Pintus– Sarebbe irrituale, se non proprio sconcertante, qualora il presidente Sergio Mattarella dovesse ricevere nel giro delle consultazioni per la formazione del nuovo governo, Silvio Berlusconi, quale rappresentante di Forza Italia.
L’ex cav. è soggetto estromesso dal Parlamento per indegnità, in quanto condannato in via definitiva per frode fiscale, definito dal Tribunale di Milano “delinquente abituale”, personaggio che nel suo nutrito curriculum annovera nove assoluzioni per “avvenuta prescrizione”, e sei processi in corso per reati gravi.
Detto questo, bisogna prendere atto che, stravolgendo la giurisprudenza, qualcuno sostiene che le sentenze di Cassazione non siano definitive, Lucio Malan dixit.
Interpretazione senza dubbio autorevole, quella del senatore forzista, ma quantomai bizzarra, poiché anche una sentenza passata in giudicato continuerebbe ad avvalersi della presunzione d’innocenza, con l’obbligo di aprire le porte del carcere a tutti i condannati in via definitiva.
Ma attenzione. Solo i condannati eccellenti, ai rubagalline verrebbe applicato un diritto diverso, “In galera e buttare via le chiavi”.
Ma si sa, chiunque osi criticare il padre nobile della Terza Repubblica è tacciato di capziosità che rasenta la patologia, quando, lo stesso ex premier si è ritagliato un ruolo che gli stessi suoi riottosi alleati faticano a riconoscergli.
Figuriamoci il cittadino italiano qualunque, che avrebbe il desiderio che il futuro premier, che lo rappresenterebbe in Italia e all’estero, non venisse indicato da chi è stato cacciato dal Parlamento per indegnità.
E’ chiedere troppo?
4 aprile 2018