Una fonte interna del servizio Usa rivela come gli Stati Uniti abbiano mentito su molti particolari decisivi.
Calipari è stato tradito dal suo cellulare, intercettato dall’Nsa.
di Franco Fracassi
Sarebbe stato il cellulare a tradire Nicola Calipari. L’Nsa lo stava intercettando e avrebbe trasmesso le informazioni al Pentagono, in modo che la pattuglia statunitense che si trovava al posto di blocco lungo la strada che portava all’aeroporto di Baghdad potesse far fuoco sull’auto giusta. Popoff è in grado di rivelare nuovi particolari sull’assassinio del numero due del Sismi in Iraq grazie a una fonte riservata all’interno della stessa agenzia d’intelligence Usa. Fonte che ha deciso di parlare in seguito alle rivelazioni fatte da Edward Snowden.
«Il segnale del cellulare del maggiore Calipari era stato intercettato dall’Nsa e dall’unità tattica dei servizi segreti militari, che si trovava nei pressi dell’aeroporto di Baghdad. Calipari stava parlando al telefono con i suoi superiori», mentre viaggiava a bordo di una Toyota Corolla.
Nel rapporto ufficiale statunitense c’è scritto: «La Route Irish (la principale via d’accesso all’aeroporto) è utilizzata dai ribelli per piazzare esplosivi al fine di provocare vittime tra le truppe Americane e quelle nostre alleate. L’uso di radiotrasmittenti o cellulari deve essere limitato allo stretto necessario, perché gli ordigni vengono fatti esplodere da comandi azionati proprio da radiotrasmittenti o da cellulari. Per questo motivo, la pattuglia che si trovava sulla strada dell’aeroporto non avrebbe ricevuto l’ordine di lasciar passare l’auto di Calipari». Le nostre fonti interne all’Nsa smentiscono quel rapporto: «I ribelli non utilizzavano i cellulari per far esplodere le bombe. Usavano economici cordless comprati al mercato nero di Baghdad, in modo da impedire che venissero identificati sia il venditore che l’acquirente. Il cellulare di Calipari non rappresentava un pericolo per noi».
E ancora. Nel rapporto ufficiale si legge: «Il capitano Battle dell’unità 1-76 FA (artiglieria da campo) stava usando un telefono Voip per comunicare con l’unità 1-69. Purtroppo, com’è accaduto in altre occasioni, la comunicazione è caduta». La fonte ha, però, spiegato: «Proprio a causa dei continui problemi che provocavano, i telefoni Voip non erano più utilizzati dalle truppe Usa di stanza in Iraq».
Insomma, l’Nsa stava intercettando Calipari, comunicando la sua posizione al Pentagono, il cellulare di Calipari non costituiva alcun pericolo per i soldati statunitensi e non è vero che ci fu difetto di comunicazione tra la pattuglia americana e il proprio comando.
E allora che cosa è successo? L’ex agente della National Security Agency, Wayne Madsen, ha dichiarato a Popoff in proposito: «Hanno aperto il fuoco sull’auto proprio perché erano certi della presenza di Calipari sul quel veicolo. Calipari doveva morire».
Popoff ha rivelato in un precedente articolo che a fornire i dati per poter spiare i nostri cittadini sono stati gli stessi nostri servizi segreti, con l’avallo del nostro governo. Perché il nostro governo voleva che il cellulare di Calipari fosse spiato?
Nicola Calipari è stato assassinato il 4 marzo 2005 mentre stava viaggiando a bordo di un’auto verso l’aeroporto di Baghdad. A bordo, insieme a lui e all’autista, c’era la giornalista del “Manifesto” Giuliana Sgrena, appena liberata da un lungo sequestro ad opera di ribelli iracheni. Quando la vettura è apparsa alla vista di un posto di blocco situato al lato della strada, il soldato del 69esimo reggimento di fanteria della Guardia Nazionale di New York Mario Luis Lozano ha aperto il fuoco, uccidendo Calipari.
Lozano non è stato mai consegnato alle autorità italiane. Il soldato è stato processato e assolto negli Stati Uniti. Non è stata messa su nemmeno nessuna commissione d’inchiesta congiunto italo-statunitense, né tanto meno lo ha fatto il parlamento italiano.
13 novembre 2013