DANILO TOSARELLI – MILANO
Hanno nominato i nuovi Presidenti di Senato e Camera.
Il presidente del Senato è Ignazio Benito Maria La Russa.
Lo dice il nome stesso. Un nome, una garanzia.
Figlio del segretario del Partito nazionale Fascista di Paterno’.
Ex sanbabilino, molto ben noto a tutti gli antifascisti di Milano.
Ha iniziato a far politica nel Movimento Sociale Italiano.
È tra i fondatori di Fratelli d’italia. Braccio destro della Meloni.
Il presidente della Camera si chiama Lorenzo Fontana.
Leghista doc, rivendica con orgoglio la sua intransigenza.
È cattolico integralista, contrario ad aborto ed unioni civili.
Contrario anche, a tutto ciò minacci le radici cristiane dell’Europa.
Se ci fossero ancora le Crociate, lui certamente ne farebbe parte.
Mi rendo conto che hanno eletto 2 personaggi molto discutibili.
Personalmente, mi fanno venire l’orticaria.
Persino Berlusconi ha dovuto aiutarsi con il malox.
Dopodiché, il centrodestra ha vinto ed ha scelto ed eletto i suoi.
Chi vince decide e chi perde deve subire le scelte del vincitore.
Il disincanto con cui vivo la politica non può fare sconti.
Il mio pragmatismo lo pretende e me lo impone.
Non riesco a restare indifferente e a restare in silenzio.
A costo di apparire sopra le righe.
Ha qualche senso lamentarsi? E lo voglio dire a tutti.
Scuserete l’irriverenza, ma certi commenti sono improponibili.
Sembra che la logica delle cose sia da un’altra parte.
L’ovvio corre il rischio di far ridere, svilendone la positività.
Mi riferisco al discorso della Segre in Senato.
Esaltarne i contenuti mi appare una strumentalizzazione banale.
Un aggrapparsi disperato a valori, che forse andrebbero praticati.
Sono incazzato con i troppi parolai, che razzolano male.
Hanno bisogno di enfatizzare, per mettersi a posto la coscienza.
Liliana Segre, di discendenza ebrea, deportata ad Auschwitz.
Sopravvissuta, è la testimone attiva della Shoah italiana.
Tutto ciò continua a caratterizzare la sua lunga esistenza.
Ha nel sangue l’antifascismo ed i valori della nostra Costituzione.
Una memoria storica preziosissima.
Cosa altro, di diverso, avrebbe mai potuto dire?
È ovvio. Chi si sofferma non può che darlo per scontato.
E invece il PD continuerà a sfrugugliare su queste cose.
È il modo per rivendicare la sua diversità da questa destra?
Sbaglio o Letta e la Meloni sono protagonisti di frequenti siparietti?
Il PD ha bisogno di giustificare la sua inadeguatezza e la sua sconfitta.
Scorreranno fiumi di inchiostro, ma credo serviranno a poco.
Il Partito Democratico ha troppi scheletri nell’armadio.
Ha governato questo Paese negli ultimi 10 anni.
Lo ha governato male e seminando vittime innocenti. Le nostre.
Gran parte di quel popolo di riferimento, che si è fidato.
Oggi, quel popolo si trova cornuto e mazziato, purtroppo.
Credo sia tempo di voltare pagina, con grande consapevolezza.
La destra governerà, perché ne ha legittimità.
Non serve versare lacrime, serve fare una seria autocritica.
È già tempo di mettere in campo una opposizione di rango.
Credo che il nostro popolo dovrà comprendere chi ne è degno.
A partire dal tema della pace, che non ha vie di mezzo.
Non può esserci pace se non si tratta con il nemico.
Le armi devono tacere. Si sospendano le ostilità.
Tornino in campo le diplomazie, perché non c’è altra speranza.
Il popolo della pace dovrà però scendere in piazza, ovunque.
Solo così daremo la forza necessaria a chi vuole trattare.
Ma il paese Italia ha tanti altri problemi da affrontare.
Devono tornare all’ordine del giorno le questioni del lavoro.
Le condizioni e le tutele di chi lavora, producendo ricchezza.
Una ricchezza per il Paese che va però ricompensata.
Con salari adeguati e quindi con una nuova scala mobile.
Il valore dei salari va protetto e quella è l’unica strada possibile.
Ma chi è senza lavoro, non va abbandonato. Senza alibi.
Il funzionamento del reddito di cittadinanza va rivisto.
Deve far parte delle politiche attive e non diventare beneficenza.
Concesso a chi ne ha titolo, ma vincolato a regole inderogabili.
Oggi purtroppo non è così e le conseguenze sono deleterie.
Questo Paese ha bisogno di una sinistra che torni a funzionare.
Che sia riconoscibile nelle sue aspirazioni e nelle sue battaglie.
Che scelga di stare dalla parte degli oppressi, senza infingimenti.
Una sinistra che nella chiarezza, sappia trovare l’unità necessaria.
Qualcuno pensa sia un traguardo irraggiungibile?
Paradossalmente, proprio questo governo potrebbe favorirci.
Con scelte inaccettabili, favorire una ricomposizione a sinistra.
Io ci voglio ancora credere.
L’alternativa è la rassegnazione ed io non ci sto.