Dove sono le responsabilità del Prefetto e del tutore dell’ordine (Ufficiale di piazza e Questore) sulle immagini che vediamo in queste foto?
Costoro vorrebbero, forse, farci credere che sono immagini storiche e nulla più?
Dove sono il rispetto della legge e della Carta costituzionale degli organi statali?
Vedere queste immagini e non aver impedito che vi fossero è come aver tradito il giuramento di fedeltà alla Costituzione antifascista nata dalla Resistenza… Che piaccia o meno questa è quella a cui tutti dobbiamo sottostare, tanto più, se, in quelle occasioni, si è “i responsabili del rispetto delle leggi“.
Vedere quelle continue immagini (riprodotte anche in televisione) fomenta razzismo e produce, inevitabilmente, disordine sociale quello per cui la legge non vuole.
Si chieda conto al Prefetto e al tutore dell’ordine (Ufficiale di piazza e Questore) dei continui soprusi alla legge di questi fascisti… Pena la rimozione dall’incarico per palese incompetenza.
I cori e i saluti nazisti negli stadi in Italia sono una prassi costante.
Fabio della Pergola
Una specie di allegra carnevalata domenicale a cui si dedica al più qualche fasullo rimbrotto nelle trasmissioni del lunedì e la tipica rivalsa di tipo economico sulle società sportive, una multa da qualche migliaio di euro, ma solo se ci sono anche i graziosi cori razzisti che di solito accompagnano queste manifestazioni.
Poi, ogni tanto, càpita qualcosa di più grave – tipo un giocatore di colore che non le manda a dire o la comunità ebraica che fa la voce grossa – e allora per qualche giorno (o qualche ora) i toni si fanno più duri, la condanna più altisonante, le frasi si riempiono di accenti più roboanti.
Per qualche giorno (o qualche ora); poi tutto torna come prima e gli idioti da curva sud, con il loro disprezzo per i “diversi” (ma diversi da che?), ricominciano con l’entusiasmo per le celtiche e le rune, la ritualità dell’homo militaris applicata a ventidue ragazzotti in mutande che corrono dietro a una palla, l’entusiastica forza del coro che fa sentire “popolo” anziché quella banda di decerebrati razzisti che in effetti si è.
In Italia i cori e i saluti nazisti sono una costante. A cui nessuno, sembra, è capace di porre rimedio. E così li abbiamo fatti diventare un evento naturale, di una natura un po’ maligna se vogliamo, ma irrisolvibile. A nulla vale l’allarme che chiunque abbia una testa per pensare lancia da tempo. Con quella gente ci vuole più decisione, perché sono fenomeni della “cultura” politica che devono essere stroncati sul nascere. E qui li abbiamo fatti nascere e poi anche crescere.
Invece la cosa è semplice da risolvere.
Un tifoso del Borussia Dortmund è stato beccato mentre urlava “Sieg Heil”, il saluto nazista, durante l’ultima partita di campionato. Identificato e allontanato dal servizio d’ordine, si è beccato dalla magistratura tre anni di interdizione da tutti gli stadi tedeschi, a cui il Borussia ha voluto aggiungere altri tre anni di interdizione dal suo stadio. Niente pallone fino al 2020 per un urlo nazista.
Da noi fioccano braccia tese (classiche o “alla Dieudonné”), bandiere con la svastica, cori e striscioni razzisti e compagnia cantando. E si fa una multa alla società. Così tutto rimane come prima, salvo la monetarizzazione del danno che fa bene solo alle casse dello Stato.
Invece basta poco per farli smettere. Basta farli stare a casa a salutarsi allo specchio. Dopo un po’ si sentiranno ridicoli e stupidi. Che è il primo passo per avere rapporto con la propria realtà.
27 febbraio 2014