Cari compagni
se non avete visto la puntata di Report sul caso Shalabayeva-Ablyazov e il presidente del Kazakistan Nazarbayev fatta da Paolo Mondani vi siete persi un’inchiesta eccezionale, capace di farvi toccare con mano cosa sia oggi il sistema capitalistico internazionalizzato.
Avreste visto come nel sistema capitalistico si fondono concezioni feudali con l’alta finanza speculativa, il petrolio e la corruzione internazionale, il ruolo dei servizi segreti di un paese a sovranità limitata come il “nostro”, ma anche il ruolo di tutta la corte nazionale e internazionale del presidente kazako come: l’ex cancelliere austriaco Alfred Gusenbauer, l’ex presidente polacco Aleksander Kwaniewski, l’ex premier Romano Prodi, tutti membri dell’International Advisory Board di Nazarbayev.
Ma la lista non è finita, ci sono altri “buoni” consiglieri del presidente kazako: oltre a Silvio Berlusconi c’è l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, l’ex ministro dell’interno tedesco Otto Schily e naturalmente il laburista Tony Blair.
Si sa che dove c’è il petrolio c’è la corruzione e dove c’è la corruzione ci sono le banche e la finanza. Potevano mancare l’amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni e Alessandro Profumo di Unicredit, che compra dal presidente kazako l’Atf bank strapagandola per evitare all’Eni di pagare le penali per i ritardi nei lavori per il giacimento di Kashagan.
Per chi non ha visto la trasmissione o per chi volesse approfondire l’inchiesta, qui sotto è riportata tutta la trasmissione parola per parola…
A nome de l’iskrae.eu un grazie a Paolo Mondani che ci ha dimostrato cosa sia il ruolo sociale di un giornalista e Report per dare senso alla Rai come servizio pubblico.
Lo staff de l’iskrae.eu
Caso Shalabayeva: puntata di Report su RAI3 del 25 novembre u.s.
Dalla trasmissione Rai3 Reporter del 25 novembre 2013 sull’annosa vicenda Shalabayeva
“L’Ostaggio
Cosa pensa del mio Paese nella vicenda di sua madre Alma e di sua sorellina Alua?
MADINA ABLYAZOVA – FIGLIA DI MUKHTAR ABLYAZOV E ALMA SHALABAYEVA
Credo che qualcuno delle istituzioni italiane debba andare là per riportarle fisicamente indietro. Non so perché l’Italia stia seguendo gli ordini del Kazakistan. Quei tre diplomatici kazaki che hanno fatto deportare mia madre e mia sorella dovevano essere già espulsi. Come è possibile che siano ancora a Roma?
PAOLO MONDANI
Lei sa che alcuni politici italiani hanno dei rapporti particolari con il Presidente kazako Nazarbayev?
MADINA ABLYAZOVA – FIGLIA DI MUKHTAR ABLYAZOV E ALMA SHALABAYEVA
Credo che lei si stia riferendo a Berlusconi. Nel luglio scorso il presidente Nazarbayev ha incontrato Berlusconi in Sardegna. Loro smentiscono ma sono stati visti. È Nazarbayev che ha preso la decisione finale di far deportare mia madre e mia sorella. E dopo averle fatte deportare è andato a cena con Berlusconi.
PAOLO MONDANI
Attualmente sua madre è ad Almaty in Kazakistan. Lei teme per lei?
MADINA ABLYAZOVA – FIGLIA DI MUKHTAR ABLYAZOV E ALMA SHALABAYEVA
Non posso dire che mia madre sia al sicuro: no, non è al sicuro. Nessuno in quel Paese è al sicuro. Mia madre e mia sorella sono certamente in pericolo, nelle mani di quel dittatore. Quando la portarono in Kazakistan con l’aereo… il mio primo pensiero è stato: le hanno sparato, l’ hanno uccisa? Poi mi ha chiamato e ha detto “ciao sono viva, sono arrivata”… ho iniziato a piangere per la felicità.
ALMA SHALABAYEVA
Alua, vuoi dire qualcosa?
ALUA ABLYAZOVA – FIGLIA DI MUKHTAR ABLYAZOV E ALMA SHALABAYEVA
Sì, voglio dedicare questa canzone a voi e a tutti i miei compagni di classe:
“c’era una casa, molto piccina, senza soffitto, senza cucina, ma era bella, bella davvero, in via dei matti numero zero”.
ALMA SHALABAYEVA
Mi manchi. Mi manchi moltissimo. A presto. Bye Bye. Ciao Ciao.
ALUA ABLYAZOVA – FIGLIA DI MUKHTAR ABLYAZOV E ALMA SHALABAYEVA
Mi manchi moltissimo. A presto. Ciao Ciao.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Intanto della cena sarda “si dice”, ma non abbiamo nessuna prova. E’ più probabile invece il dopo cena di questa sera fra Putin e Berlusconi e chissà, magari guarderanno la nostra puntata. Allora, la mamma con bambina sono Alma Shalabayeva e sua figlia Alua, espulse a fine maggio. E questa è la prima intervista televisiva in cui racconta la
sua versione dei fatti. Ma noi perché siamo stati così solerti visto che non si trattava di clandestini? E normalmente una procedura di espulsione richiede un anno e mezzo, noi abbiamo impiegato 3 giorni e fatto una delle nostre peggiori figure, visto che poi quell’espulsione abbiamo dovuto ritirarla, con tante scuse… ma a babbo morto… perché la signora è cittadina kazaka e là è stata rimandata, la dove ha origine tutta la storia che coinvolge il marito, un dissidente del regime, ma per il regime è un truffatore. Mentre in Kazakistan i nostri interessi, quelli dell’Eni, sono cruciali. Paolo Mondani
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Sabato pomeriggio d’autunno. Le giovani coppie appena sposate vanno a farsi le foto al parco Nazarbayev. Sarà che il Kazakistan è un Paese lontano, tanto lontano da noi occidentali ma qui può capitare che un parco sia intitolato a un presidente in vita. Con tanto di monumento. La foto più ambita è sotto la sua statua, dove a proteggerli c’è la lunga mano di Nazarbayev.
ANNA ALEKSANDRA KOY – FONDAZIONE “OPEN DIALOG”
Abbiamo assistito, soprattutto negli ultimi anni a una crescente azione di culto che dovrebbe rendere la persona del Presidente Nazarbayev onnipresente. È stata instaurata la festa del primo presidente kazako: Nursultan Nazarbayev, non solo è il primo presidente kazako, è fino ad ora l’unico. È stato già un personaggio di spicco molto importante ai tempi del comunismo. Oltre a questo, ci sono numerosi parchi che portano il nome del Presidente Nazarbayev. Ci sono università che portano il suo nome.
ZHASARAL KUANYSZALIN – EDITORIALISTA
Se lei nota, ci sono molti nomi di società che iniziano con Nur, le prime tre lettere del nome di Nazarbayev, Nursultan, tipo Nur Bank. Ad Almaty si leggono le sue frasi celebri sui palazzi e nella capitale c’è persino il museo intitolato a Nazarbayev.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Ma questi sono solo dettagli. Nazarbayev e famiglia dirigono le danze dal crollo dell’Unione Sovietica e nelle elezioni del 2012 il presidente ha ottenuto il 91 per cento dei consensi. Nella periferia di Almaty abitano Alma Shalabayeva e sua figlia Alua. Hanno vissuto a Roma fino alla scorsa primavera, quando una notte…
ALMA SHALABAYEVA – MOGLIE DI MUKHTAR ABLYAZOV
Il 29 maggio a mezzanotte una cinquantina di persone fanno irruzione in casa. Erano vestiti in borghese, armati. Alcuni avevano la barba lunga e gli orecchini e le catene d’oro al collo. Ci spingevano e urlavano. Ho chiesto “ma chi siete?” non mi hanno risposto, non hanno mostrato il mandato di perquisizione, né quello d’arresto.
Tra di loro c’era un ragazzo giovane molto aggressivo che mentre mi urlava contro, ha messo la mano sulla pistola, a quel punto ho pensato che l’importante fosse uscirne vivi. Dopodiché sono stata portata alla polizia per le impronte digitali e le fotografie.
