Per queste vere e proprie stragi quotidiane ci sarebbe da bloccare l’Italia, ma Fiom Fim e Uilm pisane invece di dichiarare sciopero e chiamare i padroni a pagare, preferiscono in nome di una solidarietà pelosa fare una colletta fra i lavoratori per aiutare il figlio di Luana.
Luana è morta negli ingranaggi del profitto padronale che in generale considera le norme di protezione e sicurezza un costo e un freno al suo guadagno. Per i padroni gli operai/e sono solo una merce da spremere e se ogni giorno ne muore qualcuno, pazienza.
In un paese pieno di disoccupati/e, un mercato del lavoro tutto basato sul precariato senza regole, fatto di appalti e sub appalti dove il ricatto è l’elemento che tiene in piedi il tutto, è normale che gli operai/e che muoiono siano considerati un semplice costo da sopportare.
Se alle morti sul lavoro come quella di Luana aggiungiamo i morti per amianto e inquinamento ambientale ci rendiamo conto di essere il paese delle stragi operaie impunite.
Queste stragi di operai/e non sono frutto del cattivo destino, ma il risultato di scelte politiche e sindacali che negli ultimi 30 anni hanno considerato il mercato e il profitto l’unico motore di sviluppo possibile, disarmando la coscienza e l’azione del movimento dei lavoratori.
Per questo motivo non condividiamo questa solidarietà pelosa per Luana di Fiom, Fim, Uilm, a cui si è aggiunta la reazionaria Ugl, ma li consideriamo complici di queste morti.