Friedrich Engels
Brani tratti da:
La dialettica della Natura
Editori Riuniti 1967
La ricerca scientifica nel mondo degli spiriti
C’è un vecchio detto della dialettica fattasi coscienza popolare: «gli estremi si toccano ». Sarà difficile quindi che ci sbagliamo se ricerchiamo le forme estreme di fantasticheria, di credulità e di superstizione non, per es., in quegli indirizzi scientifici che, come la filosofia della natura tedesca, hanno tentato di costringere il mondo oggettivo nella cornice del loro pensiero soggettivo, bensì piuttosto nell’indirizzo opposto, che, magnificando la nuda esperienza, ha trattato il pensiero con disprezzo sovrano (e lo ha, in effetti, più di ogni altro ridotto all’insensatezza). E’ la scuola che domina in Inghilterra. Già il suo genitore, l’esimio Francesco Bacone, desiderava che i suoi nuovi metodi empirico-deduttivi venissero applicati, innanzitutto, per raggiungere i seguenti risultati: prolungamento della vita, un certo grado di ringiovanimento, modificazione della statura e dei lineamenti, trasformazione degli elementi, generazione di nuove specie, potere sull’atmosfera e suscitamento dei temporali. Egli si lamenta del fatto che le ricerche rivolte a questi scopi siano state abbandonate e dà formalmente, nella sua storia naturale, delle ricette per fare l’oro e per eseguire svariati miracoli. Isacco Newton si occupò del pari, nei suoi vecchi anni, dell’interpretazione dell’Apocalisse di Giovanni. Quale meraviglia quindi se negli ultimi anni l’empirismo inglese, in persona di alcuni suoi rappresentanti – e non dei peggiori – si è dato (a quanto pare senza rimedio) allo spiritismo di importazione americana con il suo batter di colpi e le sue visioni?
Esperienza Spencer Hall
Il primo scienziato che ad esso si sia dato è Alfred Russel Wallace, zoologo e botanico molto distinto: si tratta proprio di quello scienziato che elaborò contemporaneamente a Darwin la teoria della modificazione delle specie per selezione naturale. Nel suo scrittarello: Sui miracoli e sullo spiritismo moderno [edito in] Londra, Burns, 1875, egli racconta che le sue prime esperienze in questo ramo delle scienze naturali risalgono al 1844, anno in cui frequentò le lezioni sul mesmerismo del signor Spencer Hall, in seguito alle quali si mise a fare esperimenti simili ai suoi allievi. «Ero estremamente interessato dell’argomento e mi dedicavo ad esso con passione (ardour).» Non soltanto produsse il sonno magnetico, con fenomeni di rigidità delle membra e di insensibilità locale, ma confermò anche la esattezza della carta cranica di Gall, provocando, con il toccare un qualsiasi organo di Gall, l’attività corrispondente nel paziente magnetizzato; attività che si manifestava, secondo le previsioni, con una vivace gesticolazione. Stabilì inoltre che il suo paziente, purché opportunamente toccato, partecipava a tutte le sensazioni dell’operatore: l’operatore lo ubriacava con un bicchier d’acqua solo dicendogli che era cognac. Riuscì a rincretinire talmente, anche allo stato di veglia, uno degli allievi, da fargli dimenticare il suo stesso nome: risultato che è stato ottenuto tuttavia da altri insegnanti anche senza mesmerismo. E così via.
