Quella che abbiamo visto e sentito da Pina Cocci, (vedi sotto) delegata del Pd di Tor Bella Monaca dal palco del congresso del PD è, quasi probabilmente, la terza fase e conclusione di uno stillicidio (da sembrare studiato nei minimi particolari), per escludere i comunisti da ogni ambito politico.
Le prima fase fu quella dei vari tentativi di eliminazione (anche fisica) dei segretari del P.C.I. con attentati o avvelenamenti come accaduti da Togliatti a Berlinguer.
La seconda fase fu quella di aver dichiarato falsamente le dimissioni del segretario Alessandro Natta, mentre era in ospedale, ed aver dato ai detrattori interni al partito la gestione politica (anche con il cambio del nome e simbolo) ad Achille Occhetto con la svolta della Bolognina.
La terza fase è stata quella di aver creato un generale sentimento di oblio e/o disaffezione alla politica da portare, persino, gli ultimi ex-P.C.I., rimasti nella transgenesi all’interno del PD, dire quelle cose dal palco del congresso.
Ci sembra giusto riprendere possesso di ciò che è sempre stato nostro (sedi, immobili, liquidità… persino opere d’arte) e pagato con le tessere dei compagni e compagne del P.C.I. rifacendo quella politica che era tanto cara agli oppressi che partiva dai bisogni reali e non dalle consorterie di falsi democratici.
A quei sopravvissuti compagni/e che hanno resistito all’interno del PD chiedete conto di tutto ciò, come ha fatto Pina Cocci, perché quegli spazi politici sono stati il sacrificio di molte vite che si sono battute per avere un altro tipo di partito, con regole che partivano dal centralismo democratico interno sino al consenso culturale di enormi strati di popolazione.
Quel patrimonio culturale esiste ancora ha solo bisogno di recuperare la barra politica sotto il simbolo giusto di appartenenza sociale: falce e martello,
Questo è uno dei motivi del perché ci siamo dati questo tipo di logo e mission
Sezioni comuniste Gramsci-Berlinguer
per la ricostruzione del P.C.I.
MOWA
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