di MOWA
«A tutto si abitua quel vigliacco che è l’uomo» (Fëdor Dostoevskij)
Dopo il disastro dei naufraghi nel mare antistante Cutro e con l’intento di sviare l’attenzione della popolazione dalle responsabilità della politica, continua, nello sconforto generale, la pantomima della destra al governo che si dice solidale con le forze dell’ordine impegnate in mare. L’impegno dei militari, però, è sottoposto alle direttive a cui si devono attenere, pena provvedimenti disciplinari serissimi. Quindi una cosa sono i militari che eseguono gli ordini di servizio dovuti dalle disposizioni di legge, altra cosa è chi legifera obbligando tutti a sottostare.
Ciò che i politici sanno benissimo, ma che troppo spesso scaricano, ingiustamente, su chi applica le leggi sottraendosi alle responsabilità, è l’aver emanato delle “schifezze” legislative.
Un espediente politico che, spesso, circuisce la buona volontà dei militari perché li mette in evidente difficoltà giuridica. Ma c’è di peggio. Quei finti difensori dei militari, quando hanno combinato la frittata sulla pelle di quei malcapitati, girano le colpe su una generica sinistra che vorrebbe, dicono, a prescindere, reprimende per chi indossa la divisa. E l’esempio di Cutro è la testimonianza plastica di come i politici abbiano tirato indietro la mano, rifiutando le proprie responsabilità e anticipando, a chi chiedeva di fare chiarezza sulle dinamiche dei soccorsi, di “non toccare i militari che salvano tutti i giorni i migranti“.
E’ la metodica pratica dello scaricabarile da parte di quella fetta d’Italia composta dalla cosiddetta “brava gente” che, invece, è satolla di stragi nel proprio percorso politico e che, ancor oggi, si rifà, agli esempi del passato studiati anche sui libri di storia in quanto ricordano chi ha mandato, anche i nostri parenti, nonni, zii…, a morire in guerre imperialiste per ambizioni personali e che poi, ha tentato di fuggire da questo paese tra-vestito con l’uniforme di soldato nazista tedesco ma, che poi è stato fermato dai partigiani. [1]
Una visione del Mondo, [2] quella della destra, su come vogliono vadano le cose e che rispecchia la follia paradigmatica di un verticismo che ha eliminato ed impedisce qualsiasi obiezione e critica, in contrapposizione a quella che dovrebbe essere la nostra democrazia. Ed è, forse, questo il motivo della richiesta della destra meloniana di introdurre un servilismo acritico anche nelle scuole attraverso una “cultura militare” che impedirebbe, in tal modo, il diffondersi del diritto all’obiezione di questo status quo. [3]
Note
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