Si dà ora il caso che anch’io vedessi questo signor Spencer Hall, proprio nell’inverno 1843-1844, a Manchester. Era un ciarlatano della specie più ordinaria che andava in giro per il paese sotto la protezione di alcuni preti. Organizzava rappresentazioni magnetico-frenologiche, servendosi di una giovinetta, per dimostrare con essa l’esistenza di Dio, l’immortalità dell’anima e la nullità del materialismo predicato allora dagli owenisti in tutte le grandi città. La donna veniva fatta cadere in sonno ipnotico e, non appena l’operatore toccava un qualsiasi organo di Gall del suo cranio, offriva al pubblico gesti e atteggiamenti teatralmente dimostrativi, che rappresentavano l’attivazione dell’organo in questione; ad esempio, se si trattava dell’organo dell’amore per i figli (philoprogenitiveness) accarezzava e baciava un immaginario baby, e così via. Il bravo Hall, inoltre, aveva arricchito le geografia cranica di Gall di una nuova isola Barataria (Nel Don Chisciotte del CERVANTES, lo scudiero Sancio Pancia viene nominato, per burla, governatore dell’immaginaria isola di Barataria): aveva per l’appunto scoperto sul vertice del capo un organo dell’adorazione, ‘toccando il quale la sua ipnotica damigella cadeva in ginocchio, congiungeva le mani e presentava alla stupefatta accolta di filistei l’immagine dell’angelo estasiato nell’adorazione. Questa era la conclusione e il momento culminante della rappresentazione. L’esistenza di Dio era dimostrata.
Accadde a me e ad un mio conoscente qualcosa di simile a quel che accadde al signor Wallace: i fenomeni ci interessarono, e cercammo di vedere fino a qual punto riuscivamo a riprodurli. Un vispo ragazzo di dodici anni si offri come soggetto. Guardandolo fisso negli occhi, e toccandolo con dolcezza, lo si faceva cadere senza difficoltà in stato ipnotico. Ma, essendoci noi messi al lavoro con un po’ meno di credulità e un po’ meno di fuoco del signor Wallace, arrivammo anche a tutt’altri risultati. A prescindere dalla rigidità muscolare e dall’insensibilità, facilmente ottenibili, trovammo uno stato di completa passività della volontà congiunta a un’eccitabilità dei sensi particolarmente acuta. Se un qualsiasi stimolo esterno strappava il paziente dal suo stato letargico, questi dimostrava una vivacità ancor più grande di quella a lui consueta in stato di veglia. Nessuna traccia di un misterioso rapporto con l’operatore; quand’era addormentato, chiunque altro, e con altrettanta facilità, poteva farlo entrare in attività. Far agire gli organi cranici di Gall fu per noi il meno; andammo ancora assai più in là: riuscimmo non solo a scambiarli di posto e a spostarli per tutto il corpo, ma anche a fabbricare, a nostro piacere tutta una serie di altri organi: gli organi del canto, del fischio, del rivolgere la parola con il «tu», della danza, e della boxe, del cucire e del far il calzolaio, del fumare, ecc., spostandoli qua e là, a nostro piacere. Wallace faceva ubriacare il suo paziente con l’acqua: noi scoprimmo nel dito grosso del piede un organo dell’ubriachezza: bastava toccarlo per dare inizio alla più bella pantomima di ubriachezza. Ma sia ben chiaro: nessun organo mostrava la più piccola ombra di attività finché non si era fatto capire al paziente che cosa ci si attendeva da lui. Con l’esercizio, il ragazzo si perfezionò presto a tal punto, che il minimo accenno bastava. Gli organi cosi creati rimanevano validi, una volta per tutte, anche per i successivi addormentamenti, finché non venivano cambiati seguendo la stessa via. Il paziente aveva per l’appunto una duplice memoria: una per lo stato di veglia e un’altra, del tutto separata dalla prima, per lo stato ipnotico. La passività della volontà, la sua assoluta sottomissione alla volontà di una terza persona, perde qualsiasi carattere di miracolo non appena si ricordi che lo stato del paziente ha avuto inizio con la sottomissione della sua volontà a quella dell’operatore. Senza questa iniziale sottomissione non si può ottenere lo stato ipnotico. Il più potente e meraviglioso magnetizzatore del mondo è alla fine delle sue risorse quando il paziente gli scoppia a ridere in faccia.