FEDERICO OLIVO – LEGALE DI ALMA SHALABAYEVA
Alma viene portata a via Teofilo Patini, all’Ufficio Immigrazione della Questura di Roma. Il suo passaporto è ritenuto falso. Un passaporto rilasciato dalla Repubblica Centroafricana. Per questo motivo il passaporto se ne va a Fiumicino per essere analizzato e lei va in questi uffici della questura per essere identificata. Lì viene sottoposta alle procedure per l’identificazione: quindi impronte digitali, sottoscrizione di una serie di documenti, che per la verità, con tutta probabilità Alma Shalabayeva neanche capisce nel loro contenuto.
ALMA SHALABAYEVA – MOGLIE DI MUKHTAR ABLYAZOV
In questo ufficio ci hanno tenuto per 15 ore. Quando ho provato a telefonare, un poliziotto si è avvicinato di corsa e mi ha strappato il cellulare. Allora mi sono seduta vicino al capo dei poliziotti e ho cominciato a raccontare la mia storia, quella di mio marito che è il leader dell’opposizione, che aveva fondato il partito democratico e per questo l’avevano arrestato, e che è stato riconosciuto come prigioniero politico da tutte le organizzazioni internazionali.
FEDERICO OLIVO – LEGALE DI ALMA SHALABAYEVA
Il primo degli aspetti curiosi di questa vicenda è che le autorità Centroafricane, cioè le autorità che hanno rilasciato quel passaporto, fin dal giorno dopo, attestano la genuinità del passaporto e sostanzialmente la condizione di Alma Shalabayeva come loro cittadina e per altro loro diplomatica.
ALMA SHALABAYEVA – MOGLIE DI MUKHTAR ABLYAZOV
Poi mi dicono che il passaporto è falso e mi trasferiscono nel carcere per immigrati. Finisco in una cella con 6 persone. Mi hanno preso l’anello e i lacci delle scarpe e a quel punto ho cominciato a piangere. Il giorno dopo ho dato alla poliziotta un foglietto con il numero del mio avvocato, ma lei l’ha strappato. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo intorno a me. Poi è arrivata l’udienza definitiva, la mattina del 31 maggio.
RICCARDO OLIVO – LEGALE DI ALMA SHALABAYEVA
Quello che ricordo di questa udienza è soprattutto il fatto che, quando abbiamo introdotto la tematica relativa alla protezione, all’asilo della signora, non mi è stato in alcun modo consentito di poter interloquire con lei nell’immediatezza, ma che avrei potuto farlo soltanto in una fase successiva e soltanto quando ci sarebbe stato l’orario, diciamo così, regolare di visita dei trattenuti, cioè dalle tre. Quindi il nostro stupore è stato assoluto quando abbiamo appreso che invece fin dall’una la signora era stata trasferita a Ciampino già pronta per essere rimpatriata con un aereo privato, noleggiato dal Kazakistan.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Riassumiamo i fatti. Nella notte del 29 maggio, 50 uomini della Questura di Roma vanno in via di Casalpalocco per catturare Mukhtar Ablyazov, oppositore di Nazarbayev e ricco uomo d’affari kazako ricercato dal suo Paese per truffa e appropriazione indebita. La polizia non lo trova e senza una chiara imputazione trasferisce la moglie Alma prima all’ufficio immigrazione, poi al centro di Ponte Galeria e infine la rispedisce in Kazakistan con un volo privato. Prima dell’imbarco, Alma Shalabayeva trascorrerà alcune ore in aeroporto, durante le quali…
FEDERICO OLIVO – LEGALE DI ALMA SHALABAYEVA
La polizia si presenta qui a Casalpalocco e senza alcun mandato, senza alcuna autorizzazione per introdursi nella casa, entra e si prende la minore, nonostante le resistenze nette, forti, della famiglia.
ALMA SHALABAYEVA – MOGLIE DI MUKHTAR ABLYAZOV
Riesco finalmente a parlare al telefono con mia sorella che piangeva perché non sapeva che cosa fare. Le ho detto di non lasciare andare via la bambina se non c’era anche l’avvocato. Ho saputo poi che aveva supplicato i poliziotti di non prendersi la bambina, ma se la sono presa lo stesso con l’inganno: le hanno detto che l’avrebbero portata da me a salutarmi in questura e invece sono andati all’aeroporto di Ciampino, dove 12 poliziotti nel frattempo avevano portato anche me.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
In quelle ore tutto accade ad alta velocità. Il Prefetto di Roma espelle la Shalabayeva, perché sprovvista di un documento valido e la Procura della Repubblica consente l’espulsione, sebbene sapesse che la signora aveva a disposizione altri due passaporti kazaki, come dimostra questo documento che l’ambasciata kazaka invia all’ufficio immigrazione.
FEDERICO OLIVO – LEGALE DI ALMA SHALABAYEVA
Per giunta, con una semplice indagine di pochi minuti, si sarebbe potuto scoprire che al passaporto kazako, era agganciato un permesso di residenza nell’area Schengen e per giunta un asilo politico in Inghilterra. Quindi, insomma, una semplice attività d’indagine avrebbe dovuto condurre a negare…
PAOLO MONDANI
Quindi noi abbiamo cacciato dall’Italia, come persona… diciamo così…
FEDERICO OLIVO – LEGALE DI ALMA SHALABAYEVA
Clandestina.
PAOLO MONDANI
Clandestina, una signora con sua figlia che semplicemente clandestini non erano.
FEDERICO OLIVO – LEGALE DI ALMA SHALABAYEVA
Beh, a ben vedere, no. Potevano rimanere nell’area Schengen. Quello che è certo è che non potevano essere espulse con queste forme. Cioè messe su un aereo, a torto collo, visto che, la motivazione per fare questo è che lei non aveva altri passaporti buoni. I passaporti buoni ce li aveva, e la polizia lo sapeva benissimo.
ALMA SHALABAYEVA – MOGLIE DI MUKHTAR ABLYAZOV
In aeroporto fanno entrare me e mia figlia in una stanza dove ci sono 3 poliziotti. Io chiedo l’asilo politico, ma hanno fatto finta di non sentire. Quando siamo arrivate sotto l’aereo, ho chiesto di nuovo l’asilo politico a un dirigente della questura, ma un funzionario dell’ambasciata kazaka mi ha risposto che era troppo tardi, che era già stato tutto deciso. E così, senza biglietti, né documenti, né controlli, siamo partite per il Kazakistan.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Nel 1998, Mukhtar Ablyazov, allora buon amico di Nazarbayev, diventa Ministro dell’Energia. Nel 2001 rompe con il presidente e finisce in carcere. Rimesso in libertà compra la Bta Bank e la dirige fino al 2009, quando fugge a Londra, dove ottiene l’asilo politico, ma viene processato per frode. Ablyazov è un ladro o un perseguitato? Per capirci qualcosa torniamo al pomeriggio del 28 maggio. A poche ore dal blitz, la polizia fa un sopralluogo alla villa di via Casalpalocco e trova gli uomini dell’agenzia investigativa Sira.
PAOLO MONDANI
Voi fondate questa società nel febbraio.
MARIO TROTTA – SIRA INVESTIGAZIONI
Non è stata fondata appositamente per questo. Perché io dal 2008…
PAOLO MONDANI
No però me lo faccia dire… Lei fonda questa società… Lei è tredici anni che uscito dalla…?
MARIO TROTTA – SIRA INVESTIGAZIONI
Dall’Arma.
PAOLO MONDANI
Dall’Arma. Ha fatto anni e anni addirittura infiltrato. Uomo di grande esperienza quale Lei è, immagino anche i suoi colleghi siano di esperienza insomma…
MARIO TROTTA – SIRA INVESTIGAZIONI
Certo.
PAOLO MONDANI
Mi risponda ad una domanda sola.
MARIO TROTTA – SIRA INVESTIGAZIONI
Perché ho fatto la società?
PAOLO MONDANI
La Shalabayeva è il primo e unico incarico che come Sira avete espletato?
MARIO TROTTA – SIRA INVESTIGAZIONI
Come Sira, sì.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
La Sira nasce nel marzo scorso e svolge un solo incarico: vegliare su Ablyazov. Sui verbali della questura leggiamo che è la Gadot Information Services di Tel Aviv ad affidargli la missione, ma non è chiaro chi dà il mandato agli israeliani. Si sa però che tra gli uomini a fianco di Trotta, c’è un tal Gaetano Del Ferro.
PAOLO MONDANI
Lì il 28, ad un certo punto, Del Ferro gli trovano il badge della Presidenza del Consiglio.
