La compagna Susanna Camusso assume inevitabilmente la prima responsabilità di questa situazione negativa. Voglio dire che non ho con lei nulla di personale, anzi non ho mai apprezzato certi linguaggi e toni nei suoi confronti, anche da parte di chi poi formalmente la sostiene. Ma ora devo dire che la sua non riconferma assieme a quella del suo gruppo dirigente è condizione necessaria anche se non sufficiente per affrontare la crisi della CGIL. Credo che dovrebbe essere lei stessa a prendere atto della impraticabilità del campo come è avvenuto in un altro momento della CGIL e rassegnare le dimissioni. Se questo non avverrà come mi pare di capire, resterà la nostra sfiducia di minoranza, ma la involuzione e la crisi della CGIL si aggraveranno.
26 Febbraio 2014