di Piero Orteca
C’era da scommetterlo. L’uscita di scena di Obama dalla Presidenza Usa non sarà “soft”. Per molti motivi, il primo dei quali è che l’ormai brizzolatissimo capo della Casa Bianca (otto anni di leadership “pesano”, eccome!) non intende fare da sgabello a Lady Clinton, per portarla in carrozza fino allo Studio Ovale. L’inimicizia è di vecchia data e risale alle Primarie del 2008, quando l’illustre sconosciuto, piovuto come un alieno dall’Illinois, fece le scarpe, con tutti i tacchi a spillo, a Hillary. Soffiandole la Presidenza e lasciandola in preda alle convulsioni nervose, tra risate irrefrenabili e scatti di pianto.
Allora i due “democratici” se le diedero di santa ragione. Anzi, si pestarono a sangue, tirando fuori tutta la spazzatura possibile e immaginabile. Indirettamente, sia chiaro. “Cicciobilly”, l’ex Presidente Clinton, marito di Hillary, si recò persino da Ted Kennedy, a cercare ventura. Gli rimproverò aspramente di appoggiare Obama, “uno che ai nostri tempi ci avrebbe portato i caffè a letto”. Il vecchio Kennedy lo mise alla porta su due piedi, come avrebbero fatto senz’altro anche i suoi più famosi fratelli, John Fitzgerald e il geniale Bob. La storia si seppe e non allargò di sicuro gli orizzonti di gloria di Lady Clinton.
Ora siamo nel pieno di una nuova campagna elettorale. I repubblicani offrono alla piazza un impresentabile come Donald Trump, i democratici, a parte la Clinton, tengono come carta (scartina) di riserva Sanders, una specie di copia sbiadita e linguacciuta di Jimmy Carter. Non c’è da scialare. E andremmo calmi coi pronostici. Qualcosa potrebbe fare la differenza, all’improvviso, come l’asteroide che ammazzò i dinosauri. Hillary, al Dipartimento di Stato, ne ha combinate quanto Giufà. Libia in primis.
Obama non ne voleva sapere di intervenire, ma lei ha convinto tutti, personalmente, dai consiglieri per la Sicurezza nazionale fino alle truppe cammellate. Passando per beduini, tribù assortite e compagni di merende franco-inglesi. Poi, è venuta fuori la storia delle improvvide e-mail spedite a casaccio proprio dalla Signora Clinton. Adesso, per la prima volta su questo schermo, Obama confessa a Fox News che la Libia “è stato il più grande errore della sua Presidenza”. Insomma, ci siamo.
Al posto di Hillary cominceremmo a toccare ferro e a guardarci le spalle. L’asteroide potrebbe cadergli sulla capa in qualsiasi momento.
14 aprile 2016