MARIO TROTTA – SIRA INVESTIGAZIONI
No, non era un badge.
PAOLO MONDANI
Era un tesserino.
MARIO TROTTA – SIRA INVESTIGAZIONI
Un tesserino da pensionato.
PAOLO MONDANI
E poi, controllano e vedono che nel 2006 e nel 2008, lui aveva perso il badge del Ministero della Difesa? Quindi era uno del Sismi.
MARIO TROTTA – SIRA INVESTIGAZIONI
Sì, era uno dei Servizi.
PAOLO MONDANI
Ma del Sismi o del Sisde? Con il Ministero della Difesa…
MARIO TROTTA – SIRA INVESTIGAZIONI
No perché, se io dico Sismi, poi è del Sisde… e facciamo eh… Era su del… del Sismi.
PAOLO MONDANI
Del Sismi.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Ufficialmente, i nostri servizi non sapevano nulla di Ablyazov, ma con Trotta c’è Gaetano Del Ferro, ex appartenente al servizio segreto militare. Possibile che gente così esperta non si accorga che Ablyazov era sparito due giorni prima del blitz della polizia? Qualcuno fra loro gli ha fatto la soffiata?
MARIO TROTTA – SIRA INVESTIGAZIONI
Ma questo è fuori di dubbio che oggi lo penso anche io dopo quello che si è verificato. Tanto, leggiamo che ehm… Il Premier inglese, come si chiamava l’ex Premier?
PAOLO MONDANI
Blair.
MARIO TROTTA – SIRA INVESTIGAZIONI
Blair… che è consulente del Kazakistan.
PAOLO MONDANI
8 milioni l’anno.
MARIO TROTTA – SIRA INVESTIGAZIONI
Prodi, consulente del Kazakistan. E chiaro che mi viene da pensare oggi…
PAOLO MONDANI
Berlusconi grande amico di…
MARIO TROTTA – SIRA INVESTIGAZIONI
Berlusconi, grande amico del… eh… Nessuno lo vuole Ablyazov.
PAOLO MONDANI
Io ho pensato che qualcuno avesse avvertito suo marito di scappare.
ALMA SHALABAYEVA – MOGLIE DI MUKHTAR ABLYAZOV
Forse sì, l’ho pensato anche io.
PAOLO MONDANI
Qualche servizio segreto l’ha salvato, ma altri servizi segreti lo vogliono catturare…
ALMA SHALABAYEVA – MOGLIE DI MUKHTAR ABLYAZOV
Io credo che lo stiano cercando per ucciderlo. Mukhtar sa troppe cose: sa chi ruba e come ha rubato. Ha con sé i documenti che lo dimostrano.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
A Londra incontriamo il legale di Mukhtar Ablyazov. Si sono visti qui per la prima volta nel 2009.
PETER SAHLAS – LEGALE DI MUKHTAR ABLYAZOV
Aveva appena lasciato il Kazakistan e mi chiamò per preparare la sua domanda di asilo. Abbiamo lavorato a stretto gomito due settimane, aveva scatole di documenti che si era portato via e molti file di dati per provare il giro di tangenti verso Nazarbayev, in particolare dai cinesi.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Cablo dell’Ambasciata americana ad Astanà inviato al Dipartimento di Stato. Data 25 gennaio 2010. L’ambasciatore americano in Kazakistan ha una cena con il vicepresidente della compagnia petrolifera di Stato, che rivela: British Gas e l’italiana Eni sono corrotte e Kulibayev brama di trarre profitti da loro. Kulibayev è il genero del presidente Nazarbajev. Ablyazov – scrivono gli americani – ha fatto uscire sui media internazionali documenti che provano che le aziende di Stato cinesi hanno pagato tangenti a Kulibayev per oltre 100 milioni di dollari per gli affari petroliferi».
PAOLO MONDANI
Solo i cinesi avrebbero pagato tangenti?
PETER SAHLAS – LEGALE DI MUKHTAR ABLYAZOV
Quando Ablyazov divenne Ministro dell’Energia iniziò a scavare nei contratti e scoprì che c’erano 78 milioni di dollari versati dal banchiere americano James Giffen su dei conti svizzeri di Nazarbayev, per agevolare alcune compagnie petrolifere statunitensi nello sfruttamento dei pozzi kazaki. Secondo i procuratori americani che hanno indagato, sono tangenti che la famiglia Nazarbayev ha usato per comprarsi barche, oggetti di lusso e per pagare il college ai figli.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Quindi, l’intelligence kazaka e russa vorrebbero arrestare Ablyazov perché possiede documenti scottanti sui loro affari. Gli americani, invece, vogliono sfruttare le sue carte segrete. Mentre i nostri servizi provano a non scontentare nessuno e lo fanno scappare. Un dirigente del mondo Eni ci spiega come sarebbero andate le cose in quei giorni.
DIRIGENTE SOCIETA’ IDROCARBURI
Tutto inizia dalla Security dell’azienda. Nella primavera scorsa il governo kazako dà mandato all’Eni di cercare Ablyazov e la Security si mette in moto per cercarlo.
PAOLO MONDANI
E lei come lo sa?
DIRIGENTE SOCIETA’ IDROCARBURI
Ma in Eni lo sappiamo in tanti.
PAOLO MONDANI
E la Security lo trova?
DIRIGENTE SOCIETA’ IDROCARBURI
Ma certo. Gli uomini della Security lo trovano nella sua villa di Casalpalocco e poi passano la notizia ai nostri servizi segreti che inventano il giro delle agenzie investigative: quella israeliana che passa la palla a quella italiana per tenerlo d’occhio.
PAOLO MONDANI
Ma due giorni prima del blitz, Ablyazov è sparito, secondo lei chi l’ha avvertito? I nostri servizi?
DIRIGENTE SOCIETA’ IDROCARBURI
Ma l’avvertono i nostri servizi certo, nel senso che non volevano che i kazaki lo prendessero qui da noi. Si immagini che sputtanamento per il nostro Paese.
PAOLO MONDANI
D’accordo, ma a questo punto, i kazaki lo vengono a sapere che Ablyazov è sparito?
DIRIGENTE SOCIETA’ IDROCARBURI
Ma in realtà i kazaki sospettano che sia scappato e s’incazzano come bestie. Perciò l’ambasciatore kazako chiama Scaroni e gli dice: guarda che questa storia me la dovete risolvere voi di Eni.
PAOLO MONDANI
E Scaroni come la risolve?
DIRIGENTE SOCIETA’ IDROCARBURI
Scaroni chiama Valentino Valentini, l’uomo di Berlusconi per i rapporti con la Russia. Valentini si mette in contatto con il ministero… Procaccini, Alfano.. e dice risolvete.
PAOLO MONDANI
E parte il blitz e beccano la Shalabayeva e la bambina.
DIRIGENTE SOCIETA’ IDROCARBURI
Esatto. A quel punto però non potevamo dire di no ai kazaki che pressavano per il blitz. Sennò tutti avrebbero scoperto che Ablyazov l’avevano fatto scappare i servizi italiani.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Intanto in tutti i gialli che si rispettano c’è un assassino, un cadavere, un movente. Il cadavere in questo caso qualcuno magari lo vorrebbe, noi speriamo non ci sia mai, le vittime si sa chi sono, l’assassino, lo vedremo meglio strada facendo, il movente è tutto da trovare. Allora, il fuggitivo Ablyazov, secondo il cablo americano possiede, avrebbe le carte che dimostrano chi ruba e quanto ha rubato e i servizi russi e kazaki lo inseguono. Lui prima scappa a Londra, come vedremo, poi quando le cose si mettono male si rifugia a Roma, e qui entrano in ballo i nostri servizi segreti, che forse il cadavere in casa non lo vogliono, e gli fanno la soffiata, ma si trovano fra i piedi la moglie e la figlia. Perché non andiamo tanto per il sottile? Da una parte l’Eni in Kazakistan ha un grosso giacimento e i conti si fanno con il presidente Nazarbayev, dall’altra il presidente vuole il fuggitivo e farsi consegnare la moglie e la figlia gli mette in mano una straordinaria arma di ricatto. L’Eni su tutta questa vicenda ha detto noi non c’entriamo niente, se anche si fosse interessato, tuttavia, mica è stata l’Eni ad espellere la moglie e la figlia! Se invece ad intermediare, se fosse vero che ad intermediare è stato Valentino Valentini, con cui noi non siamo riusciti ad interloquire, c’è da chiedersi perché, perché lui non rappresenta interessi nazionali, ma solo gli interessi personali di Berlusconi in tutte le vicende russe legate al petrolio. Su un fatto però non c’è da discutere, non è opinabile: in tutto il mondo petrolio e corruzione viaggiano insieme, Kazakistan incluso, che in questo caso è il Paese del mandante. E allora andiamo la a vedere come stanno le cose in casa sua.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Almaty, un milione e mezzo di abitanti, era la capitale del Kazakistan durante il comunismo. Se ci si allontana dai nuovissimi grattacieli del centro, il tempo sembra essersi fermato. Le case sono vecchie, per lo più costruite dai proprietari, con i bandoni di lamiera a fare da muretto di cinta. In una di queste c’è una riunione di cittadini. Sullo striscione è scritto: “presidente il nostro destino è nelle tue mani!”.
