di MOWA
«Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti.» (Martin Luther King)
Aperto in questi giorni un altro fronte di guerra: quello in Medio-Oriente, o meglio, si è riacceso con più vigore, dopo l’attacco terroristico dell’organizzazione di Hamas, il dramma (mai voluta risolvere) dei territori della Palestina occupati dai sionisti. La risposta, all’attacco, da parte degli israeliani è feroce e altrettanto disumana, milioni di persone sono rinchiuse nel territorio di Gaza, il quaranta per cento di costoro sono bambini al di sotto dei sedici anni (stante le fonti ONU) e vengono privati dell’acqua, del cibo, dell’energia elettrica, mentre su di loro si abbattono bombardamenti incessanti anche al fosforo.
Un attacco decisamente deplorevole quello di Hamas nei territori occupati dai coloni israeliani. Hamas è un’organizzazione “alimentata” proprio dal menefreghismo delle cosiddette potenze a livello internazionale rispetto alle diverse risoluzioni dell’ONU sulla questione palestinese, la prima, la n. 181, risalente addirittura al 1947 prevedeva due Stati: quello di Palestina e quello di Israele. Oppure, la risoluzione del 1967, n. 3236, con la quale verrebbe riconosciuto ai palestinesi il diritto all’indipendenza e all’autodeterminazione, la successiva n. 3237 accordava all’OLP lo status di osservatore permanente. O, ancora, e più precisamente, l’altra risoluzione, n. 3379 del 1975, in cui l’Assemblea generale denuncia il sionismo quale “forma di razzismo e discriminazione razziale“. Segue, poi, la risoluzione n. 465, del 1980-1981, dove veniva condannata la politica di colonizzazione dei territori occupati da parte di Israele, e chiedeva l’immediata cessazione della pianificazione di nuovi insediamenti e lo smantellamento di quelli esistenti.
Nel frattempo, altre risoluzioni all’ONU sono state approvate per una valida giustizia palestinese, sino ad arrivare a:
«Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato (19 novembre 2003) all’unanimità una risoluzione (n. 1515), presentata dalla Russia, che approva la Road Map e fa appello alle parti affinché vengano rispettati gli obblighi da essa previsti per il raggiungimento di due Stati che possano coesistere fianco a fianco in condizioni di pace e sicurezza. In risposta all’approvazione della risoluzione 1515, il governo di Israele ha diffuso un comunicato nel quale si precisa che l’attuazione della Road Map è comunque subordinata alle14 riserve poste da Israele e agli accordi fra Israele e gli Stati Uniti. Il comunicato aggiunge anche che il piano di pace può essere realizzato solo con negoziati diretti e intese con i palestinesi.» [1]
La pratica costante di disattendere le varie risoluzioni dell’ONU da parte degli israeliani ha fortificato l’odio verso gli invasori e alimentato le formazioni terroristiche depotenziando l’OLP.
Un divario culturale che allontana, invece, di unire i popoli in una versione di panfascismo etnico che attacca le diverse ipotesi di democrazia. Infatti, le istituzioni israeliane, che accusano quelle palestinesi di antidemocraticità, in realtà, sono strutturate su base teocratica non molto dissimile da quella iraniana.
Quello che spaventa è l’uso che viene fatto delle formazioni terroristiche utilizzate a fare da ponte per le nuove conquiste coloniali ed il controllo del Sud del mondo come avvenuto nel caso stesso di Israele che si professa vittima innocente come avevamo scritto tempo addietro: [2]
«per realizzare ciò si servirono di terroristi che, con la tecnica fuorviante delle false flag, poi diventarono, anche, capi di stato.…La terra palestinese, infatti, venne presa di mira da organizzazioni terroristiche sioniste come Irgun [3] e Stern [4] e sostenute dall’Agenzia Ebraica [5]con il suo leader David Ben Gurion. Poi vennero anche i terroristi sionisti dell’Haganah [6] che, secondo documenti dell’ONU, provocarono massacri nell’albergo Semiramis a Gerusalemme il 5 gennaio 1948 o, addirittura, un’epidemia di tifo tra alcuni assediati autoctoni, avvelenando l’acquedotto di Acri…»
Costanti, nel tempo, sono i muri di gomma che si incontrano rispetto alle obiezioni alle azioni compiute dagli israeliani contro la popolazione palestinese [7] al punto da essere bollati, ingiustamente, come antisemiti. [8] E si continua a fingere nonostante la Corte penale internazionale dell’Aja abbia aperto un’inchiesta nei confronti di Israele per crimini di guerra commessi nei territori palestinesi, [9] e questo perché lo schieramento filosionista, che giustifica l’annessione delle terre palestinesi, è molto più radicato di quello che si pensa come ha cercato di spiegare Pino Cabras in un suo post su internet, il 2 giugno 2020, parlando di Fiamma Nirenstein che vuole ignorare il senso:
«…specifico del caso israelo-palestinese, l’annessione sarebbe in flagrante violazione delle seguenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza: 242 (1967), 338 (1973), 446 (1979), 452 (1979), 465 (1980), 476 (1980), 478 (1980), 1397 (2002), 1515 (2003), 1850 (2008), 2334 (2016). Israele disconosce tutte queste norme di diritto internazionale, ma questo non significa che non esistano.» [10]
Atti illegali compiuti dagli israeliani, dunque, come rilevato, anche, dall’agenzia di stampa DIRE, l’11giugno 2020, che puntualizza:
«Secondo quanto stabilito dal diritto internazionale, tutti gli insediamenti israeliani nei territori palestinesi ottenuti a seguito della guerra dei Sei giorni, nel 1967, sono da considerarsi illegali.» [11]
E anche Michelle Bachelet, alto commissario Onu per i diritti umani, che afferma:
«L’annessione è illegale, totalmente» […] «Qualsiasi annessione, sia che si tratti del 30% della Cisgiordania, sia che si tratti del 5%».
Manifestare per il diritto all’esistenza di un popolo, sia esso palestinese o israeliano non è un atto illegale ma il valore da cui partire con la speranza che, finalmente, si superi quel radicalismo panfascista etnico che può essere foriero solo di un futuro decisamente incerto per tutti.
Note
[1] http://leg15.camera.it/cartellecomuni/leg14/RapportoAttivitaCommissioni/testi/03/03_cap06_sch01.htm
[2] http://www.iskrae.eu/dens-dolens-287-gerusalemme-terra-palestinese/
[3] https://it.wikipedia.org/wiki/Liste_degli_attacchi_dell’Irgun_durante_gli_anni_’30
[4] https://it.wikipedia.org/wiki/Lohamei_Herut_Israel
[5] https://it.wikipedia.org/wiki/Agenzia_ebraica
[6] https://it.wikipedia.org/wiki/Haganah
[7] https://www.pressenza.com/it/2019/11/vietato-condannare-la-barbarie-israeliana/
[8] https://www.lacittafutura.it/editoriali/antisemitismo-e-antisionismo-sono-collegati-tra-loro
[10] https://www.facebook.com/PinoCabrasM5S/photos/a.216042482276851/673775483170213/?type=3&theater
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