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Di seguito, il testo dell’intervento del Presidente nazionale ANPI, Gianfranco Pagliarulo, alla grande manifestazione antifascista di oggi a Firenze:
“Il fascismo è nato ai bordi di un marciapiede qualunque con la vittima di un pestaggio per motivi politici lasciata a se stessa da passanti indifferenti”; così ha scritto giustamente la preside Annalisa Savino. Sì, fu l’errore che si commise allora, nel primo dopoguerra, quando nella indifferente compiacenza e spesso con l’esplicito appoggio delle istituzioni il fascismo prese il potere.
Eppure oggi c’è chi si scandalizza quando il cantante Blanco prende a calci le fioriere a San Remo e fa finta di niente quando un gruppo di fascisti prende a calci gli studenti di un liceo. Come se fosse una ragazzata. No alla violenza. Certo! Ma di chi? Fuori dal gozzo la parola che rifiutate di dire! E la parola è: fascisti! Fascisti. Oggi dobbiamo capire se c’è il pericolo, dov’è il pericolo, come contrastare e vincere il pericolo. Si è detto che gli aggressori sono di Azione Studentesca. Si è detto poco però che si tratta delle stesse persone di un’altra organizzazione neofascista che si chiama Casaggì, perché Azione Studentesca di Firenze è una creazione di Casaggì; sono essenzialmente la stessa cosa. Ma cos’è Casaggì? Casaggì è un’associazione che si rifà ai miti del fascismo e del nazismo, alle loro ideologie e ai loro slogan. Ecco alcune parole tratte dalla loro rivista: “Ci hanno fatto credere che le razze non esistevano più”.
Quindi questo è uno dei tanti gruppi più o meno nazifascisti? Direte. No, non è uno dei tanti gruppi. Sapete dov’è la sede di Casaggì a Firenze? In via Frusa 37. Sapete dov’è la sede di Fratelli d’Italia a Firenze? In via Frusa 37. È la stessa sede. In consiglio comunale Fratelli d’Italia ha due consiglieri, di cui uno di Casaggì che fa il capogruppo. In Consiglio regionale il capogruppo è di Casaggì. Nei comitati di quartiere quattro di cinque eletti di Fratelli d’Italia sono di Casaggì. Casaggì è un gruppo interno al partito Fratelli d’Italia che oggi governa il Paese e il cui capo, Giorgia Meloni, è presidente del Consiglio. Come la mettiamo, signora Meloni? Lei che piange per le leggi razziali ma non condanna il fascismo, lei che non apre bocca in occasione della marcia su Roma?
Le faccio una proposta: la legge Scelba del 1952 prevede lo scioglimento da parte del ministro dell’Interno delle organizzazioni neofasciste ove risultino tali da una sentenza della magistratura. Ma – si aggiunge nella legge – “nei casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo adotta il provvedimento di scioglimento e di confisca dei beni mediante decreto-legge”. Bene. Lei ha un’occasione d’oro per dimostrare la sua fedeltà alla Costituzione. Dopo il caso straordinario dell’aggressione di Firenze, sciolga per decreto l’associazione Casaggì. Lei, che usa sempre la retorica della nostalgia, parla di destino, nazione, doveri, patriota, usi anche la parola coraggio e sciolga Casaggì, la sua Casaggì.
E lei, gentile ministro Valditara, lei ha dichiarato a proposito della circolare della Preside, che “non compete ad una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà”. Guardi, signor ministro, invece compete propria alla Preside lanciare messaggi di sensibilità civile e di pedagogia repubblicana. Messaggi che corrispondono alla realtà di una aggressione che lei, signor ministro, ha ignorato, venendo meno ad un preciso dovere costituzionale. Veda, signor ministro, la Costituzione è antifascista, come sanno anche i bambini. E lei lo è, signor ministro? Lei che vedrà se sarà necessario prendere misure, come ha detto riferendosi alla Preside, lei si è dimostrato inadeguato, perché si è fatto protagonista di un gesto di autoritaria intolleranza, che accresce il clima cupo e di tensione che questo governo sta diffondendo nel Paese. Un clima cupo.
Volete la conferma? L’altro ieri si è svolta un’assemblea scolastica, autorizzatissima, all’istituto Majorana-Cascino in provincia di Enna, in cui si discuteva di legalizzazione della cannabis. La polizia ha fatto irruzione e ha identificato gli studenti. Oltre alle squadracce, sono tornati i tempi della repressione? Risponderemo. Stiamo già rispondendo.
E lei, ministro Piantedosi, lei che in un recente passato aveva parlato dei migranti sulle navi come “carico residuale”, lei, davanti a quei morti, ha affermato che «la disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli». Noi ci auguriamo che la magistratura chiarisca le responsabilità di un soccorso che è mancato. Ma intanto ci chiediamo il senso delle sue parole, che noi abbiamo interpretato così: se siete morti è colpa vostra.
C’è qualcosa di distorto in questo modo di fare di alcuni ministri, c’è l’arroganza del potere, il disprezzo della vita umana, la faziosità del padrone delle ferriere. E poi ci sono i fascisti, che evidentemente si sentono protetti e coperti da questo governo. Sia chiaro, non tutti i ministri sono uguali, non facciamo di tutte le erbe un fascio. Ma i fasci ci sono davvero! L’aggressione al liceo è il punto di arrivo di una serie di iniziative e di provocazioni dei movimenti neofascisti che oramai impestano come la gramigna la vita civile e istituzionale dell’intera Toscana, di più, del Paese.
Questa di oggi è una prima risposta unitaria e popolare. Ma non si illudano i fascistelli e i fascistoni, i fascisti palestrati e i fascisti in doppiopetto, quelli che non dicono di essere fascisti ma hanno il busto di Mussolini nel tinello, quelli che dicono che le leggi razziali sono state orribili ma che il resto tutto sommato andava bene, quelli che si girano dall’altra parte mentre affonda un barcone. Non si illudano!
C’è un popolo grande e unito, fatto da chi è andato a votare e da chi non è andato a votare, che è pronto a contrastare in ogni modo pacifico e con ogni mezzo legale chiunque voglia trasformare il nostro libero e bellissimo Paese in uno Stato autoritario e oscurantista. Questo è il popolo che scende in piazza ogni 25 aprile. Questo è il popolo della Repubblica democratica fondata sul lavoro. Questo è il popolo che difende i diritti umani e sostiene il dovere della solidarietà. Questo è il popolo della dignità sociale. Questo popolo grande e unito è il popolo della Costituzione.
No pasaran!
Gianfranco Pagliarulo
Firenze, 4 marzo 2023