Esperienza Wallace
Mentre noi trovavamo cosi, con la nostra frivola scepsi, che alla base della ciarlataneria magnetico-frenologica era una serie di fenomeni che differiscono da quelli caratteristici allo stato di veglia per lo più soltanto per il loro grado di intensità e che non richiedono nessuna interpretazione mistica, la passione (ardour) del signor Wallace lo portava a una serie di autosuggestioni. Abbandonandosi ad esse, egli confermò la carta cranica di Gall in tutti i suoi dettagli e stabili un rapporto misterioso tra operatore e paziente. Nel racconto del signor Wallace, sincero fino all’ingenuità, traspare ovunque il fatto che egli si preoccupa di riprodurre a tutti i costi tutti i fenomeni assai più che di veder chiaro nei fatti reali che stavano dietro alla messinscena ciarlatanesca. Una tale disposizione d’animo basta per trasformare in breve tempo, per semplice e superficiale suggestione, colui che inizialmente era un indagatore in un adepto. Il signor Wallace arrivò al termine della sua ricerca credendo nel miracolo magnetico-frenologico; aveva con ciò già messo un piede nel mondo degli spiriti.
Ci mise anche l’altro nell’anno 1856. Al ritorno dai suoi viaggi nella zona torrida, protrattasi per dodici anni, esperimenti di tavolini che ballano lo fecero entrare in rapporto con diversi «medium ». Lo scrittarello prima citato testimonia della rapidità dei suoi progressi, della sua ormai completa padronanza dell’argomento. Egli ci invita a prendere per oro colato non soltanto i sedicenti miracoli degli Home, dei Davenport, degli altri «medium» che si esibiscono per una somma maggiore o minore, e che nella maggior parte dei casi sono stati già più volte smascherati come imbroglioni, ma anche tutta una serie di storie di spiriti dei tempi antichi, supposte da lui degne di fede. Le pitonesse dell’oracolo greco, le streghe del medioevo erano «medium »; e Giamblico, nel De divinatione, descrive già con grande esattezza «i fenomeni più stupefacenti dello spiritismo moderno». Un esempio della leggerezza con la quale il signor Wallace stabilisce e convalida questi miracoli, è una pretesa un po’ forte, quella di farci credere che i sullodati spiriti si lascino fotografare: abbiamo certamente il diritto di richiedere che le fotografie di spiriti siano convalidate senza la minima possibilità di dubbio prima di prenderle per buone. Ora il signor Wallace racconta, a p. 187, che nel marzo 1872 la signora Guppy, nata Nicholls, una «medium» di prima forza, si fece fotografare dal signor Hudson in Notting Hill con suo marito e il suo bambino, e in due diverse fotografie apparve dietro di lei un’altra figura femminile, drappeggiata con arte (finely), con veli bianchi, con lineamenti di tipo un po’ orientale, in atteggiamento di chi benedice. « Qui, allora, delle due l’una sono assolutamente certe. O un essere vivo, intelligente, ma invisibile era presente, o il signore e la signora Guppy, il fotografo e una qualche quarta persona hanno organizzato una perfida (wicked) truffa e da allora in poi l’hanno sempre fatta passare per verità. Lo conosco però molto bene il signore e la Signora Guppy e ho l’assoluta convinzione che essi sono incapaci di una truffa di questa specie, proprio come lo sarebbe un qualsiasi ricercatore di verità nel campo delle scienze naturali.»
