di MOWA
«Metà vittime, metà complici, come tutto il mondo.» (Jean-Paul Sartre)
Continua, senza tregua, sugli schermi televisivi e sui quotidiani, da parte dell’attuale Governo, il vergognoso refrain sulle responsabilità imputate ad altri per il cattivo servizio fatto agli italiani.
Una deresponsabilizzazione governativa per quanto sta accadendo sulla pelle del popolo italiano. Quel popolo italiano a cui si appellano verbalmente i politici di destra e che chiamano, insistentemente, “nazione”, ogni volta che vengono intervistati ma che, in realtà, stanno massacrando. Un massacro ormai di routine, e rivolto, a turno, alle diverse “corporazioni” grazie a cui hanno fatto la loro fortuna elettorale. Questa modalità, però,
nasconde la più grande contraddizione economico-politica in quanto imprigionata dalle leggi del grande capitale dove il “mercato” fa soccombere, via via, le piccole realtà inglobandole con le leggi del liberismo. I benzinai, come molte altre attività simili, ad esempio, lavorano, come inconsapevoli dipendenti, per le compagnie petrolifere con l’illusione di essere dei padroncini senza avere, invece, nessun margine contrattuale o di diritti, ma solo imposizioni unidirezionali dall’alto verso il basso.
Una platea sconfinata fatta di tante partite Iva (corporazioni?), che sono state “schiavizzate” da quelle stesse multinazionali che hanno dato loro un’illusione chiamandole “imprenditori di sé stessi” ma che in realtà nascondono una situzione dove i diritti sono molti di meno rispetto ad altri, situazione che le “partite Iva” non hanno capito continuando a rivolgersi alla destra politica, invece, di comprendere l’importanza di unirsi a quei milioni di altri interlocutori, che vivono le stesse sofferenze, anche se come dipendenti diretti degli sfruttatori e con un salario contrattualizzato nazionalmente.
Un governo che cerca, quindi, di fare del vittimismo o lo scaricabarile su altri settori e categorie pur di non rivelare a quelle stesse “corporazioni” che il loro vero referente non è più, oggigiorno (per non dire mai), la piccola o media borghesia ma il grande capitale come è palesemente dimostrato dalle alleanze con chi ha imperi televisivi, bancari, assicurativi, ecc., per non parlare dei produttori di armi. La loro stessa esistenza storica si è, sempre, basata su equivoci, il capitalismo usa l’eterodirezione culturale per conservare il suo dominio come testimoniano le guerre che i reazionari fanno per ingrassare le casse di grandi finanzieri, non casuali, infatti (ad esempio), furono i finanziamenti della Bank of England sia ai nazisti di Hitler [1] che di Mussolini. [2]
Purtroppo essendo stato distrutto il partito dei lavoratori (come era quello di Gramsci, il P.C.I.) e non essendosi ricomposta quella massa critica che lo componeva, ci si trova a dover subire le metamorfosi politiche dei vari soggetti che si profilano all’orizzonte e che impediscono de facto l’emersione della mefitica bolla menzognera in cui si è immersi. Una bolla menzognera che, attraverso leggi di mercato che privano lo sviluppo collegiale a tutto vantaggio dei già ricchi, aumenta in modo vertiginoso il privato a scapito del pubblico che, invece, una volta, vedeva nel welfare state (ottenuto negli anni addietro) un sistema sociale che garantiva a tutti i cittadini l’accesso ai servizi e alle forme di assistenza fondamentali: sanità, scuola, casa… Allora era una delle realtà economico-sociali più interessanti a livello internazionale.
Sta al popolo, ora, come dice la tanto vituperata Costituzione, riprendersi la decisionalità e governare, mettendo in mora chi vuole operare (sta operando) dei cambiamenti che peggiorano lo stile di vita di ognuno e finalmente, anche parlare, di pace, trattative e rifiuto di quella guerra a cui ci stanno conducendo scelte scellerate.
NOTE
Foto di M©WA