di MOWA
«Gli uccelli nati in una gabbia pensano che volare sia una malattia.» (Alejandro Jodorowsky)
Da che è “ospite” sulla Terra, il genere umano, al fine di procurarsi prima un habitat più confortevole e agevole, come tutti gli altri animali, e poi, in modo sempre più complesso una situazione migliore e agiata, è stato oggetto di migrazioni più o meno lunghe. C’è, anche, da dire che le diverse culture delle popolazioni, nelle varie aree geografiche sono diventate, nel tempo, importanti elementi sovrastrutturali ai bisogni primari di sopravvivenza.
Lo stesso è avvenuto, nei tempi più recenti, con l’avvento delle società capitaliste che, tra le innumerevoli contraddizioni, hanno la prerogativa di avere come fine primario lo sviluppo economico (quando riescono) condannando ad una vita di stenti gli oppressi. Tra questi ultimi ci sono coloro che fuggono da guerre provocate e stimolate da un imperialismo che, sotto mentite spoglie, si presenta al mondo con la narrazione fasulla del liberatore o dell’esportatore di democrazia. Inoltre, esistono, anche, quelle popolazioni, nate in particolari zone geografiche che, nel tempo, sono state spolpate delle risorse naturali da quegli stessi avvoltoi che giocano in borsa sulla pelle dei meno abbienti, ecc…
Comunque sia, nel primo che negli altri casi, l’orientamento degli oppressi è stato sempre quello di cercare, giustamente, di aspirare a nuove opportunità di vita cercandole anche in latitudini diverse, motivo per il quale arrivano a migrare verso zone che, pensano, siano più sicure e più ricche.
Fa specie, quindi, sentire, da persone che si pensano intelligenti, usare termini come “bloccare le migrazioni” [1] quando questo è (e sarà), da sempre, un processo inarrestabile; tanto più, se a provocarlo sono gli stessi che i migranti ammirano e che ai loro occhi assurgono a modello e stile di vita. [2]
L’evoluzione umana, anche se non sempre in modo lineare, si è confrontata con stili di vita diversi e ne ha tratto notevoli progressi sociali. Ma, anche in questo, il capitalismo, con un occhio verso il futuro per le tecnologie e l’altro verso il passato in quanto vorrebbe “castigare” gli oppressi ad una vita da fame e sudditanza al fine di conservare il proprio status quo, si è dimostrato un troglodita in abiti griffati, incapace di uscire da quel ghetto dorato in cui si è rifugiato con gli altri suoi “pari”.
La dimostrazione della piccineria intellettuale del capitalismo (nonostante sia riuscita a convincere una fetta di mondo che altre strade percorribili non esistano) è quella di non voler confrontarsi con la cultura collettiva che lavora per la collegialità come quella ad indirizzo comunista di alcuni Paesi del Mondo, e di vederla come un pericolo continuamente da combattere. Quindi avversano la visione comunista che, a differenza loro, pensa il Pianeta su basi di cooperazione tra simili e non di sfruttamento degli uni sugli altri per un proprio tornaconto.
Non sono state per nulla sufficienti le campagne denigratorie dei capitalisti contro quei Paesi ad indirizzo comunista, bollati da loro come antidemocratici e dove, invece, l’evidente storia pacifica delle relazioni tra Stati ne ha avvantaggiato lo sviluppo tanto da diventare nel Mondo una realtà ormai determinante per lo stesso progresso e sopravvivenza del genere umano.
Note
[1]
Sì. pic.twitter.com/WHIGbEgmf3
— Michela Murgia (@KelleddaMurgia) March 4, 2023
[2]
Il ministro Piantedosi è semplicemente spaventoso. pic.twitter.com/9fZCdGO0pi
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) February 27, 2023