista” si sono dovuti ricredere.
“Giulietto aveva previsto tutto questo, ma non perché era un profeta o un mistico, ma perché faceva analisi lucide e chiare del mondo. Giulietto era uno che andava sul campo alla ricerca delle prove di ciò che poi dichiarava alla stampa e in tv quelle pochissime volte che lo intervistavano”, ha ricordato di lui Bongiovanni.
“Ci avvertiva di stare attenti alla crisi del Donbass perché ci avrebbe portato alla guerra”, ha aggiunto.
Giulietto Chiesa aveva inoltre inquadrato quella del Donbass come l’ennesima crisi provocata dall’Occidente, in particolare dalla NATO. Le sue denunce contro le politiche dell’Alleanza Atlantica sono note ed erano contenute già nel libro “‘La guerra infinita’, che scrisse nel 2001”, ha ricordato Bongiovanni. Lì Chiesa condannava “gli Stati Uniti perché, dopo l’11 settembre, avevano in progetto (come hanno fatto, ndr) un percorso imperialista mascherato dalla guerra mondiale al terrorismo”. “Giulietto diceva queste cose ed era tacciato come ‘pazzo’. Ci auguravamo si sbagliasse e invece aveva ragione”, ha rammentato.
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Sul monitor, uno scatto di Giulietto Chiesa
Le ragioni della guerra
Venendo alla questione dell’Ucraina, “noi, intendo Unione Europea, dal 2014 osserviamo inermi la presenza in Ucraina di persone legate idealmente al nazismo e ad Adolf Hitler che perseguitano la popolazione russofona e filo-russa che vive nel Donbass”. Sono state queste forze filo-naziste, come noto, le protagoniste dell’Euromaidan e delle stragi commesse contro civili, poliziotti e sindacalisti ucraini a Febbraio 2014. Dal 2016, oggi ne abbiamo conferma anche dalle recentissime dichiarazioni del generale Mieczyslaw Bieniek, la NATO ha iniziato a addestrare le forze ucraine perché certa di un futuro conflitto con la Russia. “Ma la NATO è entrata clandestinamente in Ucraina già nel 2014”, ha detto Bongiovanni riferendosi alle ingerenze della NATO nel golpe del febbraio 2014 contro l’ex presidente eletto Yanukovich.
“I paesi membri della NATO hanno addestrato battaglioni filonazisti come il battaglione Azov”, ha dichiarato il direttore ricordando che questi gruppi armati sono stati inglobati nella Guardia Nazionale ucraina, quindi istituzionalizzati. Sono loro ad aver cavalcato le proteste di piazza Maidan e sono sempre loro ad aver fatto strage di civili e poliziotti la notte tra il 18 e il 19 febbraio 2014.
Bongiovanni si è soffermato a lungo sull’identità di questi uomini, descritti come “partigiani” dai media, ma in realtà violenti nostalgici del Fuhrer. I membri del battaglione Azov, come quelli del battaglione Aidar, hanno infatti come “padre fondatore” Stepan Bandera, il capo dei nazionalisti ucraini durante la Seconda guerra mondiale che giurò fedeltà ad Adolf Hitler. “Questi personaggi sono di idee puramente naziste, per loro il Fuhrer non è mai morto, è eterno”. E Zelensky non ha mai nascosto le sue simpatie per i filo-nazisti ucraini. E’ lui, infatti, ad aver conferito la medaglia al valore come “Eroe d’Ucraina”, a Denis Prokopenko, ex ultrà della Dinamo Kiev e oggi leader del Battaglione Azov, accusato nel 2014 di crimini di guerra. Prokopenko ha ricevuto, insieme ad altri filo-nazisti, la più alta onorificenza che si possa conferire a un cittadino ucraino, per aver combattuto a Mariupol. Sempre Zelensky, poi, si è battuto per ottenere da Mosca la sua e la liberazione di altri 107 ultra-nazionalisti dall’acciaieria di Mariupol, assediata dai russi. “Sono eroi dell’Ucraina Yevhen Bova, Lev Pashko, Denis Prokopenko”, aveva detto alla Nazione lo scorso 22 settembre.