ESENBEK UKTESHBAEV – ONG “LASCIATE LE CASE ALLA GENTE”
Qui abbiamo tutti un mutuo con le banche per l’acquisto della casa, ma per via della
crisi mondiale il governo ha permesso alle banche di aumentare drasticamente gli interessi e noi non sappiamo più come pagare. Migliaia di persone sono messe così! Il problema è che i banchieri sono tutti funzionari dello Stato o parlamentari e quando andiamo a denunciarli il tribunale decide sempre in loro favore.
PAOLO MONDANI
Secondo lei le banche corrompono i politici?
ESENBEK UKTESHBAEV – ONG “LASCIATE LE CASE ALLA GENTE”
Non ce n’è bisogno, perché sono proprio i politici i proprietari delle banche! Il genero di Nazarbayev, per esempio, possiede la banca nazionale popolare Halyk Bank e il Ministro della Difesa possiede la Czesna Bank.
UOMO
Il consigliere economico del presidente Nazarbayev possedeva ATF Bank. E sua figlia ha venduto la sua Nurbank poco tempo fa.
DONNA
Quasi tutte le banche sono del clan Nazarbayev.
DONNA
Lo sa che la legge dice che è illegale portare via l’unica casa che si possiede? Qui non c’è lavoro, abbiamo già perso tutto durante la crisi. Adesso addirittura le case?
DONNA
Ogni mese crescono i prezzi; in più vogliono aumentare le tasse sulle case, mentre i fondi per le pensioni non hanno più soldi e le banche bloccano i conti correnti dei clienti.
PAOLO MONDANI
Ma di quanto sono cresciuti gli interessi?
ESENBEK UKTESHBAEV – ONG “LASCIATE LE CASE ALLA GENTE”
Diciamo che possono superare il 300 per cento del prestito iniziale.
DONNA
Io avevo preso un prestito di 150 mila dollari per la casa e alla fine ne ho restituiti 450 mila.
DONNA
Guarda qua!! Nel 2007 avevo preso un prestito di 9 milioni e mezzo di tenghè dalla Halik Bank di Kulibajev; in 6 anni ho pagato 5 milioni e alla scadenza, nel 2030, ne avrò restituiti 27. É folle! Ma io tanto muoio prima.
GENTE
Mafia, mafia, mafia! Cosa Nostra! Mafia del Kazakistan!!! Banche siete Mafia!!!
DONNA
Da noi è peggio che in quel film: La Piovra!
DONNA
La mafia italiana in confronto alla nostra sono bambini!
DONNA
Portateci via da qui! Portateci in Italia!
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Negli ultimi anni le banche kazake sono finite sotto il controllo diretto di Nazarbayev. Fra queste anche la banca privata BTA, di cui Ablyazov è stato maggior azionista e manager fino al 2009, quando improvvisamente è stata nazionalizzata. La banca a quel punto è crollata e il governo ha accusato Ablyazov di aver rubato dalle casse circa 6 miliardi di dollari.
PETER SAHLAS – LEGALE DI MUKHTAR ABLYAZOV
Le perdite della banca sono arrivate solo dopo la brutale nazionalizzazione. Quando i creditori internazionali hanno visto un dittatore prendersi una delle più importanti banche del Paese sono andati nel panico e hanno alzato il telefono dicendo: “Voglio i miei soldi indietro e li voglio subito”. E a quel punto lo Stato ha dovuto pagare questi creditori tutti in una volta, ecco il motivo delle perdite.
PAOLO MONDANI
Mi spieghi allora dove sono finiti questi 6 miliardi di dollari.
PETER SAHLAS – LEGALE DI MUKHTAR ABLYAZOV
Non li ha certo Ablyazov! E se vuol sapere dove sono, le suggerirei di chiedere a Nazarbayev.
ROZLANA TAUKINA – GIORNALISTA “PRAVDIVAYA GAZETA”
Dopo la nazionalizzazione questa banca stava fallendo, ma dentro c’erano anche i 10 miliardi del presidente Nazarbayev e per salvarli lui si inventa una mossa diabolica. Chiede al Fondo Sovrano dello Stato, che tiene insieme le società delle ferrovie, del gas, del petrolio e dell’uranio, di mettere 10 miliardi di dollari dentro la banca BTA, per coprire il buco che la sua stessa nazionalizzazione aveva creato. E sa chi dirige il fondo? Suo genero Timur Kulibaev.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Timur Kulibaev guida il Fondo Sovrano dello Stato, presiede l’azienda pubblica degli idrocarburi e la banca Halyk. Ma è anche una vecchia conoscenza della procura della repubblica di Milano, dove è indagato per corruzione. Nel 2007, tre funzionari della nostra Eni gli avrebbero dato una tangente di 20 milioni di dollari per facilitare le loro operazioni nel giacimento di Kashagan. Ma torniamo a Nazarbayev… come ha giustificato l’uso del fondo sovrano per coprire il buco della banca BTA?
ROZLANA TAUKINA – GIORNALISTA “PRAVDIVAYA GAZETA”
Racconta menzogne! Quando la gente gli chiede “perché non viviamo come negli Emirati Arabi dove tutti guadagnano dal petrolio?’” lui risponde: “voi dovete sviluppare l’agricoltura, perché i soldi del gas e del petrolio vengono accumulati nel Fondo Sovrano dello Stato, che sarà il vostro futuro”. Invece dove vanno i soldi del Fondo? Verso una banca in crisi e solo per tutelare i suoi conti personali!
PAOLO MONDANI
Insomma, Ablyazov è un vero oppositore o maschera con la politica le sue ruberie alla banca?
ASKHAT RAHIMZHANOV – PARTITO NAZIONALE SOCIALDEMOCRATICO
Ablyazov è un reale oppositore. Che Nazarbayev lo accusi di aver rubato è paradossale, quando intorno a lui è pieno di ladri che non mi bastano le dita per contarli.
BAKHYTZHAN TOREGOZHINA – FONDAZIONE “AR. RUKH. KHAK”
Nel 2001 Ablyazov è stato messo in prigione solo per aver detto che il Kazakistan ha bisogno di cambiamenti. Poi è stato liberato con la condizione di non occuparsi mai più di politica. Lui accetta e poi usa la banca per finanziare segretamente l’opposizione. E quando lo scoprono, gli tolgono la banca.
GALYM AGELEUOV – FONDAZIONE “LIBERTÁ”
Posso solo dirle che quando ha capito che gli avrebbero portato via la banca, Ablyazov ha iniziato a trasferire i suoi soldi all’estero.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
A New York, zona United Nation, incontriamo la manager di una banca kazaka che racconta una curiosa storia italiana dove compaiono l’Eni, Unicredit, i soliti politici e l’Atf bank.
MANAGER BANCA KAZAKA
Lei sa che Silvio Berlusconi ha una particolarissima amicizia con Nazarbayev, ed entrambi hanno un rapporto molto intenso con Eni. Questo fatto lo tenga lì, fissato nella sua mente.
Tutto inizia nel 2007, dai lavori per realizzare i pozzi nel giacimento di Kashagan. Eni aveva sforato il budget e i tempi di consegna, tanto che Nazarbayev decise di far pagare a Eni 10 miliardi di dollari di penali.
PAOLO MONDANI
E Eni le ha pagate?
MANAGER BANCA KAZAKA
Mi segua… Nel giugno 2007, Unicredit annunciò che stava comprando una banca locale: la ATF, la quinta banca in Kazakistan. Il proprietario era il capo dello Staff di Nazarbayev: Bulat Utemuratov. Lui è il tesoriere del presidente. E da noi, quando si pronuncia il nome di Utemuratov, vuol dire che c’è di mezzo un affare al 50% con Nazarbayev.
