di Michel Chossudowsky
Il mondo è al crocevia della più grave crisi della storia moderna. Gli Usa e i suoi alleati nella NATO si sono imbarcati in un’avventura militare, “una lunga guerra”, che minaccia il futuro dell’umanità. Questa “guerra senza frontiere” è strettamente connessa a un processo mondiale di ristrutturazione economica, che ha portato al collasso delle economie nazionali e all’impoverimento di vasti settori della popolazione occidentale.
I produttori di armi statunitensi sono i destinatari dei contratti multimiliardari per sistemi di armamento avanzati. A sua volta, “la battaglia per il petrolio” in Medio Oriente e in Asia Centrale serve gli interessi dei giganti petroliferi anglo-americani. Gli Usa e i suoi alleati stanno “battendo i tamburi di guerra” nel pieno di una depressione economica mondiale.
In diverse regioni del mondo sta verificandosi contemporaneamente il dispiegamento militare delle forze Usa-NATO associato con una “guerra non-convenzionale”, che comprende operazioni di intelligence sotto copertura, sanzioni economiche e spinte al “cambio di regime”.
Fondamentale per la comprensione della guerra è la campagna dei mezzi d’informazione che ne garantisce la legittimità agli occhi dell’opinione pubblica. Si è arrivati alla guerra dietro un mandato umanitario secondo la dottrina NATO della “Responsibility to Protect” (R2P) [“Responsabilità di proteggere”]. Le vittime delle guerre condotte dagli Usa sono presentate come i responsabili della guerra. In Ucraina, Siria e Iraq i civili sono i responsabili della loro stessa morte.
Intanto, il Comandante in Capo della più grande forza militare sul pianeta Terra è presentato come un costruttore globale di pace. L’assegnazione del Nobel “per la pace” nel 2009 al presidente Barack Obama è diventata parte integrante della macchina di propaganda del Pentagono. Fornisce un volto umano agli invasori, demonizza coloro che si oppongono all’intervento militare Usa.
Il Comitato del Nobel dice che il presidente Obama ha dato al mondo “speranza in un futuro migliore”. Il premio gli è stato conferito per gli “straordinari sforzi per rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli. Il Comitato ha attribuito particolare importanza alla visione e al lavoro per un mondo senza armi nucleari di Obama“.
… La sua diplomazia è fondata sul concetto che coloro che devono guidare il mondo devono farlo sulla base di valori e comportamenti che sono condivisi dalla maggioranza della popolazione mondiale. (Premio Nobel per la pace 2009: Barack H. Obama, comunicato stampa, 9 ottobre 2009)
La realtà è capovolta. “La guerra è pace” diceva George Orwell. I media in coro confermano che la guerra è uno sforzo umanitario. “Le guerre ci rendono più sicuri e ricchi” dice il Washington Post.
La Grande Menzogna diviene La Verità. Di conseguenza, sostenere la verità – attraverso un’attenta documentazione e analisi investigative sugli orrori delle guerre condotte dagli Usa, è disinvoltamente catalogato come “teoria del complotto”.
Mentre Washington scatena una “guerra globale al terrorismo” (GWOT) [“Global War on Terrorism”], coloro che si oppongono vigorosamente alle guerre di aggressione Usa sono bollati come terroristi. La guerra diventa pace, un’opportuna “impresa umanitaria”. Il dissenso pacifico diventa eresia.
Con gli eventi in corso in Ucraina e in Medio Oriente, l’umanità è a un crocevia pericoloso. In nessun momento dalla crisi per i missili cubani il mondo è stato più prossimo all’inimmaginabile: uno scenario da terza guerra mondiale, un conflitto militare globale che prevede l’uso di armi atomiche.
La macchina per uccidere opera a livello globale, in un quadro di struttura di comando delle operazioni militari unificata. Essa viene regolarmente sostenuta dalle istituzioni del governo, dai mezzi d’informazione e dai mandarini e intellettuali del Nuovo Ordine Mondiale, dai think tank e istituti di ricerca e studi strategici di Washington, come uno strumento indiscusso di pace e di prosperità globale.
