L’intervento del saggista al festival del cinema di Giffoni
“Voi pensate che l’Occidente sia dalla parte dei buoni. Noi occidentali sosteniamo i dittatori più violenti e sanguinari del mondo, come ad esempio al-Sisi. La logica documentata degli Usa è meglio un dittatore sanguinario che un capo di Stato favorevole alla Russia”. “Pensate che per esportare la democrazia in Oman, ad esempio, valga la pena uccidere, sventrare, massacrare migliaia di bambini e donne incinte? La mia risposta è no, assolutamente no”. Sono state queste le parole di Alessandro Orsini, intervenuto davanti ad una platea di giovani al festival del cinema di Giffoni. Lo studioso di terrorismo internazionale ha richiamato anche le “responsabilità che hanno avuto e hanno i nostri governanti per questo inferno“. “Perché noi affermiamo che non c’è libertà in Russia? Ci rendiamo conto che quello che dicono i giornalisti in Russia è lo stesso di ciò che dice Putin. Stessa cosa avviene con gli accademici russi che dicono le stesse cose che dice Putin. Non significa che c’è dittatura“.
Alcuni dei partecipanti al festival gli hanno chiesto in seguito se non sia stato cinico inserire i bambini nel dibattito sulla guerra in Ucraina. Alessandro Orsini ha ribattuto sottolineando che è “cinico e vergognoso non ricordare che tutte le volte che c’è una guerra muoiono decine di bambini”. “Le bombe occidentali – ha detto – hanno ucciso, sventrato, dilaniato e massacrato migliaia di bambini e donne incinte musulmane ad esempio. È l’informazione che voi sentite tutti i giorni che è inquinata e non ve lo dice. Voi siete sotto propaganda. Io l’ho solo disinquinata“.
“Buffone”, “negazionista”, “professore dalle idee strampalate” e soprattutto “putiniano”. Di epiteti infelici Alessandro Orsini ne ha sentiti tanti in questi mesi. Sgambetti, delegittimazioni, insulti e perfino minacce. Le sue posizioni hanno sin dal primo momento scatenato un fiume interminabile di polemiche. Polemiche da cui si è più volte difeso: “Mi viene da ridere quando sento dire Orsini è filoputiniano, io sono un fanatico della libertà. A 14 anni il mio primo incontro con la politica è per via anarchica e quell’impronta mi è rimasta dentro. Vengo da una formazione libertaria”. “Quante volte dovrò dire che condanno l’invasione di Putin, l’ho scritto anche nel mio libro” (‘Ucraina. Critica della politica internazionale ndr), ha detto Orsini, aggiungendo che “non mi interessa avere ragione, mi piace stimolare il dibattito critico. Condanno l’invasione di Putin. Se subisco una pressione sociale così forte e liberticida di porsi verso di me, non sono messo in grado di raccontare quello che è successo nel 2021. Io passo la vita a condannare Putin, ma non mi permettete di illustrare quello che è successo prima dell’attacco”.
“Nel libro ho ricostruito le cause profonde della guerra in Ucraina e le relazioni tra i due paesi con un arco temporale molto esteso – ha continuato il saggista – Ho creato una periodizzazione e ho distinto due periodi: il periodo nero dal ’91 al’ 99 e poi il periodo del recupero con la presidenza di Putin. Il secondo periodo, ben più lungo, va dal 2000 al 2022. La mia interpretazione è che il vero problema per comprendere la guerra in Ucraina non riguarda l’espansionismo della Russia, ma bisogna ricordare la vocazione imperialista della Nato e dell’Occidente“.
Il saggista ha poi fatto un commento in merito alle critiche ricevute recentemente: “A quelli che dicono che non sono abbastanza esperto di Ucraina e Russia ribatto che ho tutti i titoli e il mio curriculum è segreto per motivi di sicurezza. Leggete solo una minima parte di quello che ho fatto. La polemica sui titoli è perché io sono critico in merito al governo Draghi”. “L’inquisizione – ha aggiunto – c’è solo su di me perché sono critico sul governo Draghi e non sui miei colleghi che hanno zero titoli ma non sono critici”.
In conclusione il direttore del festival Claudio Gubitosi ha detto che è stata difesa la libertà “di Giffoni accogliendo il professore“, ricordando come a Giffoni si sia tenuta anche la marcia della pace pro Ucraina e si siano ascoltate tante opinioni diverse da quelle di Orsini sul conflitto. “Sappiamo bene che c’è un paese aggredito e un aggressore, spero che paghino per i crimini che hanno commesso” dice Gubitosi. “I ragazzi hanno incontrato tante persone, Dario Fabbri, inviati di guerra, Stefano Pontecorvo, domani il direttore del Corsera Fontana ma anche Erri De Luca. Tante persone diverse che certo hanno raccontato la guerra. Questi sono ragazzi grandi, dai 18 ai 30 anni. Non sono bambini, sono la società vera. Sono capaci di dire è bello o brutto. Di chiedere e di rispondere. Non vi sostituite a loro”.
29 Luglio 2022