di MOWA
«L’illusione della libertà continuerà fino a che è vantaggioso che continui. Nel momento in cui la libertà diventerà troppo costosa, tireranno giù la scenografia e il sipario, toglieranno i tavolini e le sedie e potrai vedere il muro di mattoni in fondo al teatro.» (Frank Zappa)
La morte di centinaia di persone continua, inesorabile, sotto i nostri occhi e, nei palinsesti televisivi, con i vari talk-show, o negli articoli che appaiono quotidianamente sui giornali, viene propinata, tra una pubblicità e l’altra, senza che nessuno noti quanto sia cambiata la nostra percezione di questa terribile realtà.
Un indotto cinismo ha modificato, nel profondo, la nostra sensibilità ed abituato, tutti, a consumare immagini di tragedie immani tra il piatto del primo e quello del secondo sia a pranzo che cena, rendendo normale, per chi guarda non ascoltare o vedere, veramente, con la dovuta attenzione comprendendo cosa succede intorno. Nei telegiornali scorrono scene terribili di massacri in guerre (mai giuste!) dove poveri disperati scappano (tra un “buona questa mousse, che ingrediente segreto hai messo?”) anche via mare, per poi perire annegati, da quelle difficili realtà quotidiane.
Un Mondo sempre più abbruttito e che si autoalimenta, nella quotidianianità, dei nostri comportamenti peggiori, mentre percorriamo le varie strade che ci portano verso posti di lavoro o di studio o di svago mentre si rimane indifferenti se non, addirittura, catatonici di fronte a scene di ingiustizia come quelle avvenute nei giorni scorsi durante la commemorazione, in Sicilia, dell’assassinio/strage del giudice Falcone e della sua scorta, dove la polizia ha caricato il corteo degli studenti che gridava “fuori la mafia dallo Stato”, [1] oppure, della violenza inaudita ad opera dei quattro agenti di polizia locale a Milano contro una persona, oramai in passività, seduta a terra.[2]
Avremmo dovuto solidarizzare con chi subisce un arbitrario sopruso e spingerci verso una soluzione pacifica invece di alimentare, sulla propria bacheca dei social, una cultura nichilista e appoggiare l’invio, non solo di armi, ma anche di militari [3] in territori lontani, fuori confine con la prospettiva di aggiungere altra benzina al fuoco delle divergenze politiche in corso.
Tutto ciò avviene, però, perché quel vasto mondo di individui ha dimenticato che la risposta alla violenza sta solo nella ricostruzione di una ragione politica comune che superi la barriera del pensiero minoritario e che le varie esperienze organizzate devono trarre sintesi in un flusso culturale convergente positivo e di coesistenza pacifica. Il comunista Karl Marx, che di opportunità di ‘cambiare il mondo’ ne ha create tante, partiva dall’assunto obbligatorio di capire come si potesse farlo… e, come sostengono i cinesi, la necessità è quella di basarsi sui fatti e sui risultati.
Con quest’ultima ipotesi, forse, si potrebbe diventare più saggi, meno indifferenti e… più umani.
Note
[1]
Ricordo di Giovanni Falcone sporcato.
Mai successo prima.
Che Paese è un Paese che carica degli
studenti che gridano “fuori la mafia dallo stato”.
L’ex procuratore antimafia Scarpinato: “Polizia ha caricato studenti perché disturbavano un sindaco eletto coi voti di Dell’Utri” pic.twitter.com/VzlX5UgMCv— Massimo (@Misurelli77) May 24, 2023
Foto di MOWA