di MOWA
«Di fronte al montare del complotto della forze governative più sollecite agli interessi dei vari gruppi economico-finanziari (complotto che la parte più reazionaria della borghesia ha tentato di aprire nel 1953 – legge Truffa – nel 1964 e ’69, nel 1978, e di lì tra gli anni 1983 – Commissione bicamerale presieduta dal liberale Bozzi- sino ad oggi) necessita rafforzare l’impegno politico-culturale teso a coinvolgere i più ampi strati delle masse, travolti dalla separatezza tra società e Stato.» (Salvatore d’Albergo costituzionalista)
L’Italia, grazie ai vari ruffiani dei massocapitalisti, seguita la sua folle corsa verso il baratro antidemocratico incurante dei valori donateci dai Padri costituenti i quali hanno dato la vita per liberare il Paese dai diversi cialtroni in camicia nera e, i cui discendenti, sino a ieri, si erano nascosti nelle fogne della Repubblica.
Una delle più gettonate proposte antidemocratiche, di questi ciarlatani del disordine sociale, sono le “schifose riforme” da apportare alla Costituzione che, contrariamente a quanto da loro sbandierano ai quattro venti, produrrebbero lo smantellamento della sovranità popolare, proprio come denunciato dallo scomparso costituzionalista, Salvatore d’Albergo: “In nome del popolo si smantella la sovranità popolare e la rappresentanza parlamentare”.[1]
Infatti, con quest’altro attacco – dopo quello di Berlusconi e di Renzi – alla Costituzione i reazionari produrrebbero il “dominio del capo del Governo che azzerebbe il Parlamento e le garanzie costituzionali sulla sovranità popolare”, instaurando un premierato non di diritto ma di fatto.
Salvatore d’Albergo dichiarava senza mezzi termini che era: “un golpe strisciante”, un “colpo di Stato tecnico e pulito”, uno “sbrego alla Costituzione”. [1]
Se, da una parte vi è uno scontro mediatico, tra verità e finzioni, con comici e soubrette che si improvvisano politici,[2] dall’altra, il Paese soffre le pene di una pessima gestione della cosa pubblica che lo sta portando verso un baratro che lo condannerà, come nel ventennio del secolo scorso, a vivere altri anni bui privi di diritti. Dopodichè, sarà ben rischioso, in prima persona, esporre le proprie idee perché, se passasse tale sciagurata “riforma” della Carta costituzionale, il potere legislativo sarà talmente immenso e tutto nelle mani di quest’ulteriore élite, che finirà di sconvolgere nel profondo quella democrazia che si è conosciuta sino ad oggi.
Tant’è che i reazionari, vista la pessima gestione del presidente francese Macron con i lavoratori attraverso l’aumento dell’età per andare in pensione, si sono spostati sul modello tedesco senza dichiarare, però, che abbiamo realtà storico-politiche differenti con quello Stato, come spiegato con parole limpide, dal costituzionalista Salvatore d’Albergo in un suo datato articolo dal titolo “Il modello tedesco di stato al servizio del capitale per la germanizzazione dell’Europa”:
«Ed è proprio l’ordinamento della RFT – come modello esemplare di stato al servizio del capitale – quello che meglio esplicita un obbiettivo di conservazione “dell’equilibrio economico generale”, all’insegna dei criteri per l’attuazione dei quali gli organi di vertice dello stato federale mantengono un rapporto privilegiato con la Banca di Stato appositamente istituita, in una logica di politica economico-finanziaria che vede costituzionalizzato quel principio del “pareggio” di bilancio che è un tipico strumento dello Stato liberale (art.110) , e che si compenetra dei valori che istituzionalmente qualificano la funzione della Bundesbank (art. 88). Per questo uno dei più insistiti – e meno noti – motivi delle riforme istituzionali è legato alla proposta di modifica dell’art. 81 della nostra Costituzione, ad onta della quale è stata introdotta nel 1978 la ben nota e famigerata “legge finanziaria”. Sicché, ad ogni buon conto, in questo modo le forze conservatrici spingono per consacrare, con la modifica dell’art. 81, il cuneo già operante della Legge finanziaria, alterando così il quadro dei rapporti tra le norme costituzionali che negli anni sessanta e settanta erano state usate da sinistra per tentare di controllare l’economia privata – contro il disegno della politica “dei redditi” perseguito dal centrosinistra – e quello sul Bilancio dello stato. Il tutto in una perseguita prospettiva di più generale subordinazione dell’ordinamento italiano a quei principi di cosiddetta “costituzione economica” che da Bonn si sono irradiati nel sistema comunitario europeo, ed ora incombono in una caratterizzazione sempre più drasticamente “antisociale” della simbiosi tra sistema delle Banche Centrali allocate nella CE, e gruppi di potere politico “servente”, giudicati tanto più funzionali al sistema capitalistico se estratti dal personale burocratico dei partiti “progressisti”, tanto meglio se ex socialisti ed ora anche ex comunisti.» [3]
Quindi, in buona sostanza, si vorrebbe porre di nuovo in ginocchio la Costituzione sociale italiana favorendo altri élitari poteri che non sono, certamente, quelli equilibrati voluti dai Padri costituenti nel 1948 che, uscendo dal fascismo, erano consapevoli di cosa si nascondesse dietro quel tecnicismo [4] e avevano operato, proprio, per difendere tutti noi dal pericolo di ripiombare nell’incubo di una dittatura fascista.
Note
[1] https://www.iskrae.eu/dalbergo-premierato-regime-del-capo-governo/
[2]
Che gle vuoi dì, ha ragione, ha perfettamente ragione. Grande il mio Presidente. ? pic.twitter.com/IL8wjsirjP
— ScarsaTolleranza #ddlzan #antifascista (@francescacuore6) May 9, 2023
[3] https://www.iskrae.eu/modello-elettorale-tedesco-conviene-alla-popolazione/
[4] https://www.iskrae.eu/come-fare-alla-de-gaulle-un-colpo-di-stato-tecnico-e-pulito/
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