di David Cappellini
Il complotto è un tratto caratteristico del pensiero della destra radicale, esiste da sempre. La destra liberale non ne ha bisogno, giustifica ogni sua azione con la razionale “necessità”, anche impopolare, imposta dalla realizzazione dei sui fini, sostanzialmente economici e basati sul primato del libero mercato.
Non si auto crea nemici immaginari da collocare nell’ ombra, che tramino alle sue spalle. I nemici che individua sono palesi e sono tutti coloro che rifuggono al binomio “democrazia-mercato”, mettendone in dubbio l’efficacia.
La destra estrema invece, vive di tantissime suggestioni, non ha una ricetta economica definita e deve per forza mettersi in contrapposizione con un nemico. Questo nemico però, non deve essere ben identificabile, ma rientrare esclusivamente in un orizzonte semantico, in cui abbinarlo a termini come “complotto, trame, congiura, sovversione”.
Un secolo fa tramavano gli ebrei, come comprovato da tutta quella pseudo-letteratura sorta ed usata ad uopo, poi furono i bolscevichi, termine con cui si designavano tutti coloro che osteggiavano il fascismo. Negli anni 60-70 del secolo scorso, il termine fu mutuato in un ancora più generico “sovversivi” o “comunisti”, per depotenziare i quali, la destra reazionaria si rese artefice o complice di autentici tentativi di sovversione e restauratori.
Oggi i nemici nell’ombra sono non ben identificate correnti di un potere dello Stato, la Magistratura. La caratteristica comune di tutte queste entità, è che dovrebbero lavorare nell’ oscurità per conto terzi come la finanza apolide o il sionismo, ma alla fine ti accorgi che i loro principali amici, sono proprio coloro che li citano come i nemici occulti.
Adesso le propaggini più estreme di questa destra illiberale, infiltratesi a suo tempo nella Lega e ospitate più apertamente in Fratelli d’Italia, per motivi di opportunità elettorali, dettano alla maggioranza di governo l’agenda dei nemici e tollerano con paziente tatticismo le sbandate atlantiste, europeiste e filo israeliane, della premier, che non dobbiamo dimenticarci, per cultura e storia politica gli appartiene.
Credo che a questo punto sarebbe bene che i nostri illuminati giornalisti, provassero a fare luce sul perché, andando oltre agli atti iconografici e di puro folklore a cui alcuni esponenti della destra si abbandonano.
Le azioni del governo e le esternazioni dei suoi membri, sembrano cozzare in modo decisamente antitetico. Da una parte le misteriose denunce di Crosetto contro uno dei poteri dello Stato, i richiami alla sostituzione etnica e le amnesie antieuro del premier, dall’ altra un’immagine istituzionale, restituita soprattutto all’estero, all’insegna dell’allineamento in stile “draghiano”.
Non credo che questo bifrontismo sia per tranquillizzare l’elettorato tradizionale di FdI, che comunque approva il neoliberismo economico del premier, mi pare troppo riduttivo.
3 dicemebre 2023