IL SETTORE EQUITY SPINGE I GRANDI PATRIMONI E NUOVA LIQUIDITÀ SI RIVERSA SUI MERCATI SE LA SITUAZIONE DOVESSE PROSEGUIRE COSÌ IL 2014 RIPORTEREBBE GLI ASSET AI LIVELLI PRE-CRISI RISPARMIATORI PIÙ ATTENTI ALL’INCREMENTO
Milano – Anche nel 2013 il numero dei super ricchi è cresciuto a ogni latitudine e l’Italia, in questa particolare classifica, non ha per niente sfigurato. Il buon andamento dei listini azionari è stato il principale driver dell’aumento, favorito in alcuni Paesi anche dalla discreta performance del mercato immobiliare. Secondo i dati raccolti da Capgemini e Rbc Wealth Management nel “World Wealth Report 2014”, la ricchezza complessiva di coloro che al mondo hanno un “patrimonio investibile” superiore al milione di euro è aumentata del 14% a 52.620 miliardi di dollari, facendo così segnare il nuovo record di sempre. Il numero dei milionari è salito del 15% a 14 milioni di unità grazie al secondo più importante progresso dal 2000. La crescita maggiore si è registrata in Irlanda (+25%), Emirati Arabi (+24%), Giappone (+22%) e Grecia (+22%), ma sono sempre gli Stati Uniti l’area con il maggior numero di ricchi, che toccano i 4,33 milioni di persone (+16%), inseguiti dai 4,32 milioni di individui del Far East (+17%). La relativa ricchezza nelle due regioni è, rispettivamente, pari a 14.880 miliardi di dollari (+17%), e 14.200 miliardi (18%). La popolazione europea dei super ricchi è aumentata del 12% raggiungendo i 3,83 milioni di persone che detengono 12.390 miliardi di dollari (+14%). “Il 60% della ricchezza mondiale è concentrata in Usa, Cina, Germania e Giappone”, afferma Claudio Trecate, Delivery director Banking, Financial Services
Capgemini Italia. Nel Belpaese il numero dei paperoni è aumentato del 15% (contro il 12,5% della media europea) a 203.200 unità, un valore non più molto lontano dal record fatto segnare nel 2007 (208.000) prima dello scoppio della crisi finanziaria. Già nel 2012 l’Italia aveva messo a segno un’ottima performance, facendo meglio del resto del Vecchio Continente. A favorire questo andamento positivo sono stati soprattutto i rialzi messi a segno dal listino di Piazza Affari, che hanno più che compensato il calo del mattone e la stagnazione dell’economia. Un altro fattore che ha contribuito al progresso è stato lo scudo fiscale, i cui effetti si sono sentiti anche nel 2013. Le previsioni per l’anno in corso sono rosee, visto che il buon momento della Borsa milanese è proseguito anche nei primi mesi del 2014. “In base agli elementi di cui siamo in possesso oggi – spiega Andrea Falleni, Financial Services Leader di Capgemini Italia – è lecito attendersi un buon progresso anche nel 2014”. Se nella seconda parte dell’anno la situazione non cambierà radicalmente, è dunque probabile che l’Italia torni sopra i livelli pre-crisi. “Nel complesso il 2013 è stato un altro ottimo anno per il mercato degli High net worth (coloro che hanno una ricchezza superiore al milione di dollari, ndr) grazie a mercati azionari vivaci e al miglioramento dell’economia che hanno contribuito a una crescita a due cifre sia nella popolazione che nei livelli di ricchezza – dichiara M. George Lewis, Group Head di RBC Wealth Management & RBC Insurance – Guardando alle tendenze di crescita a lungo termine, quasi il 40% del livello attuale di patrimoni HNWI è stato creato solamente negli ultimi cinque anni”. Sempre secondo la ricerca condotta da Capgemini e RBC, stanno cambiando anche le strategie di investimento dei super-ricchi: “agli inizi del 2014 essi hanno intrapreso un atteggiamento più globale nei confronti dei propri patrimoni allocando oltre un terzo (37%) degli asset al di fuori della propria regione di residenza, contro il 25% dell’anno prima”, si legge nel report. Questo mutato atteggiamento è spiegato dal fatto che gli investitori sono ora maggiormente orientati alla crescita del loro patrimonio piuttosto che alla sua conservazione. I milionari hanno dunque superato la paura che si era diffusa in seguito al crack di Lehman Brothers e guardano fiduciosi al futuro, convinti che la loro ricchezza possa solo aumentare. Essi inoltre esigono che il loro gestore di fiducia metta a loro disposizione tutti gli strumenti digitali necessari per seguire e gestire il proprio capitale. “L’82% degli HNWI della regione Asia-Pacifico (escluso Giappone), il 74% di quelli di Medio Oriente e Africa e il 70% di quelli dell’America Latina prevedono di effettuare digitalmente la maggior parte se non addirittura la totalità dei rapporti con i propri gestori entro i prossimi cinque anni”, si legge nel report World Wealth Report 2014. Per Falleni la richiesta di funzionalità digitali non conosce limiti in termini di età, patrimonio o area geografica. I clienti vogliono che i punti di contatto con i gestori patrimoniali siano sempre trasparenti e completamente integrati. E ai loro gestori non resta che adeguarsi perché i paperoni sono clienti molto esigenti. (m.fr.) I milionari hanno superato la paura che si era diffusa in seguito al crack di Lehman Brothers
Nella foto Andrea Falleni Vice President e Financial Services Leader di Capgemini Italia
(30 giugno 2014)