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Ma oltre ai nazisti ucraini e la guerra avviata da Kiev otto anni fa contro le popolazioni russofone del Donbass, che rappresenta una delle ragioni chiave per cui il Cremlino ha inviato le truppe in Ucraina a inizio anno, a preoccupare il presidente Vladimir Putin, ha spiegato Bongiovanni, è stata la volontà della NATO di inglobare l’Ucraina. Questo perché, come segnala la rivista Limes, la Russia aveva paura che il confine occidentale dell’Europa, e quindi della NATO, si trovasse a meno di 500 chilometri da Mosca e quindi che questa potesse in futuro essere facilmente attaccata. Una paura comprensibile, secondo Bongiovanni, perché probabilmente avrebbe comportato “la costruzione di basi missilistiche o l’istallazione di rampe di lancio di missili nucleari in Ucraina”. “Se parte un missile nucleare dall’Ucraina e colpisce la Russia, questa non può far altro che soccombere”, ha aggiunto il direttore.
“Nessuno avrebbe accettato questo scenario. Abbiamo istigato questa situazione. Saremo noi ad iniziare la guerra nucleare e la Russia si difenderà. Questa élite, come diceva Giulietto, è folle”. Sul punto, Bongiovanni ha detto che Putin “sarà pure un dittatore o comunque un leader autoritario ma qualsiasi capo di Stato avrebbe reagito per impedire questo scenario”.
Due leader a confronto
E restando su Putin, il direttore ha affermato che il capo del Cemlino “ha una doppia personalità: dominante, autoritaria e se vogliamo anche fascista, e un’altra ‘saggia’. La prima è sotto gli occhi di tutti. Putin governa da 20 anni, imprigiona liberi pensatori con l’accusa di essere infiltrati della CIA, anche se a volte ha avuto ragione. La seconda, invece, è meno visibile ed è la personalità che lo ha dissuaso per anni dal rispondere con la violenza alle provocazioni continue della NATO”. Al contempo, Bongiovanni, rispondendo a una domanda di Margherita Furlan, ha parlato del presidente ucraino. “Volodymyr Zelensky è una marionetta”, ha detto Bongiovanni ricordando le dichiarazioni dell’ex comico dopo il caso, poi rivelatosi un false flag, dei missili russi esplosi in Polonia. La vicenda era scoppiata una settimana fa e Zelensky, d’accordo con il presidente Andrzej Duda, aveva chiesto un attacco della NATO contro Mosca. “Zelensky sta istigando le potenze nucleari dell’Occidente ad uno scontro nucleare con le potenze nucleari d’Oriente”, ha detto sul punto Bongiovanni. “Abbiamo le prove che Zelensky sta commettendo degli atti illeciti, come l’attentato nel ponte della Crimea (eseguito dall’intelligence ucraina, ndr) o l’attentato di agosto contro la figlia di Alexandr Dugin (sempre orchestrato da servizi segreti, ndr) che perfino gli Stati Uniti hanno condannato”. E’ per queste ragioni, che, secondo il giornalista, “Zelensky andrebbe arrestato” o comunque “defenestrato per eleggere democraticamente un nuovo presidente”.
Una terra inconquistabile
Venendo al cuore della questione, cioè le prospettive future di questa guerra, secondo Bongiovanni, c’è la possibilità concreta che esploda una terza guerra mondiale. “La NATO sta provocando la Russia, e se insiste Putin lancerà le bombe atomiche”, ha affermato. “Qui è in gioco la salvezza dell’umanità. Una follia!”.
Se la NATO continua con questa strategia, “la Russia farà la guerra al 100%”. Mosca “impedirà l’ingresso dell’Ucraina nella NATO a costo di fare una terza guerra nucleare”.
“Questi governanti non conoscono la storia. Non sanno che la Russia non è conquistabile ed è la storia dell’umanità che l’ha fotografato. Né Napoleone né Hitler sono riusciti a sconfiggerla. La Russia non permetterà mai un rischio di essere conquistata, perché è nel loro DNA”. “Se ci attaccherete noi moriremo come martiri, ma voi schiatterete come cani senza avere tempo di pentirvene”, aveva detto Putin nel 2018. “La Russia – ha continuato Bongiovanni – è la nazione più grande del pianeta, e oggi è dotata di migliaia di testate nucleari, armi di sterminio di massa”. Inoltre, se scoppia la guerra “tutti gli interessi economici mondiali andranno in fumo”.