Quindi: o truffa, o fotografia di spiriti. D’accordo. Nel caso della truffa, o lo spirito era già impresso sulla lastra, o devono essere state compartecipi quattro persone. Oppure tre, se vogliamo lasciar stare da parte come irresponsabile o come beffato il vecchio signor Guppy, che mori nel gennaio 1875 all’età di 84 anni (bastava soltanto metterlo dietro un paravento). Sul fatto che un fotografo poteva procurarsi senza difficoltà una «modella» per lo spirito, non c’è bisogno di sprecare neppure una parola. Ma il fotografo Hudson ha subito, poco dopo, una pubblica condanna per falsificazione abituale di fotografie di spiriti; così che il signor Wallace dice benevolmente: «una cosa è chiara: quando truffa c’è stata, è stata subito scoperta dagli stessi studiosi di spiritismo». Del fotografo non c’è quindi da fidarsi gran che. Resta la signora Guppy: parla per lei 1’«assoluta convinzione» dell’amico Wallace, e nient’altro. Nient’altro? Ma no. A favore della assoluta attendibilità della signora Guppy parla la seguente sua affermazione: una sera, verso il principio del giugno 1871, fu trasportata per l’aria in stato di incoscienza dalla sua casa sita in Highbury Hill Park fino al n. 69 di Lambs Conduit Street – tre miglia inglesi in linea d’aria – per essere deposta sul tavolo, nella suddetta casa al n. 69, nel bel mezzo di una seduta spiritica. Le porte della stanza erano ben chiuse: e benché la signora Guppy fosse una delle matrone più corpulente di Londra – il che significa pur qualcosa – il suo improvviso ingresso non lasciò traccia del più piccolo buco né nelle porte, né sul tetto (la cosa è raccontata nell’Eco di Londra dell’8 giugno 1871). E se qualcuno dopo di ciò non crede all’autenticità delle fotografie di spiriti, vuol dire che il suo è un caso disperato.
L’esperienza con William Crookes
Il secondo adepto di grido dello spiritismo tra gli scienziati inglesi è il signor William Crookes, lo scopritore di un elemento chimico, il tallio, e del radiometro (che in Germania chiamiamo anche Licbtmùble). Il signor Crookes cominciò a fare indagini sulle manifestazioni spiritiche verso il 1871: adoperò a questo scopo tutta una serie di apparecchi fisici e meccanici: bilance di precisione, batterie elettriche, ecc. Vedremo nel seguito se egli portasse o no con sé l’apparecchio fondamentale: una mente scettica e critica, o se la tenesse da parte, pronta per l’uso fino alla fine. Il signor Crookes, comunque, fu conquistato non meno completamente del signor Wallace, e non in più tempo di lui. Proprio quest’ultimo racconta che da alcuni anni una giovane donna, «la signorina Florence Cook, ha dimostrato spiccate attitudini medianiche. Negli ultimi tempi ha raggiunto il suo vertice con la produzione di una figura femminile completa, che afferma di essere di origine spiritica. La figura appare scalza e in drappeggi bianchi mentre la “medium”, in veste nera, giace legata, e profondamente addormentata in una stanza attigua o in un angolo ad essa riservato ». Questo spirito, che si attribuì il nome di Katey, e che assomigliava straordinariamente alla signorina Cook, una sera fu afferrato all’improvviso per la vita e tenuto fermo dal signor Volckmann – l’attuale marito della signora Guppy – per vedere se non fosse proprio la signorina Cook in un’altra edizione. Lo spirito dimostrò di essere una ragazza estremamente robusta; si difese animosamente, gli spettatori si intromisero, il lume a gas fu spento. Quando, finito il parapiglia, venne ristabilita la calma e illuminata la stanza, lo spirito era scomparso: la signorina Cook giaceva legata e priva di conoscenza nel suo angolo. Ma il signor Volckmann affermerebbe anche oggi di aver afferrato la signorina Cook e nessun altro. Per stabilire scientificamente questo fatto, un illustre studioso di elettricità, il signor Varley, fece passare in un nuovo esperimento la corrente di una batteria attraverso la «medium» – la signorina Cook – in modo che essa non avrebbe potuto rappresentare la parte dello spirito senza interrompere il circuito. Lo spirito tuttavia apparve ancora. Era quindi effettivamente un essere diverso dalla signorina Cook. Constatarlo ulteriormente fu compito del signor Crookes. Il suo primo passo consistette nel conquistare la fiducia della spiritica dama. Tale fiducia, così dice egli stesso nello Spiritualist del 5 giugno 1874, «crebbe a poco a poco sino al punto che ella si rifiutava di fare una seduta, se non ero io a dirigere i preparativi. Essa diceva di desiderare che io fossi sempre vicino a lei e vicino alla stanzetta del “medium”. Trovai che – una volta che tale fiducia fu stabilita e che ella fu sicura che io non avrei infranto nessuna delle promesse fattele – le apparizioni si accrebbero notevolmente d’intensità; e furono spontaneamente concesse delle prove che per altra via sarebbero state irraggiungibili. Essa mi consultava spesso, a proposito delle persone che dovevano assistere alle sedute e ai posti che bisognava assegnare loro, poiché essa era di nuovo molto preoccupata (nervous) in seguito a una certa sconsiderata allusione, e cioè che si doveva pur usare anche la forza, insieme ad altri metodi di ricerca, più scientifici».
