All’età di 96 anni si spegne una delle più inquietanti figure della Repubblica italiana: Licio Gelli. Un personaggio che ha fatto parlare di se, sempre e comunque, per le sue insistenti trame eversive nei confronti dei paesi democratici.
L’avversione per il comunismo era la sua prerogativa principale e, in funzione di ciò, non aveva problemi a costruire trame oscure pur di ostacolare tali idealità. Con i soldi provenienti da diverse parti, non guardava in faccia ad alcuno e si industriava ad allearsi con chiunque, pur di raggiungere l’obiettivo anticomunista: malviventi di ogni risma, politicanti, militari infedeli al giuramento del proprio paese, agenti segreti, dirigenti di istituzioni o di banca… tipico della sua appartenenza massonica.
Sotto, riportiamo un vecchio articolo di giornale dove l’intervistato Gelli descrive (con evidente spudoratezza e omissione rispetto alla vera dimensione del fenomeno), come si sia spartito la “torta” organizzativa eversiva, instaurando uno Stato nello Stato, anche, con politici italiani di rilievo. Non dimentichiamo le gravi condanne a suo carico che lo insigniscono come prestanome di un progetto eversivo ma, senza ombra di dubbio, di persona socialmente pericolosa.
Ora che è deceduto il massone italiano per antonomasia (Licio Gelli) chiediamo alla Chiesa come sia possibile apprendere dalla stampa che ci saranno i funerali e allestita la camera ardente “nella chiesa di Santa Maria delle Grazie ad Arezzo a pochi metri da Villa Wanda” ?
Vuoi vedere, invece, che…
MOWA