PAOLO MONDANI
Quindi Unicredit compra la banca da Nazarbayev…
MANAGER BANCA KAZAKA
In pratica sì… Il punto è che Unicredit nel 2007 la pagò 2 miliardi e 275 milioni di dollari… La banca non valeva affatto quella cifra. Pensi che il secondo offerente aveva proposto 850 milioni di dollari: nessuno arrivava nemmeno a pensare a un miliardo, figurarsi più di due!
PAOLO MONDANI
Ma allora qual è stato il vantaggio per Unicredit?
MANAGER BANCA KAZAKA
Segua i fatti: Unicredit strapaga ATF bank al capo dello staff del presidente. Lui diventa miliardario in una notte e finisce sulla lista di Forbes tra i più ricchi del mondo e insieme a lui il presidente totalizza un’entrata pazzesca. Qui tutti dicono che dentro quei 2,2 miliardi di dollari ci sarebbe una tangente per il Presidente Nazarbayev che da quel giorno ha tagliato le penali a Eni.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Eni ha terminato i lavori nel giacimento di Kashagan nel settembre scorso con ben cinque anni di ritardo eppure l’estrazione è ancora ferma. Costo: 48 miliardi di dollari, più del doppio delle prime stime. A causa di questi fatti, nel 2007 Nazarbayev minaccia penali miliardarie e la rottura del contratto. Romano Prodi, allora presidente del consiglio, vola in Kazakistan. In delegazione con lui c’è Paolo Scaroni di Eni, e Alessandro Profumo di Unicredit, che compra Atf strapagandola. Ma quanto vale oggi questa banca?
MANAGER BANCA KAZAKA
Questa è la parte più interessante. Unicredit ha provato a venderla già un anno dopo averla comprata, ma nessuno la voleva. Poi, nel marzo scorso, uno sconosciuto uomo d’affari di 31 anni, Galimzan Yesenov, se la compra a un prezzo stracciato: 464 milioni di dollari. Yesenov è il genero del sindaco di Almati che a sua volta è uomo di Nazarbayev.
PAOLO MONDANI
Quindi Unicredit la compra a 2,2 miliardi e la rivende a 464 milioni?
MANAGER BANCA KAZAKA
Sì, ma la cosa più interessante è che Unicredit ha dato garanzie sul portafoglio debiti per 630 milioni fino al 2015. Quindi Yesenov, nei fatti non paga nulla, perché la garanzia di Unicredit supera la cifra che lui dovrebbe versare per l’acquisto della banca.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Alessandro Profumo è costretto a lasciare il vertice di Unicredit a settembre 2010, proprio quando il bilancio della banca dichiara le prime perdite a causa dell’acquisto di Atf Bank. Poco dopo, nel maggio 2011, Profumo entra nel consiglio di amministrazione di Eni, dove è tuttora, nonostante l’impegno in Montepaschi.
PAOLO MONDANI
Ma in questa storia che c’entra Berlusconi?
MANAGER BANCA KAZAKA Berlusconi ha una particolarissima amicizia con Nazarbayev, basata su reciproci interessi personali nel petrolio. Nel mondo finanziario lo sanno tutti.
Vertice Osce in Astana-Kazakistan. 1-2 dicembre 2010
SILVIO BERLUSCONI (rivolto a Nursultan Nazarbayev)
Un leader che è amato giustamente dal suo popolo, ho visto i sondaggi fatti da una autorità indipendente che ti hanno assegnato, Nursultan, il 92 per cento di stima e di amore dal tuo popolo.
MANAGER BANCA KAZAKA
Di sicuro c’è che Berlusconi è considerato un lobbista per conto di Nazarbayev.
PAOLO MONDANI
Cosa vuol dire lobbisti in Kazakistan?
MANAGER BANCA KAZAKA
Vuol dire che prendono soldi per la loro attività di mediatori. Anche Tony Blair lo è, ma nel budget statale non esiste una voce di spesa a favore dei lobbisti.
PAOLO MONDANI
Qual è il prezzo di Tony Blair?
PETER SAHLAS – LEGALE DI MUKHTAR ABLYAZOV
Nazarbayev lo paga 8,5 milioni di dollari l’anno. E quando la Corte inglese, nel 2009, pur avendogli concesso l’asilo, congela ad Ablyazov 3,7 miliardi di dollari sulla base delle accuse di frode che agli inglesi sono inviate dal Kazakistan, sa chi è il giudice che lo condanna? William Blair, il fratello di Tony Blair.
PAOLO MONDANI
L’Occidente in generale condanna il regime di Nazarbayev qua in Kazakistan, però alcuni leader politici europei lo appoggiano apertamente, collaborano, hanno consulenze con lui…
ALMA SHALABAYEVA – MOGLIE DI MUKHTAR ABLYAZOV
Tony Blair, ad esempio. Vengono tutti pagati molto bene. E mentre l’Occidente si chiude gli occhi, qui, l’opposizione soffoca piano piano.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
L’ex cancelliere austriaco Alfred Gusenbauer, l’ex presidente polacco Aleksander Kwaniewski e Romano Prodi sono ufficialmente membri dell’International Advisory Board di Nazarbayev. Ma ci sono altri buoni consiglieri del presidente kazako: oltre Silvio Berlusconi c’è l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, l’ex ministro dell’interno tedesco Otto Schily e naturalmente Tony Blair.
BAKHYTZHAN TOREGOZHINA – FONDAZIONE “AR. RUKH. KHAK”
Qui il livello di corruzione è impressionante, ma non mi aspettavo che succedesse la stessa cosa in Europa. Quando vediamo che Nazarbayev, attraverso il suo ambasciatore riesce ad imporre al governo italiano la deportazione di una donna e di una bambina, capiamo che noi oppositori non possiamo più rifugiarci da nessuna parte. Neppure nella democratica Italia.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Nemmeno nella democratica Italia. Allora, intanto: che cosa fanno gli advisory board? Danno consigli. E di quali consigli ha bisogno il presidente Nazarbayev? Di sapere con quali imprese realizzare le infrastrutture ed estrarre le ricchezze che stanno nel sottosuolo di una paese grande quanto l’Europa occidentale. Tutto questo innesca la corruzione? Secondo Ablyazov, che è stato ministro per l’energia, parrebbe di sì. Ufficialmente lui è ricercato dal governo kazako perché ha rubato 6 miliardi alla sua banca; per gli oppositori al regime, che lui finanzia, sono invece le sue quote che si è preso quando è scappato, quando la sua banca è stata nazionalizzata. Parliamo di un paese dove banche e petrolio sono controllati dal presidente attraverso il genero. E qui Eni è in ritardo sull’estrazione nel giacimento e dovrebbe pagare le penali. In questo contesto Unicredit acquista una banca pagandola molto di più del suo valore dal consulente economico del presidente Nazarbayev. A UniCredit è stato chiesto perché; la risposta è stata “all’epoca il paese era in espansione, e noi pensavamo che fosse un buon affare”. Alla resa dei conti ad Eni è stato applicato uno scontone sulle penali e UniCredit, quella banca pagata 2 miliardi e 2 nel 2007, l’ha venduta qualche mese fa a 400 milioni. E non veniteci però sempre a raccontare che è per via della crisi. Dopo la pubblicità torniamo a Roma invece per vedere qual è stata la catena di comando che ha deciso di restituire al governo kazako la moglie del fuggitivo.
PUBBLICITÀ
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Bene. Torniamo a Roma; 31 maggio. All’aeroporto di Ciampino stanno imbarcando su un aereo privato la Shalabayeva, destinazione Kazakistan. C’è un problema: bisogna recuperare la figlia di 6 anni, che è stata affidata alla zia. Verrà presa con l’inganno. Un mese, quando dopo la vicenda diventa uno scandalo internazionale, si scopre che il ministero dell’interno ordina e ogni reparto esegue senza porsi domande. Nell’imbarazzo generale parte lo scaricabarile e si trova il capro espiatorio.
ALUA ABLYAZOVA – FIGLIA DI MUKHTAR ABLYAZOV E ALMA SHALABAYEVA
Mi ricordo che mi sono svegliata con mia cugina. Sono andata in cucina e c’erano due uomini. Uno aveva i capelli neri e aveva una… pistola… l’ho vista nella tasca. In aeroporto ho rivisto la mia mamma e però mi è piaciuto un sacco quando siamo salite in aereo, avevo la mia mamma con me e finalmente mi sono addormentata.
