Per il caso delle “intercettazioni”, l’ex inquilino dell’Eliseo è stato condannato a tre anni di reclusione, di cui due sospesi: l’anno effettivo di condanna potrà scontarlo ai domiciliari col braccialetto elettronico, una misura che nel 2015 non gli era gradita.
Nicolas Sarkozy ha buone possibilità di scontare la pena con un braccialetto elettronico nella propria abitazione. Nella sentenza emessa il 1° marzo, il Tribunale penale di Parigi ha affermato che “è opportuno adattare la parte fissa della pena con un regime di detenzione domiciliare sotto sorveglianza elettronica in considerazione della sua situazione attuale”.
Infatti, secondo i termini della riforma delle pene, entrata in vigore il 24 marzo 2020, una condanna a meno di un anno di reclusione è tramutabile al posto della reclusione a lavori socialmente utili o arresti domiciliari.
La riforma penale del marzo 2020 ha infatti abbassato a 12 mesi la soglia massima per l’adeguamento. Anche nel 2018, questa soglia era ancora limitata a 24 mesi, il che ha permesso all’ex ministro Jérôme Cahuzac, condannato a due anni di carcere e due anni di sospensione, di beneficiare di una pena più morbida.
Eppure Sarkozy era contrario alla sostituzione della pena detentiva per condanne ad oltre sei mesi. Nel novembre 2015 aveva twittato:
“Vorrei che non ci fossero misure di aggiustamento della pena per pene superiori a 6 mesi”. Il tweet portato alla luce ieri dagli utenti del web è stato citato più di 9mila volte.
Se la legge fosse stata scritta come sostenuto all’epoca da Sarkozy, l’ex presidente sarebbe costretto a scontare la pena in un centro detentivo.
Ieri il tribunale di Parigi aveva condannato a 3 anni, di cui 2 sospesi, l’ex capo di Stato Nicolas Sarkozy per corruzione.
02.03.2021