Iskrae prosegue nella ricerca di alcune parti dei racconti dei brigatisti (e non solo) che rimangono, sin qui, poco chiari e/o omessi e che vorremmo portare a galla. A riprova della correttezza delle indicazioni sotto riportate da Etro nel libro “Patto di omertà“ di Sergio Flamigni, a pag. 53, recita: “Intanto, alla fine del 1986, i due dissociati Morucci e Faranda, grazie alle loro dichiarazioni, ottengono il primo permesso speciale, e lasciano insieme il carcere di Paliano per 5 giorni festeggiando da liberi il nuovo anno“. Inoltre, a pag. 48, precisa: “Per dotare gli inquirenti e i magistrati di ulteriori strumenti, il Parlamento il 29 maggio 1982 approva la legge “Misure per la difesa dell’ordinamento costituzionale”: la normativa prevede sconti di pena e altri benefici per chi collabora con la giustizia o si dissocia dalla lotta armata“. E, ancora: “nell’estate del 1984 l’avvocato Mancini (difensore di Morucci e Faranda) informa il giudice Imposimato: «Vogliono parlare con lei, ma attenzione: solo con lei. Non faranno nomi. Ma sono decisi a dire la verità, a raccontare fatti storici, a spiegare il loro ruolo nella vicenda Moro»“.
Nel 1986 a Paliano Morucci diventa quindi il “consulente” di Cossiga (dopo comunque anni di collaborazione con la magistratura che autorizza la Digos a prelevarli dal carcere per portarli a spasso per Roma, tanto che Morucci e Faranda ottengono un permesso premio di cinque giorni a casa della madre della Faranda – protetti da una scorta della Polizia. Uno di questi uomini intervistato fece un’amara riflessione: “Siamo qui a controllare la tranquillità e la privacy degli assassini dei nostri colleghi”) per la ricostruzione del rapimento di Aldo Moro in via Fani il 16 marzo del 1978 e della ricostruzione dei 55 giorni della sua prigionia fino al suo omicidio a sangue freddo avvenuto il 9 maggio 1978.
Facciamo un passo avanti di 24 anni. A maggio del 2010 Valerio Morucci, appare come collaboratore della rivista Theorema il cui Presidente è il generale dei Carabinieri Mario Mori e il direttore responsabile è un uomo di Alemanno, Salvatore Santangelo, direttore del centro studi di Nuova Italia, direttore dell’ Institute of Global Studies (IGS) di Roma, direttore della rivista Geopolitics of the Middle East. Ha insegnato Relazioni internazionali all’Università di Roma La Sapienza e alla John Cabot University di Roma. Dirige la ricerca sul Medio Oriente e il Golfo Persico presso il Centro Militare di Studi Strategici (Ce.Mi.S.S.) del Centro Alti Studi per la Difesa (CASD) del Ministero della Difesa. Al suo posto arriva poi Alfredo Mantici, vice capo di gabinetto dell’ex primo cittadino romano. E’ un ex 007, avendo diretto l’Ufficio analisi del Sisde ai tempi di Mori. “Un uomo vicino a Fabrizio Cicchitto” ha scritto su Repubblica Giovanna Vitale il 7 maggio 2010. Theorema – edita da un editore veronese, Noema – ha un ufficio in via XX Settembre 98, nella stessa via del Ministero della Difesa.
Morucci, ex dirigente delle Brigate rosse e Mario Mori ex direttore del Sisde lavorano insieme. Ma si tratta di una collaborazione recente o di vecchia data? Facciamo ora un passo indietro, al febbraio 1974. Valerio Morucci e Libero Maesano, esponente dell’autonomia operaia vengo arrestati in Italia di rientro dalla Svizzera pieni di armi lunghe e corte. Fanno pochi giorni di carcere poi vengono rilasciati. Sorge spontanea una domanda: Morucci fu avvicinato da qualcuno e iniziò a collaborare con qualche settore dello Stato? Tentare di introdurre armi in Italia dalla Svizzera era considerato come tentare di introdurre uno spinello? Non ricordo la legislazione di allora ma ricordo bene che il semplice possesso di uno spinello avrebbe portato all’arresto. Detenere invece mitra e pistole era lecito? Uno spinello non ha mai ucciso nessuno; un mitra invece…….
Nel 1972 viene assassinato a Milano il commissario Calabresi. Dopo diversi anni vengono arrestati tre ex militanti di Lotta continua: Sofri, Bompressi e Pietrostefani. Nel 1998 chi scrive riferisce ai p.m. Marini e Ionta che Alessio Casimirri gli disse che a partecipare all’omicidio del commissario ci sarebbe stato anche Valerio Morucci. Il p.m. Meroni viene da Milano perché responsabile dell’inchiesta. Guarda un po’, riguardando i vecchi fascicoli degli interrogatori ai brigatisti arrestati nel 1982 dopo il sequestro Dozier il pm scopre che nel 1982 Emilia Libera, la moglie di Antonio Savasta, aveva riferito agli inquirenti la stessa cosa. Ma chissà per quale “strano” motivo” non era seguita alcuna indagine. Eppure tra marito e moglie, Savasta e Libera, di brigatisti ne avevano fatti arrestare a decine, quindi erano stati ritenuti attendibili.
Perché le dichiarazioni su Morucci vengono “nascoste”?
Perché Morucci è “utile” nella migliore delle ipotesi; perché è un infiltrato dello Stato, nella peggiore. Certo se questo è vero i parastatali del crimine, oggi forse deceduti, o in pensione o ancora attivi non ci hanno pensato due volte a lasciare che le Brigate rosse, con la complicità di uomini di Gladio, dei Servizi lasciassero uccidere gli uomini della scorta di Moro: Leonardi, Ricci, Rivera, Zizzi e Iozzino. Forse fu la ragion di Stato a prevalere sulla vita di cinque uomini che difendevano lo Stato che li ha venduti e traditi? A seguito delle dichiarazioni del sottoscritto ai due pm, il giornalista dell’Espresso Mario Scialoja si reca in Nicaragua per intervistare Alessio Casimirri. Casimirri rilascia una lunga intervista e nega di avere mai fatto quelle dichiarazioni. I pm Marini e Ionta chiedono all’Espresso l’acquisizione delle registrazioni originali dell’intervista. Ma guarda un po’ quanti casi: le bobine spariscono dalla sede dell’Espresso. Il pm Meroni decide di chiedere una rogatoria internazionale per andare a Managua a interrogare Casimirri seguendo i canali diplomatici ufficiali concedendogli l’immunità. Sembra tutto a posto. Infatti il dirigente della Digos e il pm Meroni stanno per imbarcarsi per il Nicaragua. Pochi minuti prima dell’imbarco arriva un ordine ufficiale: i due funzionari italiani non possono più imbarcarsi e sono obbligati a rientrare. Non arriverà mai una motivazione ufficiale. Un deputato di Alleanza Nazionale avanza un’interrogazione parlamentare chiedendo spiegazioni. Non ci sarà risposta. Casimirri non si interroga.
Siamo nel 1998. Il patto di Paliano ancora resiste.
3) continua