La signorina-spirito ricompensò al massimo grado una tal fiducia, tanto affettuosamente amichevole quanto scientifica. Essa apparve perfino – il che non ci può ormai più stupire – in casa del signor Crookes, giocò con i suoi figli e raccontò loro «aneddoti tratti dalle sue avventure in India», diede anche ad intendere al signor Crookes «alcune delle amare esperienze della sua vita passata», si lasciò prendere tra le braccia da lui, perché egli si convincesse della sua tangibile materialità, gli fece stabilire il numero delle sue pulsazioni e dei suoi respiri in ogni minuto e si lasciò infine fotografare accanto al signor Crookes. «Questa figura – dice il signor Crookes – dopo che la si era vista, toccata, fotografata, dopo che ci si era intrattenuti con lei, scompariva nel modo più assoluto da una piccola stanza, dalla quale non si poteva uscire che attraverso una stanza contigua, piena di spettatori.» Il che non è poi cosi gran miracolo, giacché si può supporre che gli spettatori fossero tanto cortesi da dimostrare al signor Crookes, nella cui casa questi fatti si svolgevano, una fiducia non minore di quella da lui dimostrata verso lo spirito.
Purtroppo, queste «apparizioni completamente documentate» non sono senz’altro credibili neanche per gli stessi spiritualisti. Abbiamo visto prima come il molto spiritualista signor Volckmann si permettesse una stretta molto materiale. Ora un uomo di chiesa membro del comitato della «Associazione nazionale britannica degli spiritualisti» ha pure assistito a una seduta della signorina Cook; e ha assodato senza difficoltà che la stanza, attraverso la cui porta lo spirito veniva e scompariva, comunicava con l’esterno attraverso una seconda porta. Il contegno del signor Crookes, che era pure presente, «diede il colpo mortale alla mia idea, che ci potesse essere qualcosa…
Esperienza coniugi Holmes e Zollner
A Filadelfia certi coniugi Holmes davano delle rappresentazioni, nelle quali compariva del pari una « Katey », che riceveva ricchi doni dai credenti. Ma uno scettico non si dette pace fintanto che non scovò le tracce della suddetta Katey (che del resto aveva già fatto sciopero una volta per mancato pagamento). La scoprì in una boarding house nelle vesti di una giovane donna indiscutibilmente in carne ed ossa, e in possesso di tutti i doni che erano stati elargiti allo spirito. Frattanto anche il continente doveva fare l’esperienza dei suoi visionari scientifici. Una associazione scientifica di Pietroburgo – non so esattamente se l’Università o addirittura l’Accademia – incaricò il consigliere di Stato Aksakov e il chimico Butlerov di approfondire i fenomeni spiritici (dal che finora non sembra essere venuto fuori molto). Dall’altra parte – se vogliamo prestar fede ai rumorosi annunci dati dagli spiritisti – anche la Germania ha messo in linea il suo uomo, a Lipsia, nella persona del signor professor Zollner.
