di MOWA
«Generale, l’uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.»
(da “Generale, il tuo carro armato“, di Bertold Brecht)
Ogni cittadino che tiene a cuore le sorti di un paese democratico deve indignarsi di fronte alle evidenti irregolarità perpetrate da alcuni componenti delle Forze di Polizia attraverso montagne (migliaia) di intercettazioni illegittime nei confronti di giornalisti, parlamentari, avvocati e i propri assistiti… senza rispettare la legge, il codice di procedura penale e i precetti degli articoli della Costituzione.
Tutto ciò, è venuto a galla grazie ad alcune anomalie emerse dall’inchiesta sulle ONG che sarebbero state “stranamente” segnalate da una società privata di vigilanza alla Polizia di Stato e ricostruite, con minuzia di particolari, nel servizio andato in onda nella trasmissione televisiva della RAI, Spotlight, sabato 10 aprile 2021 (che si invita a vedere) il giorno del trentennale della strage del Moby Prince. Le indagini sono rimaste nel pantano per una serie di errori, imprecisioni… che lasciano aperti molti dubbi sulla volontà del voler trovare una conclusione sincera di giustizia.
L’ennesima anomalia, lo stravolgimento dell’ordine costituito in cui si fanno promotori dell’illegalità le stesse figure che, invece, dovrebbero far rispettare le leggi e che, quindi, impensieriscono l’ex procuratore della Repubblica (intervistato) Armando Spataro, il quale sostiene che sarebbero stati compiuti atti di esclusiva spettanza dei magistrati e di nessun’altra figura, come previsto nei codici.
Una cosa di non poca rilevanza perché il comportamento di chi si è reso responsabile di aver fatto, arbitrariamente, intercettazioni non tiene, minimamente, conto di quanto previsto dal codice di procedura penale che stabilisce in modo perentorio (art. 327) che «Il pubblico ministero dirige le indagini e dispone direttamente della Polizia giudiziaria».
E a fronte del riconoscimento, senza se e senza ma, dell’istituzione che si fregia di meriti straordinari sorge subito una domanda: Chi ha dato l’ordine in capo di iniziare ad intercettare senza le garanzie della legge? …e quanti altri sono, in Italia, a fare la stessa cosa?
Altro che direzione del Copasir, a certe persone non si dovrebbe dare nemmeno la custodia dei palazzi di casa.
Questo Paese ha vissuto momenti terribili, ha visto stragi, killeraggi, depistaggi…, formazioni illegali come Gladio, l’Anello (il “noto servizio”), la massoneria, Ordine nuovo, Brigate rosse…, generali e alti ufficiali dei carabinieri che hanno tentato di fare colpi di Stato e rimanere impuniti come De Lorenzo, altri generali (di quelli conosciuti tra carabinieri, guardia di finanza, polizia…) che facevano parte di un’organizzazione criminale come la P2 che ha orchestrato parte dell’instabilità dell’Italia, creando le condizioni per la strategia della tensione per decenni e cercando, in molti casi, di arrivare a mettere fine alla stabilità democratica degli italiani e, invece, si seguita ad inseguire l’orrido principio della trasgressione dell’ordine costituito.
Non dimentichiamo che la loggia massonica P2 (benchè illegale per lo Stato italiano, con la Legge Anselmi) ha, ormai impunemente, quasi ultimato il suo piano di stravolgimento della Costituzione italiana, alla quale mancherebbe, solo, la Magistratura per completare “l’opera”. “Opera” a cui non hanno rinunciato e fanno di tutto per raggiungerne il compimento, anche con lo screditamento e molto altro. C’è da chiedersi quanti dei piduisti della lista scoperta nella villa di Licio Gelli, a Castiglion Fibocchi, siano stati perseguiti dalla legge Anselmi e si troverebbe, probabilmente con sorpresa, che sono diventati Presidenti del Consiglio (Silvio Berlusconi), oppure rimasti deputati o senatori, generali o ufficiali a vario titolo compresi quelli nei servizi segreti, magistrati e così via. Chi pagò duramente furono quelle figure come la senatrice Tina Anselmi che si comportò con lealtà istituzionale e rettitudine morale, la quale, amareggiata, scrisse un libro di preziosa testimonianza della sua esperienza nella Commissione parlamentare sulla P2.
Allora, dice bene il docente di storia moderna, Saverio Di Bella, nella presentazione del volume, di Patrizia Zangla, “Silenzio di piombo”, che è profondamente sbagliato sostenere che vi siano apparati “deviati” (solo quando vengono scoperti) e non vi sia, invece, cointeressenza di tutta la struttura. Il docente parla anche di opinioni di molti compreso il magistrato fatto saltare in aria Giovanni Falcone.
Si è, dopo questo servizio giornalistico, obbligati ad andare a ritroso nel tempo con la memoria con alcune dichiarazioni di diversi parlamentari (diventati, poi o durante, ministri) sul fenomeno delle ONG e trovare una certa specularità d’intenti con quelle intercettazioni. Forse, si comprendono meglio, anche, le alzate di scudi di alcuni poliziotti (in alcuni casi spalleggiati da “organizzazioni sindacali” molto vicine a quegli esponenti politici di cui sopra) su alcuni aspetti che hanno coinvolto altri fatti delittuosi arrivando a denigrare i famigliari delle vittime che hanno subito quell’eccesso illegale andando, addirittura, sotto casa a fare pressioni nel tentativo di farli desistere.
Convinti che i detti popolari siano un monito di saggezza, non va assolutamente sottovalutato, nella sua pregevole e semplice verità, quello che sostiene che “il pesce puzza sempre dalla testa”, e bisogna sempre ostinarsi a perseguirlo nel buon nome di chi vuole democrazia e non barbarie al fine di ripristinare l’ordine costituito.