«Global partnership» e 20 miliardi di dollari per eliminare le armi nucleari dall’ex Urss. L’Italia e la Sogin
Una strana e oscura storia sollecitata dall’esibita potenza militare russa in Siria. Solo 10 anni fa, la Russia rincorreva il mondo per farsi aiutare a disfarsi del suo armamento nucleare obsoleto. L’Italia e la Sogin, quella dei depositi nucleari fantasma. Strana storia di miliardi sul nucleare mai morto
di Ennio Remondino
Una strana e in gran parte ancora oscura storia sollecitata dall’attuale potenza militare russa esibita da Putin in Siria. Eppure, solo 10 anni fa, la Russia rincorreva il mondo per farsi aiutare a disfarsi del suo armamento nucleare obsoleto. Coinvolte anche l’Italia e la Sogin, la società pubblica per lo smantellamento di ciò che resta del nucleare italiano e per la creazione dei depositi delle scorie nucleari che restano ancora fantasma. Un impegno per un bel mucchio di soldi: 1 miliardo di Euro, ‘$1.2 billion’, per smantellare vecchi arsenali. Dieci anni dopo la Russia torna all’onore del mondo esibendo muscoli militari da far paura.
Che fine hanno fatto quei soldi italiani, è la domanda che ci propone un nostro lettore.
Siamo andati a curiosare. Nel giugno 2002, durante il vertice G8 di Kananaskis, in Canada, venne sottoscritto l’accordo di «Global partnership» che impegnava la Federazione Russa e i sette Paesi più industrializzati del mondo a investire 20 miliardi di dollari in dieci anni per eliminare le armi nucleari sviluppate dall’ex Urss. Dieci anni dopo, verificati i risultati, il sospetto che quei 20 miliardi siano serviti non tanto a smantellare quando ad ammodernare l’arsenale ex-sovietico appare legittimo. Bravi i russi, scemi i donatori. O forse esistevano degli intessi condivisi che non potevano essere resi noti. Proprio quelli che vorremmo arrivare a conoscere.
Anche l’Italia ha quindi contribuito: accordo bilaterale con la Russia approvato dal Parlamento nel 2005 per contribuire con 360 milioni di euro allo smantellamento dei sottomarini a propulsione nucleare. Nella versione iniziale era previsto anche un impegno per il trattamento e lo stoccaggio dei nostri rifiuti radioattivi. Dare-avere. Questo argomento fu utilizzato per attribuire alla Sogin, la società già citata, la gestione di questi finanziamenti. Non erano soldi completamente regalati a Putin, ma c’era un nostro tornaconto. Poi le attività sui rifiuti radioattivi sono sparite e sono subentrate iniziative che hanno visto la partecipazione di altri soggetti industriali italiani legati soprattutto al nucleare.
Guardatevi la foto del «Global Partnership Funding Commitments – Update: May 7, 2004» di cui siamo venuti in possesso.
La storia successiva di come sono stati spesi i fondi italiani non è molto nota. Modalità di gestione tra il segreto e l’opaco. I tempi lontani del presidente e commissario straordinario Sogin Carlo Jean, l’ex generale, che gestì dal 2003 al 2006 i difficili anni dell’emergenza nucleare sul fronte dell’anti terrorismo. Tempi di spie e di segreti certamente giustificati. Col seguito di chiacchiere su presunti costi astronomici della sede Sogin di Mosca, feste e presunte elargizioni alla nomenklatura russa. Voci. Ma un consuntivo di quanto e come speso anche sul fronte militar-nuclear-strategico russo sarebbe cosa dovuta da parte di una Spa pubblica. Salvo segreti di Stato o segretucci di altra natura.
Sappiamo che l’attuale amministratore delegato di Sogin, Riccardo Casale, che raccontano impegnato fare pulizia, si sia trovato di fronte ‘muri di gomma’ e costretto a offrire al ministero le sue dimissioni. Ora la partita interna tra sostenitori della Green Economy, come da missione statutaria, e orfani del nucleare nel Cda, dovrà essere risolta. La Sogin è un mostro giuridico, un soggetto privato che svolge un ruolo pubblico, un’impresa che deve gestire gli impianti e assieme provvedere al loro smantellamento, oltre all’individuazione del deposito nazionale e alla sua gestione. Troppe cose, alcune in conflitto tra loro.
Global Partnership Funding Commitments
Dettagli
«Italy’s agreement on work in the submarine field awaits ratification by the Italian and Russian parliaments. Italy’s contribution in the nuclear field will be managed by the SOGIN (Società Gestione Impianti Nucleari) company. The assistance team also includes the Fincantieri (ship-building), Ansaldo Energia (nuclear technology), Duferco (dismantlement), Camozzi (fuel storage and transport casks), and Techint (nuclear technology) companies».
13 dicembre 2015