Com’è noto, il signor Zollner ha lavorato sodo nella «quarta dimensione » dello spazio e ha scoperto che molte cose impossibili in uno spazio a tre dimensioni sono ovvie in uno spazio a quattro dimensioni. In quest’ultimo si può, per esempio, rovesciare una sfera di metallo, chiusa, come un guanto, senza fare nessun buco; così anche si può fare un nodo con due fili che si prolunghino all’infinito in tutti e due i sensi o siano fissati alle due estremità, intrecciare l’uno coll’altro due anelli chiusi, senza aprire né l’uno né l’altro e fare tutti gli altri giochi di prestigio di questo tipo. Dopo le ultime relazioni trionfali giunte dal mondo degli spiriti il signor professor Zollner si sarebbe rivolto a uno o più «medium» per fare con il loro aiuto accertamenti più precisi sull’ubicazione della quarta dimensione. Il successo sarebbe stato sorprendente. Il bracciolo della poltrona, sul quale appoggiava il braccio, mentre la mano non lasciava mai il tavolo, sarebbe rimasto intrecciato con il braccio alla fine della seduta; in un filo fissato con le due estremità sul tavolo sarebbero venuti fuori quattro nodi ecc. Insomma, tutti i miracoli della quarta dimensione sarebbero stati eseguiti dagli spiriti come un facile gioco. Sia ben chiaro: relata refero; io non garantisco dell’esattezza dei bollettini dello spiritismo: se essi dovessero contenere delle inesattezze il signor Zollner dovrebbe essere grato di fornirgli l’occasione di rettificarle. Se essi dovessero però riprodurre fedelmente le esperienze del signor Zollner, segnerebbero l’inizio di una nuova era tanto per lo spiritismo che per le matematiche. Gli spiriti dimostrano l’esistenza della quarta dimensione così come la quarta dimensione garantisce l’esistenza degli spiriti. Una volta che ciò sia stabilito, si apre per la scienza un nuovissimo e smisurato orizzonte. Tutta la matematica e tutte le scienze di oggi non diverrebbero che una scuola preparatoria per la matematica della quarta dimensione e delle dimensioni ancora più elevate e per la meccanica, la fisica, la chimica e la fisiologia degli spiriti che dimorano in queste più elevate dimensioni.
Il signor Crookes non ha forse stabilito scientificamente quanto peso perdono i tavolini e gli altri mobili nel loro trapasso – ora possiamo ben dire così – nella quarta dimensione? Non dà per dimostrato il signor Wallace il fatto che il fuoco, lì, non danneggia i corpi umani? E che dire della fisiologia, di questi corpi di spiriti! Respirano, hanno un polso che batte; quindi polmoni, cuore e apparato circolatorio, e sono di conseguenza certamente non meno ben forniti di noi stessi per quel che concerne gli altri organi del corpo. Giacché per respirare occorrono idrocarburi, che vengono bruciati nel polmone, e gli idrocarburi possono essere introdotti solo dall’esterno: ci vuole dunque stomaco, intestino e accessori e quando siamo arrivati a questo punto, tutto il resto viene di conseguenza senza difficoltà. Ma l’esistenza di tali organi comporta la possibilità che essi si ammalino; può darsi quindi il caso che il signor Virchow debba scrivere una patologia cellulare del mondo degli spiriti. E poiché la maggior parte di questi spiriti sono giovani donne meravigliosamente belle (che non si distinguono in nulla, assolutamente in nulla, dalle donne terrene salvo che per la loro bellezza più che terrena) non è possibile che tardi molto il momento in cui esse accorreranno «presso uomini che sentano amore»; e se davvero «non manca ad esse quel cuore di donna » di cui il signor Crookes ha constatato il battito, ecco aprirsi un’altra dimensione anche alla selezione naturale, una dimensione nella quale essa non avrà più timore di essere confusa con la cattiva socialdemocrazia.
