Cochabamba, Bolivia, 5 lug
Il presidente ecuadoriano, Rafael Correa, ha messo in evidenza che questo non è un atto di compensazione all’umiliazione al mandatario boliviano, Evo Morales, visto che la sua morale e dignità si sono esaltate e gli umiliati davanti ai propri popoli sono parecchi governanti europei.
“Hanno spezzato (in Europa) il diritto internazionale e la Lettera delle Nazioni Unite”, ha aggiunto Correa, nel fare riferimento all’azione contro il mandatario boliviano, vietato di sorvolare la Francia, l’Italia il Portogallo e la Spagna per ritornare dalla Russia al suo paese e costringerlo ad atterrare d’emergenza in Austria.
“Perciò siamo qui”, ha sottolineato Correa davanti a una folla che ha colmato completamente il coloseo Coronilla di Cochabamba, “per appoggiare la Bolivia nel rispetto alla sua sovranità in quest’aggressione a tutta la Nostra America.”
Ha denunciato il mandatario ecuadoriano che non si ha potuto realizzare un Vertice dell’Unione di Nazioni Sudamericane (Unasur), perché gli statuti fatti dalla burocrazia hanno servito a che non si faccia niente senza il consenso di tutti i presidenti
Ha svelato che ci sono governi che sono opposti a questa riunione, dove ciò che si discute è se diventiamo colonia o ci laureamo di stati liberi e sovrani.
Ciononostante, ha precisato Correa, non hanno potuto impedire questa riunione dei presidenti del Venezuela, l’Ecuador, l’Argentina, l’Uruguay, il Suriname e la Bolivia, fatto che indica che l’ordine mondiale non è soltanto ingiusto, ma che è in funzione della forza e che è immorale.
“Questa e la grande sfida del XXI secolo, ha indicato, e ha affermato che coloro che devono cambiare sono quelle autorità europee per acettare,neanche le ordini di un governo straniero, ma di un’agenzia d’intelligenza.Loro sono gli umiliati davanti i loro propri popoli”, ha enfatizzato.
“Cosa sarebbe successo”, ha chiesto Correa, “se colui a chi è stato negato il permesso a sorvolare lo spazio aereo ed è stato costretto ad atterrare d’emergenza per deficit di combustibile fosse stato un capo stato di una di quelle grandi potenze occidentali?”
“Quello sarebbe un motivo di guerra, ma siccome è l’America Latina credono che non sia successo niente”, ha sottolineato per enfatizzare nel rifiuto alle politiche antimperialiste, neocolonialiste di governo, e metter in chiaro che mai respingiamo ai popoli perché dobbiamo essere tutti fratelli”.
“Peccato”, ha accentuato facendo riferimento agli Stati Uniti, “che due secoli dopo continuino ad avere la doppia morale dell’autore della sua Dichiarazione d’Indipendenza quando proclamava l’uguaglianza degli uomini ma era propietario di 200 schiavi”.
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