Una cultura di morte e di violenza è stata inserita nella coscienza umana.
La guerra è largamente accettata come parte di un processo sociale: la Patria ha bisogno di essere “difesa” e protetta.
“Violenza legittima” e uccisioni extragiudiziali diretti contro i “terroristi” sono giustificati nelle democrazie occidentali come strumenti necessari per la sicurezza nazionale.
Una “guerra umanitaria” è sostenuta dalla cosiddetta comunità internazionale. Non è condannata come un atto criminale. I suoi principali architetti sono premiati per il loro contributo alla pace mondiale.
Le armi nucleari sono sbandierate dal governo Usa come uno strumento di pace. L’uso preventivo di armi nucleari è qualificato come un atto di “autodifesa” il che contribuisce ad un illusorio concetto di “sicurezza globale” (vedi II capitolo).
La cosiddetta iniziativa “scudo di difesa antimissile” o “guerre stellari” [“Star Wars”] che comporta l’uso di armi nucleari nel primo colpo è stata sviluppata globalmente in diverse regioni del mondo. Lo scudo antimissile è fondamentalmente diretto contro Russia, Cina, Iran e Corea del Nord.
Nel frattempo, nel contesto degli eventi in corso in Siria e Ucraina, c’è stata una crisi della diplomazia internazionale. In considerazione del fatto che a Kiev è stato insediato un regime neonazista sostenuto direttamente dall’Occidente, la Federazione russa è ora direttamente minacciata dagli Usa-NATO con un’azione militare sul suo confine occidentale (vedi capitolo IX).
Una nuova guerra fredda?
Mentre questo rinnovato confronto Est-Ovest è stato erroneamente etichettato come una “nuova guerra fredda”, non si riscontra nessuna delle garanzie dell’era della guerra fredda. La Russia è stata esclusa dal Gruppo degli otto (G-8), che è tornato a essere il G-7 (Gruppo delle sette nazioni). La diplomazia ha fallito. Non c’è, come durante la guerra fredda, alcun dialogo Est-Ovest tra superpotenze in competizione orientato a scongiurare un confronto militare. Peraltro, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è diventato de facto il portavoce del Dipartimento di Stato Usa.
Inoltre, le armi nucleari non sono più considerate un'”arma di ultima istanza” come nella dottrina della guerra fredda della “Mutual Assured Distruction” (MAD) [“reciproca distruzione assicurata”]. Le armi nucleari vengo proclamate dal Pentagono come “innocue per la popolazione civile circostante poiché l’esplosione è sotterranea”. Nel 2002, il Senato Usa ha dato il via libera per l’uso di armi nucleari in un teatro di guerra convenzionale. Le testate nucleari sono parte della “cassetta degli attrezzi militare” da usarsi a fianco delle armi convenzionali.
La “minaccia comunista” dell’era della guerra fredda è stata rimpiazzata dalla minaccia mondiale del “terrorismo islamico”. Sebbene Russia e Cina siano diventate economie capitaliste di “libero mercato”, nondimeno si prevede un primo colpo con un attacco nucleare preventivo.
Cina e Russia non sono più ritenute essere “una minaccia per il capitalismo”. Proprio il contrario. La posta in gioco è la rivalità economica e finanziaria tra potenze capitaliste in competizione. L’alleanza Cina-Russia nella Shangai Cooperation Organization (SCO) costituisce un “blocco capitalistico concorrente” che mina l’egemonia economica Usa.
In Asia, gli Usa hanno contribuito con il loro “Pivot to Asia” [“ribilanciamento verso l’Asia”] ad incoraggiare i suoi alleati asiatici e del Pacifico, Giappone, Australia, Corea del Sud, Filippine e Vietnam a minacciare e isolare la Cina come parte di un processo di “accerchiamento militare” della Cina, che ha acquisito forte impulso nella fine degli anni ’90.