MARIO MICHELE GIARRUSSO – SENATORE M5S
Il nostro Paese, signor Presidente del Consiglio, l’Italia che amiamo, ha consegnato con la forza e con l’inganno una donna e una bambina di 6 anni ad un Paese il cui governo è accusato da tutte le principali agenzie di tutela dei diritti umani, di praticare la tortura, le sevizie nei confronti di oppositori, dei dissidenti e delle loro famiglie, signor Presidente.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Un mese dopo l’espulsione di Alma e sua figlia, emerge il ruolo svolto dall’ambasciatore kazako Yelemessov che aveva imposto ai vertici del Viminale il blitz di polizia del 29 maggio a Casal Palocco.
EMMA BONINO – MINISTRO DEGLI ESTERI
Io credo che dopo aver giudicato il comportamento intrusivo e certamente inusuale, diciamo, dell’ambasciatore kazako, che per altro non ha mai avuto, né cercato contatti con me o con la Farnesina, ma di tutta evidenza era di casa, diciamo, al Viminale. E devo dire, evidentemente, che se lui era di casa era perché, come dire, il padrone di casa aveva una cerca frequentazione col medesimo.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Il padrone di casa, il ministro dell’interno Alfano, in parlamento scarica ogni responsabilità e dichiara di non essere stato avvertito dai suoi sottoposti.
ANGELINO ALFANO – MINISTRO DELL’INTERNO
Sono qui per riferire di una vicenda della quale non ero stato informato, della quale non era stato informato nessun altro collega del governo, della quale non era stato informato il Presidente del Consiglio.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Alfano non era stato informato e Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto del ministro, è costretto a dare le dimissioni.
AL TELEFONO PAOLO MONDANI
Vorrei dare conto delle cose che mi dirà, perché non vorrei dire delle inesattezze e allora le chiedo: è Alfano che chiede a lei di incontrare l’ambasciatore?
AL TELEFONO GIUSEPPE PROCACCINI – PREFETTO
Sì, Sì. Ma questo è detto anche…
PAOLO MONDANI
Sì, sì, lo so. Ma quand’è che il ministro le chiede d’incontrarlo l’ambasciatore?
AL TELEFONO GIUSEPPE PROCACCINI – PREFETTO
La sera, la sera del 28.
PAOLO MONDANI
E mi conferma che di questo informa Alfano?
AL TELEFONO GIUSEPPE PROCACCINI – PREFETTO
Il giorno dopo, il giorno dopo. Il Ministro ha saputo, cioè, mi ha incaricato di ricevere l’ambasciatore e il giorno 29 gli ho riferito quali erano grosso modo i motivi di questa venuta dell’ambasciatore.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Il ministro sapeva tutto fin dall’inizio, ma dichiara di non essere stato informato sulla Shalabayeva. E alla fine Procaccini paga per tutti. Il 19 luglio, in Senato, si discute la sfiducia ad Alfano.
RENATO SCHIFANI – SENATORE PDL
Mi piace ricordare, sono onorato di ricordare, le parole del capo dello Stato dette ieri con fermezza e con grande autorevolezza: “Non esiste il principio della responsabilità oggettiva nelle istituzioni”. Chi sbaglia paga. Ma se un ministro non è informato dalla sua catena di comando di determinate operazioni, non vedo in forza di quale principio, politico, istituzionale, etico, sociale, debba pagare!
LUIGI ZANDA – SENATORE PD
In una democrazia sana tutti gli atti della Pubblica Amministrazione, specie se rilevanti, come l’espulsione di una donna adulta e di una bambina verso un paese di ben poca democrazia, debbono poter essere riferiti oltre che agli autori materiali, anche al potere politico al quale va sempre attribuita la responsabilità dell’indirizzo e del controllo della gestione degli organi amministrativi. Questa è la Costituzione della Repubblica Italiana.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Nonostante le forti critiche al Ministro, anche il PD vota contro la sfiducia e salva Alfano. Che nel dibattito si era difeso presentando la relazione del capo della polizia Alessandro Pansa.
FEDERICO OLIVO – LEGALE DI ALMA SHALABAYEVA
La relazione di Pansa dice che la polizia non fosse a conoscenza della situazione personale di Alma Shalabayeva nel nostro Paese e di quella di suo marito. Questa è una prima circostanza assolutamente poco credibile.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Primo falso: la polizia viene smentita da questo cablo inviato dalla Interpol kazaka alla polizia italiana, il giorno prima del blitz del 29 maggio. Si afferma che la Shalabayeva ha due passaporti kazaki validi e uno centro africano forse contraffatto e che, se questo fosse accertato, dovrà essere “deportata” in Kazakistan. Quel passaporto non era contraffatto, ma l’ordine è stato scrupolosamente eseguito.
FEDERICO OLIVO – LEGALE DI ALMA SHALABAYEVA
La seconda è senz’altro quella dell’aeroplano. Direi forse, la più impressionante. Nella relazione di Pansa si dice che la polizia riteneva che quello fosse un normale aereo charter turistico o qualcosa del genere. Ma questa è una cosa che contrasta clamorosamente con la realtà visto che è la stessa polizia che accompagna Alma
Shalabayeva fino a sotto l’aeroplano e la imbarca sull’aereo.
PAOLO MONDANI
E vede che è un jet privato.
FEDERICO OLIVO – LEGALE DI ALMA SHALABAYEVA
Vede che è un jet privato, vede che è solo per lei, vede che è finalizzato solo a questa espulsione.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Secondo falso: non sanno dell’aereo eppure questa foto, agli atti della polizia, testimonia che i funzionari stavano a pochi passi da questo jet privato proveniente da Vienna e ufficialmente pagato dal governo kazako. Eppure Letta aveva detto…
ENRICO LETTA – PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
Da questo imbarazzo, da questo discredito, il campo va sgomberato. Per farlo ho scelto, abbiamo scelto, la linea della total disclosure: trasparenza totale.
PAOLO MONDANI
Lei Ministro, nel luglio scorso ha convocato l’ambasciatore kazako che al Viminale aveva potuto fare un po’ tutto quello che voleva nelle ore precedenti il blitz della polizia a casa di Ablyavoz e della Shalabayeva. Lo convoca e lui dice “non posso venire perché sono in vacanza”. Uno così, perché sta ancora in Italia e non è dichiarato in qualche modo “persona non gradita”?
EMMA BONINO – MINISTRO DEGLI ESTERI
Ho ritenuto e abbiamo ritenuto, veramente col Presidente del Consiglio ed altri che, proprio per tutelare gli interessi della signora Shalabayeva, non volevo esporre il mio Paese ad una evidente ritorsione, per cui il governo kazako avrebbe espulso il nostro.
PAOLO MONDANI
Insomma, voglio dire… Noi siamo apparsi un Paese a sovranità limitata su questo punto, dei diritti della Shalabayeva.
EMMA BONINO – MINISTRO DEGLI ESTERI
Non credo affatto che la pura espulsione, tra virgolette, dell’ambasciatore avrebbe facilitato niente, insomma.
PAOLO MONDANI
Mi chiedo, anche rispetto alla sua storia, no – i diritti umani, le sue battaglie storiche – ma perché non è andata in Kazakistan a chiedere forte che la Shalabayeva ce la restituissero?
EMMA BONINO – MINISTRO DEGLI ESTERI
Io ho scelto, diciamo, questo modo di procedere – l’ho scelto in altri casi: Quirico e quant’altri – e continuo a ritenere che sia più utile una politica dei risultati che una politica degli annunci.
PAOLO MONDANI
Ma non è che non è stato dichiarato “persona non gradita” l’ambasciatore solo perché noi abbiamo ingenti interessi in campo petrolifero e del gas là?
EMMA BONINO – MINISTRO DEGLI ESTERI
Veramente…
PAOLO MONDANI
Insomma: contano più quegli interessi che non i diritti della Shalabayeva e di sua figlia?
EMMA BONINO – MINISTRO DEGLI ESTERI
No: è chiaro che per non sembrare, come dire, una marziana che cade dal pero, è sicuro che la libertà di ciascuno oggi è l’organizzazione democratica dell’interdipendenza. Quindi è chiaro che con tutti i Paesi, ivi compreso il Kazakistan, ci sono molti altri dossier che un ministro deve… un ministro.. un governo deve tenere evidentemente in considerazione.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
La ragione economica salva l’ambasciatore e in parlamento, per salvare il ministro Alfano, c’è persino chi esalta Nazarbayev.
