di MOWA
La vergogna della ricostruzione nazionale sulle foibe risale ad un periodo ben preciso, il 2004. Infatti, quell’anno il Parlamento italiano decise di stabilire il 10 febbraio “Giorno del ricordo” delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata.
Ma, il Parlamento italiano, tra incompetenze e ideologismi e/o nella fretta di ridare una difficile “dignità” ad uno dei momenti tristi della vita di questo Paese, si avvalse di ricostruzioni e perizie mediche molto discutibili come si avrà modo di vedere nella puntigliosa ricerca fatta (in calce) da una studiosa rigorosa e attenta, Claudia Cernigoi. Una ricerca che viene snobbata dagli ignoranti per paura di essere riconosciuti come tali e che, purtroppo, penalizza la verità storica.
Partiamo dalle foto che evidenziato una stridente contraddizione sulle foibe.
LA”FOIBA” DI BASOVIZZA, MONUMENTO NAZIONALE: GALLERIA FOTOGRAFICA
S’è più volte detto che il monumento “foiba di Basovizza” rappresenta un falso storico.
In questa galleria fotografica troverete alcuni documenti e poi i cippi che sono stati posti a ricordo e nelle didascalie i motivi per cui tali cippi sono del tutto fuori luogo e privi di valore storico.
Per chi volesse approfondire gli argomenti (le didascalie non possono ovviamente essere esaustive) segnaliamo il dossier sulla Foiba di Basovizza scaricabile qui.
Segue la minuziosa ricerca di Claudia Cernigoi (in formato pdf scaricabile) dal titolo LA FOIBA DI BASOVIZZA
Una chicca di precise indicazioni che smontano le ricostruzioni di chi sostiene questo circo mediatico… Forse, ha ragione Cernigoi a conclusione della sua ricerca quando dice:
“A parte che secondo noi non è vero che i morti sono tutti uguali, perché a seguire questa linea di pensiero dovremmo trovarci prima o dopo anche a portare fiori sul bunker di Hitler, riteniamo che, senza entrare nel merito politico del problema “foibe”, non sia accettabile, fondamentalmente da un punto di vista etico, che sia stato eretto a simbolo della controversa vicenda delle “foibe”, un falso storico quale è quello del pozzo della miniera di Basovizza. Perché noi, che siamo stati ripetutamente accusati dalla parte avversa di “non portare rispetto ai morti” quando trattiamo questi argomenti, riteniamo a nostra volta che a non portare rispetto ai morti sia piuttosto chi i morti li strumentalizza a fini politici e di odio etnico, come continua ad accadere da sessant‟anni”.
A conclusione, il video, girato dalla stessa Claudia Cernigoi qualche giorno fa, sull’ingiustificabile atteggiamento delle autorità contro la giornalista che cercava di distribuire un giornale autoprodotto sulle foibe. E, come dice la canzone: “la verità ti fa male, lo so“.