Giuseppe Cirillo
Le indagini hanno fatto scattare le manette per 44 persone e il sequestro di beni per oltre 50 milioni di euro
Enormi quantità di denaro, frutto del narcotraffico e della vendita della cocaina spedita dal Sudamerica, sono state ripulite dalla ‘Ndrangheta grazie alla collaborazione di alcuni uomini della comunità cinese, uomini apparentemente insospettabili. Tra questi, anche Chunjiang Jiang: cinese, incensurato, noto nell’ambiente con il nome di Luca e titolare insieme alla moglie di una sala giochi a Casalecchio, in Emilia-Romagna. Tra le peculiarità che hanno reso Jiang rilevante agli occhi della ’Ndrangheta, la sua profonda conoscenza del “Fei ch’ien”, un sistema di trasferimento di denaro utilissimo per le attività di riciclaggio. Tuttavia, secondo gli specialisti del Cico e dello Scico della Guardia di Finanza di Bologna, Jiang potrebbe non essere l’unico cinese che ha operato per la ‘Ndrangheta. Infatti, tra le carte dell’inchiesta “Aspromonte emiliano” – ha reso noto “La Repubblica” – potrebbero esserci altri cittadini della Repubblica Popolare Cinese, le cui posizioni sembrano essere fortemente sospette. D’altronde, così come ha fatto sottolineato il pm Roberto Ceroni, il giro d’affari ipotizzato potrebbe superare ampiamente le quantità di denaro finora accertate. Al momento, le indagini che hanno portato alla luce il sodalizio criminale che ha unito gli interessi di ‘Ndrangheta, uomini della comunità cinese e narcos sudamericani, hanno determinato anche l’avvio di 44 misure cautelari, di cui due sono state eseguite la scorsa settimana in Paraguay, e un sequestro di beni per un valore che supera i 50 milioni di euro, oltre a decine di chili di sostanze stupefacenti e milioni di euro tra contanti e conti correnti. Inoltre, le indagini hanno permesso di individuare anche il broker che ha gestito in prima persona l’intero business: Giuseppe Romeo, anche detto “Maluferro”. Romeo, hanno rivelato gli investigatori, è l’uomo di ‘Ndrangheta che ha gestito il sodalizio criminale che ha coinvolto anche i cartelli della droga colombiani, messicani e brasiliani. Ma le attività investigative che hanno inferto un duro colpo alla ‘Ndrangheta e ai suoi sodali, hanno avuto successo anche grazie al ruolo di un finanziere che è riuscito ad infiltrarsi nell’organizzazione come corriere. Difatti, grazie all’infiltrato delle fiamme gialle, è stato possibile scoprire le chat con le quali gli uomini dell’organizzazione criminale si scambiavano le informazioni. Partendo da questi messaggi è stato possibile ricostruire la rete di contatti e di persone che hanno partecipato attivamente al traffico di droga e all’attività di riciclaggio. Tra questi, anche Chunjiang Jiang, il cinese noto anche con il nome di Luca. Infine, ciò che hanno riscontrato gli inquirenti è la solerzia che ha caratterizzato il sistema avviato tra gli uomini della comunità cinese e la ‘Ndrangheta. Secondo la ricostruzione dei fatti, i soldi consegnati a Jiang e ad altri suoi connazionali venivano versati nella casse di alcune società italiane oppure presenti in Asia. Questi stessi soldi potevano essere prelevati in contemporanea dagli uomini dell’organizzazione criminale calabrese, in qualsiasi parte del mondo e in qualsiasi valuta. Per il lavoro svolto, ai cinesi, spettava il 3% dei ricavi riciclati