di MOWA
“Il Fascismo conviene agli italiani perché è nella loro natura e racchiude le loro aspirazioni, esalta i loro odi, rassicura la loro inferiorità…”
(Ennio Flaiano)
Come si forma un delinquente? Perché si diventa delinquenti? Cosa spinge i delinquenti a reiterare le azioni delittuose?
Queste sarebbero, solo, alcune delle domande che dovrebbero porsi le persone per stabilire lo steccato tra chi è per bene e chi invece è già oltre.
E di costoro, si da per scontato che, avendo superato il confine della convivenza civile, non si pongano minimamente né i suddetti quesiti, né la possibilità di evitare la delinquenzialità ma, anzi, pensino a come ampliare l’infestante carisma ed espandere la propria influenza negativa sugli altri. Infatti, in psicologia sociale, si parla di comportamento delinquenziale, da parte di coloro che, non adattandosi al processo di socializzazione, violano le leggi accettate dal gruppo sociale a cui appartengono.
Un concetto che scatenerà nella mente di chi legge esempi e paragoni infiniti, arrivando, quasi sicuramente, fino ai piani alti del potere per trovare la matrice individualistica che spinge costoro. Alcune “pillole” di saggezza popolare dicono che ci sono individui che “sarebbero capaci di qualsiasi cosa, anche di vendere la propria madre, pur di arricchirsi”.
Guardando in alto, nelle stanze del potere, si comprende meglio perché siano collocati lì, in quel posto, perché, se da una parte il dato è stato ottenuto con i continui furti a chi produce la vera ricchezza della produzione dei popoli (es. il plusvalore [1] del lavoro) dall’altra, si trovano tutti quei soggetti che si fanno eleggere (non con lo scopo nobile di rappresentare qualcuno convintosi di quello che hai diffuso ai quattro venti nei talk show televisivi o nei comizi), con la consapevolezza che quell’opportunità potrebbe diventare un “mezzo” per incanalare la propria inclinazione individualistica (di soggetto poco incline ad accettare le regole del gruppo sociale) per far soldi per il proprio conto corrente. Purtroppo, in quest’ultima lista, dovremmo annoverare molti attori della seconda Repubblica italiana che continuano ad offendere sia le Istituzioni che l’etica per non parlare della morale con il continuo cambio della casacca politica. Prima in un partito, poi, in un altro molto diverso, indi, in un altro ancora, e così via. Tutto ciò, alla faccia delle persone perbene che avevano creduto e sperato che quelle nuove regole elettorali (maggioritario, ecc.) bloccassero il malaffare ed il malcostume e, invece, sono servite solo a seppellire la dignità di chi voleva un paese più etico, più sano… insomma, normale e, invece, sono stati abbindolati da altri inqualificabili soggetti che, con la maestria oratoria, li hanno portati sulla strada della perdizione antidemocratica. L’infernale macchina della bugia ha turlupinato milioni di individui illudendoli di essere portati nella valle dell’Eden quando, in realtà, si sono ritrovati in uno dei tanti gironi dell’inferno dantesco.
Lo scrittore Ennio Flaiano diceva, ad esempio, che il “ fascismo è lirico, gerontofobo, teppista se occorre, stupido sempre, ma alacre, plagiatore, manierista”, ma, anche, “superstizioso, vuole essere libero di fare quel che gli pare, specialmente se a danno o a fastidio degli altri. Il fascista è disposto a tutto purché gli si conceda che lui è il padrone, il padre”, dimostrando, con ciò, che la cultura reazionaria non è per nulla dissimile da quella velatamente propagandata dai massocapitalisti o dai malavitosi perché parlano di quell’aspetto interiore identico e che (sempre citando Flaiano) si può sintetizzare così: “… è cafone, cioè ha le spocchie del servo arricchito. Odia gli animali, non ha senso dell’arte, non ama la solitudine, né rispetta il vicino, il quale d’altronde non rispetta lui. Non ama l’amore, ma il possesso.”
“Non ama l’amore, ma il possesso” concetto di una frase che racchiude più di altre quello che è la base del capitalismo e che si disvela agli occhi di un intero globo con il problema pandemico di questi mesi, da una parte i ricchi con i loro seguaci che beneficiano dei confort sanitari e, dall’altra, i 4/5 della popolazione mondiale che si chiede se sia giusto o meno avere strutture di ricerca farmaceutica private su aspetti vitali e capitali come il Covid-19 e non poter, quindi, beneficiare del vaccino gratuito. E che, quindi, sia giusto che la popolazione possa rivendicare come propri i brevetti dei vaccini finanziati coi soldi pubblici così che diventino, a tutti gli effetti, un bene comune.
Un”interpretazione dei reazionari (“Non ama l’amore, ma il possesso”) che si può estrapolare, anche, nell’articolo di Lutz Klinkhammer, sull’internato Vittorio Emanuele Giuntella ne Il nazismo e i lager, dove vi sono nelle seguenti parole
“lager come luogo di lavoro coatto. Lo sfruttamento economico è una tematica oggi più attuale che mai, ma che non è stata ancora tematizzata esaurientemente sul piano storiografico. Lager in questo senso significa non soltanto campo di concentramento, ma si riferisce anche ai campi di internamento dei soldati, ai campi di lavoro coatti degli stranieri”
affinità e consonanze nei concetti che sono già stati menzionati in precedenza sulla definizione e convergenza della delinquenzialità.
Infatti, vi è una massa di persone che produce, in modo ben più visibile, per il bene di pochi e non per il benessere di sé stessi e di tutti nè, tanto meno, per scopi nobili e umanitari e non c’è cosa peggiore che capire chi siano i veri delinquenti e rimanere in silenzio.
[1] plusvalore Nella terminologia marxista, la differenza tra il valore del prodotto del lavoro e la remunerazione sufficiente al mantenimento della forza-lavoro, differenza di cui in un regime capitalistico si approprierebbero gli imprenditori-capitalisti. (Treccani)
Foto di Toa Heftiba