RENATO SCHIFANI –SENATORE PDL
Si parla di un dittatore, adesso mi soffermerò su questa definizione, il Presidente del Kazakistan. Questo pseudo dittatore è un dittatore che comunque ha avuto innumerevoli onorificenze straniere: Austria, Belgio, Egitto, Francia, Giappone, Russia, Regno Unito, Lussemburgo, Italia, che il 4 maggio del ’97 su proposta del Presidente del Consiglio Romano Prodi, il Presidente Scalfaro gli conferisce l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce decorato al Gran Cordone dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Dicembre 2011, per ordine del presidente Nazarbayev la polizia spara sui manifestanti…. succede a Zhanaozen una cittadina vicino al mar Caspio, fondata per estrarre il petrolio. Gli operai di tre fabbriche, tra cui la Ersai Caspian, del gruppo Eni, vogliono salari migliori. I sindacati dei lavoratori sono finanziati da Ablyazov. Lo sciopero dura 7 mesi. Il più lungo della storia del Kazakistan. Alla fine vengono licenziati oltre 2 mila lavoratori, il governo restringe la libertà di parola e di riunione, dichiara lo stato di emergenza. Quel 16 dicembre 2011, secondo i dati ufficiali, i manifestanti uccisi dalla polizia sono 17, per alcuni operatori sanitari i morti sono 80.
YERLAN KALIEV – COMITATO “ZHANAOZEN 2011”
Molti operai sono stati denunciati e gli avvocati che si offrivano di assisterli sono stati perseguitati.
ZHASARAL KUANYSZALIN – EDITORIALISTA
In quei sette mesi la gente veniva picchiata, minacciata, alcuni capi dei sindacati sono stati addirittura uccisi.
YERLAN KALIEV – COMITATO “ZHANAOZEN 2011”
Quel giorno in piazza c’erano quasi 6 mila persone. Poi hanno chiuso l’accesso alle strade e sono iniziate le provocazioni.
ZHASARAL KUANYSZALIN – EDITORIALISTA
Improvvisamente la polizia dà fuoco agli uffici amministrativi della società UzenMunaigas, per eliminare gli archivi. Gli operai avevano denunciato la doppia contabilità dell’azienda perché formalmente lo stipendio era una cifra, ma a loro veniva data la metà. Tutte le società petrolifere fanno del nero. E proprio per nascondere la cosa la polizia bruciò tutto.
ASKHAT RAHIMZHANOV – PARTITO NAZIONALE SOCIALDEMOCRATICO
Qui l’Iva è del 12 per cento e il governo permette alle compagnie petrolifere estere di non pagarla. Eppure estraggono il petrolio inquinando l’ambiente e danno una miseria gli operai.
YERLAN KALIEV – COMITATO “ZHANAOZEN 2011”
Dopo la strage, per due mesi c’è stato il coprifuoco e non poteva entrare nessun giornalista.
ZHASARAL KUANYSZALIN – EDITORIALISTA
Vladimir Kozlov, leader del principale partito di opposizione, è stato condannato a 7 anni e mezzo per incitamento alla rivolta, e in quei giorni molte tv e giornali sono stati chiusi con l’accusa di terrorismo.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Sembra che il metro con cui noi decidiamo se è un paese è o meno democratico, sia il numero di onorificenze conferite al capo. Val la pena di ricordare nel 2010 Napolitano ha conferito al sanguinario Assad il titolo di gran croce, che si prende per “altissime benemerenze sociali, filantropiche, umanitarie”, quando le agenzie Onu da anni dicevano: in Siria c’è una sistematica violazione dei diritti umani. É lo stesso titolo che abbiamo conferito a Nazarbayev. Per questo Schifani dice, non potete sostenere che noi abbiamo consegnato due donne nelle mani di un dittatore. Sta di fatto che quando viene dichiarato che ci siamo sbagliati, Alfano come ministro dell’interno avrebbe dovuto assumersene la responsabilità e quantomeno annunciare le dimissioni. La responsabilità politica, dice la costituzione, è sempre del capo. Invece lui fa la cosa più odiosa: se la prende con i sottoposti e costringe alle dimissioni il suo capogabinetto. Come potrà rivendicare con i prefetti, con i capi della polizia, autorevolezza e pretendere dedizione? Certo che noi abbiamo un concetto, un’idea larga del valore delle istituzioni. Il “caso Cancellieri”, basta ricordarlo, il ministro della Giustizia ha fatto una cosa inopportuna, ma abbiamo preferito soprassedere. Tornando invece al plurionorificiato Nazarbayev. Una nostra commissione parlamentare è andata a vedere se è poi così cattivo.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Astana è la vetrina del regime. La capitale progettata dai più grandi architetti del mondo pagati coi ricavi del petrolio. Una proposta parlamentare ha chiesto di rinominare la città e chiamarla Nursultan, il nome del presidente Nazarbayev, che, magnanimo, ha dichiarato che questo avverrà solo dopo la sua morte. Nel settembre scorso la commissione parlamentare diritti umani incontra qui il governo kazako e va da Alma Shalabayeva con il compito di accertare se siano stati violati i suoi diritti.
CIRO FALANGA – SENATORE PDL
Io posso dire che un po’ le condizioni fisiche della signora, un po’ le sue condizioni abitative, un po’ la compagnia che c’era in casa, un po’ questa effettiva e affermata dalla signora stessa, libertà di movimento se pur nei limiti della città, io credo di poter concludere affermando che apparentemente non abbiamo riscontrato una sostanziale violazione dei diritti umani.
PAOLO MONDANI
Lei e quelli della commissione diritti umani dal ritorno del Kazakistan avete detto in una conferenza stampa che quel Paese non sarebbe una dittatura, ma un posto dove ci sono elementi di mancanza della libertà. Qual è la differenza?
EMMA FATTORINI – SENATRICE PD
Non è una democrazia come noi la conosciamo però non si può parlare di una dittatura come era l’Unione Sovietica e come lo è e come sono stati i totalitarismi del ‘900, capito?
PAOLO MONDANI
Eppure gli oppositori mi raccontano che chi viene imprigionato per motivi politici viene di solito maltrattato, subisce violenze, viene torturato.
EMMA FATTORINI – SENATRICE PD
No, io non ho detto, anche lì, c’ha molti aspetti di continuità con l’Unione Sovietica, se non altro il personale.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
La senatrice prima o poi chiarirà se il regime è in continuità o no con l’esperienza sovietica. Per ora, la commissione parlamentare sui diritti umani ha concluso che Alma Shalabayeva non rischia quasi nulla e che il Kazakistan è una dittatura “temperata”. Cattivi sì, ma anche no.
GALYM AGELEUOV – FONDAZIONE “LIBERTÁ”
Nazarbayev non è responsabile di un genocidio, non è Hitler. Assomiglia più a uno Zar o a un Kan: quei Signori medioevali che adorano essere adulati e non sopportano di essere contraddetti.
DMITRI SCHYOLOKOV – GIORNALISTA E BLOGGER
Oggi Nazarbayev ha modificato la Costituzione per garantire a se stesso e ai suoi familiari l’immunità totale di fronte alla giustizia. E’ un capitalista con la testa di un comunista.
ASKHAT RAHIMZHANOV – PARTITO NAZIONALE SOCIALDEMOCRATICO
L’Osce ha dichiarato che le elezioni del 2012 non sono state regolari eppure nessuno protesta perché qui non c’è la classe media. Il governo sta coi ricchi mentre i poveri non contano nulla.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
In una sperduta periferia la fondazione Shanirak organizza la scuola gratuita per i bambini poveri e corsi di inglese per adulti e ragazzi.
ZHANAR BALGABAEVA – FONDAZIONE “SHANYRAK”
Lo vede? Questo è un quartiere sorto spontaneamente e cresce ogni giorno un po’. In Kazakistan la legge dà la possibilità ad ogni cittadino di avere 1000 metri quadri di terra gratis, siamo un paese enorme con pochi milioni di abitanti, di terra ce n’è. E i prezzi degli appartamenti in centro sono altissimi, così la gente, da molti anni, si è spostata in periferia e si è presa la terra convinta di averne diritto e lo stato ne era consapevole. Addirittura veniva rilasciata la documentazione che certificava la proprietà degli occupanti.
