I partiti di opposizione alla giunta militare al potere dal 2014 hanno vinto le elezioni parlamentari di domenica in Thailandia. Il partito più votato è stato il ‘Phak Kao Klai’ (Andiamo Avanti): progressista, guidato dal 42enne Pita Limjaroenrat, critico nei confronti della monarchia e del ruolo dell’esercito. Solo secondo il partito populista guidato dalla figlia dall’ex primo ministro Thaksin Shinawatra.
I due partiti più legati ai militari, compreso quello dell’attuale primo ministro ed ex generale, hanno ottenuto insieme circa il 15 per cento dei voti. Ma la Costituzione imposta nel 2017, affida ai militari la nomina dei 250 Senatori, ‘Camera legislativa apartitica’, che sceglieranno il prossimo primo ministro insieme ai 500 nuovi deputati eletti.
(foto) Sudditi ai piedi del Re Maha Vajiralongkorn, Rama X
Democrazia per modo di dire
Negli ultimi vent’anni in Thailandia c’è stata una continua contrapposizione fra le forze legate a militari e monarchia e quelle del milionario in esilio Thaksin Shinawatra: i governi di quest’ultimo e della sorella, Yingluck, furono esautorati da due colpi di stato militari nel 2006 e nel 2014. Dopo l’ultimo, i militari scrissero anche una bozza della nuova Costituzione e nel 2016 la sottoposero a un referendum, facendo però arrestare e processare da tribunali militari coloro che si proclamavano contrari e che avevano espresso l’intenzione di votare contro il nuovo testo.
Costituzione beffa
L’ex generale Prayuth Chan-o-cha, capo dell’ultima giunta militare, tornò poi al potere nel 2019 alla guida di un governo formalmente ‘civile’, grazie al voto dei 250 senatori tutti nominati dall’esercito.
‘Futuro Nuovo’ molto difficile
Il partito vincente ‘Phak Kao Klai’, è considerato l’erede del partito del Futuro Nuovo, nato nel 2018 e sciolto dalla giunta militare nel 2020 segnate da grandi proteste popolari che per la prima volta avevano coinvolto anche l’istituzione della monarchia e in particolare le rigide leggi sul reato di ‘lesa maestà’ che in Thailandia puniscono con pene fino a 15 anni di carcere chi è ritenuto colpevole di aver insultato il Re Maha Vajiralongkorn, conosciuto anche come Rama X.
Monarchia burletta ma feroce
Il programma del ‘Phak Kao Klai’ prevede fra le altre cose proprio una revisione delle leggi riguardo le offese alla monarchia, ma anche un ridimensionamento del potere dei militari: l’abolizione della coscrizione obbligatoria, la riduzione dei bilanci delle forze armate, il superamento della Costituzione approvata nel 2017. Altre richieste di riforma riguardano l’economia, il superamento della pesante burocrazia regale che rallenta la crescita del paese, il riconoscimento dei matrimoni omosessuali e un salario minimo fissato a 13 dollari al giorno.
Nelle mani della giunta militare
Resta da valutare la reazione della giunta militare al governo da nove anni: nonostante la chiara sconfitta elettorale e il bassissimo sostegno ricevuto dalla popolazione, il suo potere in Thailandia resta grande. Un nuovo colpo di stato è considerato dagli analisti improbabile, ma i militari cercheranno comunque di opporsi al cambiamento con gli ampi mezzi garantiti loro dall’ultima Costituzione.
Il clan Shinawatra
Sulla scia di tale democrazia, anche un pezzo dell’opposizione formale del clan Shinawatra, la famiglia che da decenni contende a militari (e in un certo senso persino alla corona) il potere in Thailandia. ‘Pheu Thai Party’, come eredità di famiglia. E Paethongtarn Shinawatra l’erede, businesswoman figlia minore dell’ex premier Thaksin Shinawatra e nipote di Yingluck Shinawatra, sorella di Thaksin e già premier tailandese, anche e lei in un auto imposto esilio di prudenza.
50 Milioni a votare cosa?
In un paese dove ‘l’ombra del golpe militare è sempre lunga’, come sottolinea Emanuele Giordana, resta il timore d’una ‘ennesima scelta in uniforme’, probabilmente inutile visto che la folle Costituzione affida il potere in mano ai generali ‘col doppiopetto e la mimetica nell’armadio’.
15 Maggio 2023