Basta. Appare in questo campo in modo tangibile qual è la via più sicura per passare dalla scienza al misticismo. Non la filosofia della natura con le sue contorte teorie, ma l’empirismo più piatto, che disprezza ogni teoria, che diffida di ogni pensiero. Non si ricorre ad una necessità postulata a priori per dimostrare l’esistenza degli spiriti, ma alle osservazioni sperimentali dei signori Wallace, Crookes e compagni. Se crediamo alle osservazioni spettroscopiche di Crookes, che condussero alla scoperta di un metallo, il tallio, o alla ricca messe di scoperte zoologiche fatte da Wallace nell’arcipelago malese, si richiede a noi di credere allo stesso modo alle esperienze e scoperte spiritiche di questi due scienziati. E se noi esprimiamo l’opinione che vi è tuttavia una piccola differenza, che consiste nel fatto che noi possiamo verificare le une ma non le altre, gli occultisti ci rispondono che le cose non stanno così e che essi sono pronti a fornirci il modo di verificare anche le apparizioni spiritiche.
Sta di fatto che non si può disprezzare la dialettica impunemente. Quale che sia la poca considerazione che si manifesti per ogni sorta di pensiero teorico, resta pur sempre il fatto che non si può porre in rapporto due fenomeni naturali o cogliere il rapporto che sussiste tra di essi senza pensiero teorico. Il problema è solo di vedere se, nella questione data, si pensa in modo giusto o no: la sottovalutazione della teoria è ovviamente la via più sicura per pensare in modo naturalistico, e quindi falso. Ma un’impostazione di pensiero falsa, portata alle sue estreme conseguenze, conduce regolarmente al punto opposto a quello da cui si è partiti, per una legge dialettica da gran tempo nota. E così il disprezzo della dialettica proprio dell’empirismo si condanna da sé secondo questa legge, portando alcuni tra i più sprovveduti empiristi alla più squallida di tutte le superstizioni, al moderno spiritismo.
La stessa cosa accade con la matematica. L’usuale matematico fisico mette in rilievo con grande orgoglio l’assoluta irrefutabilità dei risultati della sua scienza. Ma tra questi risultati, figurano anche i numeri immaginari, ai quali viene con ciò conferita una certa realtà. Ma una volta che ci si sia abituati ad ascrivere una qualsiasi realtà, al di fuori della nostra mente, a V/-1 o alla quarta dimensione, non vi è difficile fare un altro passo e accettare anche il mondo Spiritico del «medium». è proprio come diceva Ketteler di Dollinger: «Ha difeso nella sua vita tante assurdità che potrebbe davvero mettere anche l’infallibilità nel mucchio con tutte le altre».
In effetti, l’empirismo puro e semplice non è in grado di venire a capo dello spiritismo. In primo luogo, i fenomeni «più elevati» vengono mostrati solo quando lo «scienziato» in parola è talmente irretito, da non vedere più altro che quello che deve o che vuole, come lo stesso Crookes ci descrive con inimitabile ingenuità. In secondo luogo gli spiritisti non si scoraggiano affatto se si scopre che centinaia di sedicenti fatti accertati sono truffe e decine di sedicenti «medium» sono dei volgari prestigiatori. Fintantoché non è stato chiarito ogni singolo sedicente miracolo, resta loro sempre abbastanza terreno per difendersi, come mostra chiaramente proprio lo stesso Wallace nel caso delle fotografie di spiriti falsificate. L’esistenza di falsificazioni dimostra l’autenticità dell’autentico. E allora l’empirismo si vede costretto a liberarsi dal fastidio degli evocatori di spiriti non con esperimenti empirici, ma con considerazioni teoriche e a dire con Huxley: «L’unico bene che potrebbe venir fuori, a mio avviso, dalla dimostrazione della verità dei fenomeni spiritici sarebbe quello di fornire un nuovo argomento contro il suicidio. Meglio vivere facendo lo spazzino che chiacchierare da morto per bocca di un “medium”, che si dà in affitto al prezzo di una ghinea per seduta!»