Giuseppe Pelosi (La foto è uno scatto di un servizio di Rai News 24)
L’unico condannato per l’omicidio del regista e scrittore, torna a parlare. “Quella sera a Ostia c’erano almeno sei persone”.
di S.M.
“Quella notte all’Idroscalo di Ostia c’erano tre automobili, una motocicletta e almeno sei persone. Oltre all’Alfa Gt di Pierpaolo Pasolini, erano presenti una Fiat 1300 e un’altra vettura identica a quella dello scrittore”. Così Giuseppe Pelosi, detto Pino la rana, unico condannato per il delitto del 2 novembre del 1975.
Come scritto in un nostro servizio di qualche ora fa, è stata una giornata di novità per l’annosa inchiesta su uno dei delitti più discussi della storia recente del nostro Paese. Le dichiarazioni di Pelosi, rese davanti al pubblico ministero Francesco Minisci, consegnano ai fascicoli, per l’ennesima volta, una diversa verità. Ma potrebbero essere attendibili perché supportate da alcuni rilievi e tracce di Dna trovate addosso a ciò che oggi resta degli abiti che Pier Paolo Pasolini indossava quando fu ucciso a Roma (Ostia) nella notte tra il primo e il 2 novembre del 1975.
Colui che sino a oggi è stato considerato l’unico assassino di Pasolini e condannato con sentenza definitiva, oggi ha raccontato al magistrato che “la sua conoscenza con Pasolini era vecchia di qualche mese” e ha sostenuto di ritenere con qualche dubbio che “sulla motocicletta ci fossero i fratelli Borsellino: non ne sono certo ma li avevo visti seguirci lungo tutto il tragitto dalla stazione Termini. Era buio pesto – ha detto ancora Pelosi, raccontando quello che sarebbe successo all’Idroscalo – e ho visto soltanto i mezzi arrivare sul posto. Poi due persone hanno preso Pasolini e lo hanno trascinato fuori dall’auto. Io sono scappato e mi sono allontanato e sentivo Pierpaolo gridare e chiedere aiuto”. Pino la Rana ha poi scagionato Giuseppe Mastini, meglio conosciuto come Johnny lo Zingaro: “Lui non c’entra nulla con la morte di Pasolini”.
“In questi anni Pelosi – ha spiegato il suo difensore, l’avvocato Alessandro Olivieri – ha sempre cercato di dimenticare. Solo di recente ha deciso di aprirsi e raccontare una volta per tutte qualcosa di quella vicenda che lo ha marchiato a vita. Sono sicuro che la procura riuscirà a dare presto una svolta alle indagini e ad affrancare Pelosi da un omicidio mai commesso”.
1 dicembre 2014