Potrebbe essere una bella notizia quella dell’arresto del neofascista Gaetano Saya (quello della polizia parallela) se non ci fossero alcune cose da capire.
Quante e chi sono le persone che l’hanno aiutato nella latitanza che risale al 2014?
Chi altri, oltre a Saya, detiene armi o reperti militari?
Siamo proprio sicuri che l'”ultranazionalista messinese Gaetano Saya, per sua diretta ammissione fascista, agente segreto Gladio e massone alla corte del venerabile Licio Gelli” non abbia scomodato le sue “fraterne” conoscenze?
MOWA
Gaetano Saya, arrestato il neofascista della “polizia parallela”. Trovati anche elmetti e bossoli in casa
Deve scontare una pena 3 anni e 10 mesi di reclusione per alcuni reati, fra cui una calunnia, commessi anni fa a Milano. Nella sua abitazione rinvenuti anche reperti militari
Era stato già arrestato per avere cercato di creare una polizia parallela, la Dssa (Dipartimento di studi strategici antiterrorismo). E il neofascista Gaetano Saya, 60 anni, è finito di nuovo in manette per cumulo pene e reato di calunnia. Saya era ricercato dal giugno del 2014 e è stato intercettato dai carabinieri del nucleo operativo di San Martino oggi pomeriggio in un’abitazione di Genova Castelletto presa in affitto da un suo conoscente.
Saya deve scontare una pena 3 anni e 10 mesi di reclusione per alcuni reati, fra cui una calunnia, commessi anni fa a Milano. In casa i carabinieri hanno anche trovato alcuni reperti militari: due elmetti dell’Esercito italiano, bossoli esplosi di mitragliatrice e altre munizioni oltre a materiali che fanno riferimento alla Dssa, che non si possono detenere per cui Saya è stato anche denunciato a piede libero. Ai militari ha detto che sapeva di essere ricercato.
Saya era leader del movimento Destra Nazionale-Nuovo MSI, guidato insieme alla consorte Maria Antonietta Cannizzaro e nel 2011 aveva partecipato al primo congresso nazionale del Movimento di Responsabilità Nazionale di Domenico Scilipoti.