Eppure nessun leader mondiale, salvo Papa Francesco, comprende che l’unica soluzione è il dialogo.
Secondo il direttore “questi governanti non ragionano come dovrebbero. Quando la Russia lancerà queste armi noi con chi discuteremo se siamo tutti morti? Possibile che non entra nel cervello ai nostri politici, Meloni in primis, ma anche Emmanuel Macron e Olaf Scholz?”.
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Stop alla sottomissione alla NATO
In questo senso, “l’Unione Europea deve svegliarsi da questa sottomissione continua che ha verso gli Stati Uniti, e cominciare a farsi valere”, ha detto Bongiovanni. “Ricordo che Giulietto provocando diceva che la Ue doveva dotarsi di una difesa militare, perché l’Ue finché non istituisce un sistema di difesa comune verrà sempre sottomessa alla NATO”, che però, in Europa, è governata dagli Stati Uniti visto che, per regolamento, il comandante supremo delle forze alleate in Europa deve essere statunitense.
“Noi possiamo anche stare sotto la NATO”, ha aggiunto Bongiovanni “ma questa deve fare ciò che diciamo noi, non ciò che dice lei, noi possiamo state nell’Alleanza Atlantica se il comando viene effettuato a turni, se la NATO è sottomessa agli Stati Uniti che alleanza è?”.
“L’Italia può rimanerci a patto che l’alleanza sia tale, cioè si divide realmente il comando oppure che l’Europa si faccia la propria difesa”.
Unica speranza: negoziare
Verso la conclusione, Bongiovanni ha detto di sperare che “i leader europei come Olaf Scholz o Emmanuel Macron inizino a mediare con la Russia. E spero che anche Joe Biden inizi a mediare, anche se lo fa solo per i consensi da Donald Trump e quindi che torni al potere”. “Io spero che per Natale si riuscirà ad arrivare ad una tregua”, ha aggiunto. “Ma finché ci sarà il folle Zelensky la tregua non ci sarà mai. Va fermato”, ha ribadito.
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Quindi Bongiovanni ha lanciato un messaggio agli italiani: “Dobbiamo realizzare che siamo nel momento storico più basso della storia dopo la seconda guerra mondiale e che c’è il pericolo che ne scoppi una terza. Dobbiamo dire a Giorgia Meloni di negoziare. Perché senza pace non ci sarà futuro per i nostri figli, ma la fine del mondo. Se non si negozia finisce il mondo”. Quindi l’invito del direttore è “scendere in piazza per costringere i leader europei a trattare con Mosca. Putin la guerra nucleare non la vuole se gli si riconoscono le regioni del Donbass”, zone a maggioranza russofona i cui abitanti hanno votato per entrare nella Federazione Russa. Sul punto, il direttore ha affermato che andrebbero ripetute le votazioni nelle regioni di Lugansks, Zaporizhzhia, Kherson e Donetsk in cui si chiede nuovamente – ma questa volta sotto l’egida superpartes delle Nazioni Unite (si ricordino le denunce di ricatti alla popolazione da parte dei soldati filorussi) – se queste intendono o meno aderire alla Federazione Russa (a settembre ha vinto il “sì” con il 97% dei voti).
Continuando nella sua analisi, Bongiovanni ritiene che Vladimir Putin “pretenderà che Zelensky venga allontanato, perché ordinerebbe attentati contro il territorio russo, e quindi si ricomincerebbe da capo”. Per tale ragione, “dovremmo smettere di appoggiarlo e concedere questi territori a Putin” che però, in cambio, “deve darci delle garanzie: Deve garantire la neutralità della Russia, riconoscere l’Ucraina come Stato libero ed indipendente e dare prova di eliminare la mafia russa con la quale intavola trattative”. Per uscire da questa crisi globale, dunque, “bisogna negoziare la pace con Putin o ci sarà la fine dell’umanità”.
25 Novembre 2022