PAOLO MONDANI
Poi che cosa è successo?
ZHANAR BALGABAEVA – FONDAZIONE “SHANYRAK”
Nel 2005-2006 il governo ha deciso di espropriare queste terre, qui volevano farci le case per i nuovi ricchi.
PAOLO MONDANI
Perché all’improvviso il governo si è interessato a queste terre?
UOMO
Perché 6 mila mq di terra potevano arrivare a costare 100 mila dollari.
PAOLO MONDANI
E così la gente si è ribellata.
ZHANAR BALGABAEVA – FONDAZIONE “SHANYRAK”
E nel 2006 ci furono settimane di scontri con la polizia.
PAOLO MONDANI
Lei perché è venuto qua?
UOMO
Sono arrivato nel 2003, ho un buon lavoro in una clinica, sono gastroenterologo, ma non avevo i soldi per comprare una casa e me la sono auto costruita, lo stato mi ha riconosciuto subito la proprietà. Poi nel 2006 la polizia voleva espropriamela, ma sono riuscito a resistere.
ZHANAR BALGABAEVA – FONDAZIONE “SHANYRAK”
Qui sono tutti lavoratori, non sono sfaticati, lui è un dentista, lui è un pensionato.
PAOLO MONDANI
Quanta gente abita in questo quartiere?
ZHANAR BALGABAEVA – FONDAZIONE “SHANYRAK”
Ci sono 4500 villette illegali, circa 10 mila persone. In ogni casa ce ne stanno almeno 20.
PAOLO MONDANI
Ma voi avevate i documenti di proprietà, perché vi hanno cacciato via?
UOMO
Da noi qualsiasi documento valido può diventare falso da un momento all’altro se questo serve al governo.
PAOLO MONDANI
E il sindaco che cosa ha fatto per voi?
ZHANAR BALGABAEVA – FONDAZIONE “SHANYRAK”
Non gliene è mai importato niente.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Astanà è una capitale che celebra la più antica religione del mondo: il culto solare. Visione ispirata direttamente da Nazarbayev che l’ha voluta tutta dorata per questo. All’interno del globo, il sole appunto, troviamo questo oggetto enigmatico. Un triangolo d’oro con l’impronta del presidente. Qui vicino c’è la casa dei giornalisti.
SANAT URNALIEV – GIORNALISTA WEB TV “16/12”
Il 70 per cento dei media è controllato dalla famiglia Nazarbayev. E tutte le tv libere, come la mia, sono solo su internet, ma purtroppo la maggioranza dei kazaki non ha nemmeno un computer.
ERMURAT BAPI – GIORNALISTA “OBSHCHESTVENNAYA POZITSYYA”
Sono 35 anni che faccio il giornalista e ho fondato 11 giornali. Li hanno chiusi tutti con sentenze dei nostri giudici che sono nominati dal governo. Ma ogni volta che il tribunale chiude un giornale noi ne apriamo un altro.
SANAT URNALIEV – GIORNALISTA WEB TV “16/12”
Un giornalista libero può essere minacciato, ucciso, qualcuno è rimasto storpio e alcuni hanno passato anni in prigione.
BAKHYTZHAN TOREGOZHINA – FONDAZIONE “AR. RUKH. KHAK”
Questa è una lettera che ho ricevuto oggi da Vadim Kuramskhin che è stato condannato a 12 anni. E’ un avvocato e un giornalista famoso. Mi chiede di mandargli un avvocato perché non conosce nemmeno i dettagli della sua imputazione.
PAOLO MONDANI
Perché è finito in carcere?
BAKHYTZHAN TOREGOZHINA – FONDAZIONE “AR. RUKH. KHAK”
Perché denunciava le torture e le umiliazioni subite dai carcerati. Ora capisce perché Ablyazov è diventato un oppositore?
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Negli anni ’90, Mukhtar Ablyazov governa con Nazarbayev. Ma quando lo abbandona, nel 2001, viene arrestato e condannato a sette anni di carcere in quanto fondatore del partito “Scelta democratica”. Il parlamento europeo e Amnesty International definirono il processo una farsa.
ZAURESH BATALOVA – EX SENATRICE – FONDATRICE “SCELTA DEMOCRATICA”
In prigione fu torturato e ha rischiato la morte. Per salvarsi fu costretto a chiedere la grazia. Mentre due suoi compagni sono stati uccisi dal regime. Proprio in quel periodo Ablyazov propose 5 riforme e a tutt’oggi Nazarbayev è terrorizzato che facciano presa sul Paese. La riforma per espandere i poteri del Parlamento, per rendere i giudici indipendenti, per garantire informazioni sull’operato del governo, la riforma del sistema elettorale e l’elezione diretta dei sindaci… Scusi ma lei ha visto che ci stanno spiando?
PAOLO MONDANI
Io vedo due persone attorno a noi.
ZAURESH BATALOVA – EX SENATRICE – FONDATRICE “SCELTA DEMOCRATICA”
Sono abituata a questo. Probabilmente la stavano seguendo.
PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
A Ginevra vive Madina, la prima figlia di Alma e Mukhtar. Nello scorso settembre ha denunciato i tre diplomatici kazaki che a Roma avrebbero organizzato l’espulsione di Alma e Alua. I tre, tra cui l’ambasciatore Yelemessov, sono ora indagati dalla procura di Roma per sequestro di persona aggravato.
MADINA ABLYAZOVA– FIGLIA DI MUKHTAR ABLYAZOV E ALMA SHALABAYEVA
Se questo fosse accaduto negli Stati Uniti gli avrebbero già tolto l’immunità diplomatica. Quei tre uomini hanno architettato un rapimento in piena regola.
PAOLO MONDANI
Quali prove ha portato per dimostrare questa accusa?
MADINA ABLYAZOVA– FIGLIA DI MUKHTAR ABLYAZOV E ALMA SHALABAYEVA
Sappiamo, per esempio, che le autorità kazake a Roma, non avendo nulla di mia sorella, hanno usato, per identificarla, una sua foto che stava sul documento di mia madre sequestrato dalla polizia italiana. Capisce? La polizia italiana consegna all’ambasciata kazaka quella foto e collabora nel rapimento di due donne.
PAOLO MONDANI
Cosa accadrebbe a lei, alla sua famiglia e ai suoi figli se il governo kazaco la trovasse qui a Ginevra?
MADINA ABLYAZOVA– FIGLIA DI MUKHTAR ABLYAZOV E ALMA SHALABAYEVA
Loro sanno dove vivo. Sono spesso seguita anche qui e sotto la mia auto sono stati trovati degli apparati gps per tracciare la mia posizione. Dopo quello che è accaduto a mia madre e a mia sorella, vuole che non abbia paura per i miei figli?
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Il 12 luglio scorso il presidente del consiglio Letta, insieme al ministro Alfano e Cancellieri, proprio loro, hanno ritirato il decreto di espulsione e dichiarato che ce le vogliamo riprendere. Dopodomani il ministro Bonino ripropone la questione in sede europea. Ma chi ha la forza di andare da quel presidente e dire restituiscici gli ostaggi? Forse Scaroni che lui è più in confidenza, e magari può riportarcele a casa, stavolta sul nuovo aereo magari dell’Eni. Ma Ablyazov quando è scappato da Roma invece dove è andato? A Aix en Provence dove alla fine di agosto è stato arrestato dall’autorità francese. Adesso il Kazakistan, Ucraina e Russia hanno chiesto l’estradizione, la Francia deciderà a breve, entro i primi di dicembre. Ma in tutta questa vicenda la cosa più brutta quella che dice Madina, la figlia grande della Shalabayeva, è il modo in cui è stata mandata via la piccola Alua, la polizia avrebbe estrapolato la foto che si trovava sul passaporto della madre, fotocopiata, portata all’ambasciata Kazaka che ha potuto in questo modo costruire un documento di identificazione con la richiesta di espulsione, e con quel documento la polizia ha potuto espellerla. Noi sappiamo bene che in tutto il mondo le relazioni, gli interesse economici, scavalcano i diritti, però c’è un confine che non andrebbe barattato, altrimenti ti esponi al ricatto di qualunque brigante. É una questione di dignità, è una questione di onore.”
(fonte: Paolo Mondani Rai3.rai.it)