Sezioni comuniste Gramsci-Berlinguer
per la ricostruzione del P.C.I.
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NON È LA PRIMA VOLTA CHE MATTARELLA CALPESTA LA CARTA COSTITUZIONALE, DELLA QUALE SEMBRA IGNORARE PERFINO I VALORI CHE ANCHE GLI STUDENTELLI MENO DOTATI CONOSCONO. IL PROBLEMA È CHE LUI DOVREBBE ESSERE IL GARANTE DELLA COSTITUZIONE, E INVECE È UN PD
Cosa faceva Mattarella di mestiere prima di fare il Presidente? Faceva il giurista. Figlio di un ministro democristiano, Bernardo, marito della figlia del rettore dell’Universita’ di Palermo, assistente di diritto costituzionale all’Università, avvocato a Palermo, ha sempre fatto carriera all’ombra della DC, di cui una volta era attivista nelle correnti di sinistra. Fra gli altri incarichi occupati, è stato anche ministro della Pubblica Istruzione. Anche uno dei suoi figli ha fatto carriera: docente, fra l’altro, alla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, è a capo dell’ufficio legislativo della Funzione Pubblica presso la presidenza del Consiglio. Originale tanta profusione uso dell’aggettivo in carriere che a noi ignoranti sembrano clientele, affari privati, cose di famiglia.
Ma si sa: in alto loco lo Stato è come un paio di ciabatte: si può mettere sotto i piedi in ogni modo.
Ma Mattarella, che è stato anche giudice costituzionale, l’ha capito che l’Italia è una Repubblica Parlamentare? E che i governi li elegge o li boccia il Parlamento? Dove crede di essere, in una repubblica delle banane, come quella che piace tanto a Scalfari e al Minculpop dei giornali piduisti, tutti di proprietà delle banche e delle industrie delle armi – guarda caso! – e che il suo amico Renzi ha cercato di mettere in piedi, ricevendo la sonora trombatura nel referendum del 4 dicembre 2016?
E visto che Mattarella crede di essere De Gaulle, con quale criterio ha scelto discrezionalmente come presidente del consiglio questo signore che a lui piace ma a me no? Poteva nominare suo cognato, suo genero, o uno qualsiasi dei tirapiedi del PD, che in quanto a stravolgimento della Costituzione hanno studiato bene Gelli e la vecchia cara P2.
Ma non è finita qui. Il nostro Sergio Mattarella da ministro della Difesa partecipò all’operazione ALLIED FORCE, con cui la NATO appoggiò unilateralmente la secessione del Kosovo e bombardò i civili serbi; d’accordo con D’Alema (il bombardiere appoggiato da Cossutta) abolì il servizio di leva obbligatorio e dette il via all’esercito di professione (trasformato in contractors) che opera ovunque nel mondo all’insaputa del Parlamento; dette il via libera al decreto 297/2000 che trasformava i Carabinieri in Forza Armata autonoma – in linea con il vecchio progetto golpista del generale De Lorenzo. Che dire di più? La scelta di liquidare l’esercito di leva per mettere in piedi un esercito di professionisti, già sostenuta da De Lorenzo e da Henke negli Anni Sessanta, per la quale si spende fin dal 1971 il marchese Luigi Durand De La Penne, ex ufficiale di marina pluridecorato e parlamentare del PLI, è in linea con le scelte NATO, e quindi l’Italia si adegua. È per questo che si arriva gradatamente all’abolizione della leva obbligatoria e alla contestuale liquidazione del servizio civile con una serie di tappe che vedono sulle stesse posizioni destra e centrosinistra.
L’allora ministro della Difesa Mattarella dichiara ai giornali: “Avremo un nuovo esercito adeguato alle esigenze contemporanee che non sono di guerra bensì di strategia di difesa della pace e dei diritti umani”. E l’esercito professionale, agli ordini della NATO, oggi “difende la pace e i diritti umani” bombardando la popolazione civile come ai bei tempi del Vietnam, in obbedienza alle rinnovate ma sempre uguali strategie atlantiche di esportazione della “democrazia” in tutto il mondo.
Quell’ipocrita di Mattarella lo sa che l’Italia ripudia la guerra? E che i quattrini che lui e i militari spendono ogni anno per le spese belliche basterebbero a risanare il PIL e pagare tutti i debiti, senza tagliare ancora la spesa sociale?
Ma lor signori hanno in mano la stampa, le Tv e i social network, ed è comodo raccontare la balla che non ci possiamo permettere un governo senza Piduisti, senza mafiosi, senza maiali, senza condannati, senza truffatori, senza magnaccia. Bruxelles non lo vuole. Mattarella nemmeno.