Contemporaneamente, la propaganda di guerra è diventata sempre più pervasiva. La guerra è spacciata come un’operazione di pacificazione.
Quando la guerra diventa pace, il mondo è rovesciato. La concettualizzazione non è più possibile. Si sviluppa un sistema sociale inquisitorio (vedi Capitolo X). Il consenso è dichiarare guerra. La gente non può più pensare da sola. Accettano l’autorità e la saggezza dell’ordine sociale costituito.
Una visione di fondamentali eventi sociali e politici è rimpiazzata da un mondo di pura fantasia, in cui è in agguato “gente malvagia”. L’obbiettivo della narrazione della “guerra globale al terrorismo”, pienamente sostenuta dall’amministrazione Usa, è stata di galvanizzare il sostegno pubblico per una campagna mondiale contro l’eresia.
Conflitto globale
Il progetto militare globale del Pentagono è la conquista del mondo. Il dispiegamento militare delle forze Usa-NATO sta avvenendo in parecchie regioni del mondo contemporaneamente.
Il concetto della “lunga guerra” ha caratterizzato la dottrina militare Usa sin dalla fine della seconda guerra mondiale. La militarizzazione mondiale è parte di un piano economico globale.
La militarizzazione a livello globale è realizzata attraverso la struttura del Comando unificato delle forze armate Usa: l’intero pianeta è diviso in Comandi combattenti geografici sotto il controllo del Pentagono. Il quartier generale del Comado strategico Usa (USSTRATCOM) ad Omaha, nel Nebraska, gioca un ruolo centrale nel coordinamento delle operazioni militari.
Oltre a circondare e fronteggiare Russia e Cina, gli Usa hanno allestito nuove basi militari in vista di stabilire sfere d’influenza Usa in ogni regione del mondo. C’è stato il rafforzamento di sei comandi geografici compresa la creazione nel 2008 dell’United States Africa Command (AFRICOM).
Come sbandierato dal Pentagono, l’AFRICOM diventa un “comando combattente completo” responsabile per quelle che sono definite operazioni di “difesa” e per la “sicurezza nazionale” Usa “mediante l’impegno finalizzato, prolungato con i partner a sostegno dei nostri obbiettivi di sicurezza condivisi”. L’area di giurisdizione dell’AFRICOM si estende sull’intero “continente africano, le sue nazioni insulari e le acque circostanti”. US Africa Command, “What We Do“.
La militarizzazione Usa dell’Africa favorisce la concomitante conquista economica del continente, il saccheggio delle sue risorse naturali, l’acquisizione delle sue estese riserve di petrolio, gas, ecc.
AFRICOM è uno strumento del progetto neocoloniale guidato dagli Usa in alleanza con il Regno Unito che consiste nell’espandere la sfera d’influenza anglo-americana specificatamente nell’Africa Centrale, nell’Africa occidentale francofona e nel Nord Africa in gran parte a spese della Francia.
Nonostante gli Usa abbiano basi e/o strutture militari in più di 150 paesi, con 160.000 unità di personale in servizio attivo, è prevista la costruzione di nuove basi militari in America Latina, compresa la Colombia nelle immediate vicinanze del confine con il Venezuela.
Gli aiuti militar a Israele sono aumentati. La presidenza Obama ha espresso il suo fermo sostegno a Israele e alle forze armate israeliane, che si prevede giocheranno un ruolo chiave nelle guerre a guida Usa-NATO in Medio Oriente. Il piano taciuto è la totale eliminazione della Palestina e l’insediamento del “Grande Israele”.
Michel Chossudowsky, The Globalization of War. America’s Long War against Humanity [La globalizzazione della guerra. La lunga guerra dell’America contro l’umanità], estratto dal libro di prossima uscita, Global Research Publishers, 2014. Data attesa di pubblicazione novembre-dicembre 2014.
October 13, 2014
Traduzione di Raffaele Simonetti