Tratto da OttolinaTV
Ottoliner, ben ritrovati
Come chi ci segue sa bene, abbiamo sempre evitato piuttosto sistematicamente di parlare di covid, che a nostro avviso è diventata sin da subito una guerra di religione, e le guerre di religione hanno sempre portato tanta fortuna all’1% e tanta sfiga al 99
Abbiamo tendenzialmente evitato anche di parlare di covid in cina, a parte giusto perculare qua e là le boutade più improponibili della propaganda suprematista, che prima accusava la Cina di violazione dei diritti umani per la strategia zero covid, e dal minuto stesso in cui la strategia zero covid è stata abbandonata, di tentata strage e omicidio volontario di massa in nome del primato dell’economia
Ci siamo addirittura astenuti anche quando Panebianco ha ritrovato il vigore di 30 anni fa quando cantava le magnifiche sorti e progressive della controrivoluzione neoliberista avviata dopo il golpe giudiziario di mani pulite e c’ha deliziato con questo editoriale che suonava un po’ come una specie di nuovo manifesto sulla superiorità della razza, e dove affermava che “il fallimento cinese sulla gestione del covid dimostra la superiorità delle società democratiche rispetto alle autocrazie”, che è il modo politically correct adottato dai fintoliberali occidentali ai giorni nostri per dire dei bianchi civilizzati rispetto ai popoli slvaggi
Oggi però abbiamo deciso di fare un’eccezione, e di fare una microstoria della lotta cinese al covid
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