Il presidente socialista della Colombia, Petro, in una intervista a el País ha indicato che sia gli USA che l’Europa (attraverso la NATO) hanno invaso e bombardato altri Paesi ed ha pertanto criticato la doppia faccia quando parlano della guerra in Ucraina.
“Non ci suona sincero il discorso che dice di essere contro le invasioni di alcuni Paesi contro altri, quando gli stessi che condannano quelle invasioni hanno già effettuato invasioni contro altri Paesi.
E non mi riferisco solo alle invasioni in Medio Oriente.
Basterebbe ricordare le invasioni che ha subito l’America Latina, basterebbe ricordare quelle effettuate dagli Stati Uniti contro Santo Domingo, contro Panama e contro l’isola di Grenada, basterebbe ricordare l’invasione del Regno Unito alle isole Malvinas.
L’Europa si è fatta scudo nella NATO e attraverso la NATO ha invaso altri Paesi, come ad esempio la Libia.
Se fossero coerenti, l’accusa fatta alla Russia perché invade l’avrebbero dovuta fare a loro stessi.
Quando, come Colombia, abbiamo proposto che le invasioni fossero considerate un Crimine contro l’umanità gli Stati Uniti si sono opposti, dicendo che i conflitti vanno giudicati dalla Corte Penale Internazionale, ma anche questa è ipocrisia, poiché gli Stati Uniti non appartengono a quel trattato”.
In questo modo Petro ha criticato il doppio standard dell’Occidente riguardo al conflitto in Ucraina.
Petro ha poi sostenuto che “il Governo dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump parlava di promuovere un’invasione del territorio venezuelano, nonostante che siamo due paesi fratelli, perché il governo socialista di Caracas aveva un’alleanza militare con la Russia e contemporaneamente cercavano di far entrare la Colombia a pieno titolo nella NATO (attualmente la Colombia è partner della NATO ma non membro della NATO).
Le divergenze tra vari consiglieri di Trump e lo stesso presidente fermarono il progetto”.
Il giorno seguente il presidente Petro, nel suo intervento durante il Foro Nuova Economia in Spagna, ha ripreso il tema accusando gli Stati Uniti di voler replicare il conflitto NATO-Russia tra Colombia e Venezuela e per questo motivo, per evitare provocazioni e infiltrazioni, il Venezuela chiuse la frontiera.
A questo fine, per indebolire il Venezuela, il governo statunitense oltre a stabilire sanzioni, blocco commerciale e guerra economica, appoggiava l’autoproclamato Guaidó intestandogli tutti i beni dello stato venezuelano presenti sul territorio USA (raffinerie, 10.000 pompe di benzina e conti correnti statali).
La crisi economica che ne derivò, provocò la migrazione venezuelana verso altri paesi che in assenza di sanzioni non si sarebbe verificata.
In un altro punto delle sue dichiarazioni, Petro ha sottolineato che nel suo Paese
“non sono i contadini che coltivano la droga, sono gli uomini d’affari che coltivano la droga, sono i senatori, entrano nel Palazzo del Governo come i cani che entrano dentro casa. Hanno tenuto e tengono tutt’ora il potere.
Pertanto, se si vuole che la Colombia si liberi dal narcotraffico e dalla violenza, la terra deve essere data ai contadini.
La distribuzione delle terre ai contadini, togliendola ai latifondisti ed alle mafie locali, permetterebbe un cambio delle coltivazioni da coca ad agricoltura sana.
La Colombia ha vissuto un genocidio per mano di gruppi criminali e sono proprio queste organizzazioni mafiose che possiedono il potere politico e che controllano i territori attraverso l’uso di eserciti privati paramilitari.
Quando un gruppo criminale ha il potere, ciò che si scatena è il genocidio, perché hanno un potere transnazionale immenso”.
I video con i due discorsi integrali: