di Armando Lo Giudice
Il Consiglio dei rappresentanti del Bahrein ha confermato il richiamo dell’ambasciatore del Bahrein da “Israele” e la cessazione delle relazioni economiche con “Tel Aviv”.
In un comunicato, il Consiglio ha annunciato che queste posizioni costituiscono una “conferma della ferma posizione storica del Bahrein a sostegno della causa palestinese e dei diritti legittimi del fraterno popolo palestinese”.
La dichiarazione sottolinea inoltre che “la continuazione della guerra, delle operazioni militari e dell’escalation israeliana in corso, alla luce della mancanza di rispetto del diritto internazionale umanitario, spinge il Consiglio a chiedere più decisioni e misure che preservino la vita e la vita delle persone persone innocenti e civili a Gaza e in tutte le regioni palestinesi.”
Il Times of Israel ha citato il ministero degli Esteri israeliano che ha sottolineato che “le relazioni Israele-Bahrein sono stabili”, sostenendo che “Tel Aviv” non ha ricevuto alcun “annuncio o decisione da parte del governo del Bahrein di richiamare i diplomatici.
Il quotidiano israeliano Haaretz ha sottolineato che “l’ambasciatore israeliano è tornato a telv Aviv per ragioni di sicurezza in seguito allo scoppio della guerra a Gaza”, aggiungendo che “i due ambasciatori sono stati richiamati per ragioni di sicurezza e indipendentemente dalla decisione parlamentare”.
Le posizioni ufficiali del Bahrein sono il risultato della continuazione delle manifestazioni popolari nel paese e delle continue richieste del popolo bahreinita di espellere l’ambasciatore israeliano da Manama e di interrompere i rapporti con l’entità occupante.
Fra i paesi non arabi che hanno rotto i legami diplomatici con Israele ci sono Cile, Colombia e Bolivia, le cui autorità hanno denunciato violazioni del diritto internazionale da parte di Tel Aviv e più o meno esplicitamente lanciato accuse di genocidio per l’attacco a Gaza.
02 novembre 2023